Camilla Tinari, romana, in Ucraina con il World Food Programme per portare cibo nelle zone allagate dopo la distruzione della diga di Kakhovskaya

La biologa capitolina in prima linea con l'agenzia dell'Onu premiata nel 2020 con il Nobel per la Pace

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Giovedì 22 Giugno 2023, 14:40 - Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 19:43

di Paolo Ricci Bitti

Da Roma allo Yemen alla regione allagata di Kherson in Ucraina per portare cibo alle popolazioni affamate dalla guerra. C'è anche Camilla Tinari, romana, trent'anni, sui gommoni e sui mezzi anfibi del World Food Programme che si avventurano nella terra di nessuno tra il fronte russo e quello ucraino, un vasto territorio attorno alla diga di  Kakhovskaya che i russi hanno distrutto per "spegnere" una delle centrali idroelettriche più importanti dell'Ucraina. Un attacco devastante anche per le conseguenze che colpiranno le popolazioni della zona per anni e anni: per ora si contano 46 morti causati direttamente delle inondazioni, ma si teme si possa arrivare a 500, poi vanno contati i danni all'agricoltura, principale risorsa della regione. E mentre si alza l'allarme anche per i saccheggi da parte delle truppe russe nei villaggi abbandonati dagli ucraini in fuga dall'alluvione, emerge anche il rischio di accumulo di sostanze velenose (metalli pesanti, liquami, prodotti petroliferi sono stati trasportati dall'onda di piena nel Mar Nero), per cui i pesci nella baia di Odessa diventano tossici: un'altra risorsa alimentare ed economica che scompare per lungo periodo. 

E' questo l'ambiente in cui si avventurano le donne e gli uomini del World Food Programme, Wfp o Pam, l'agenzia delle Nazioni Unite con sede a Roma che assiste ogni anno 100 milioni di persone in 78 paesi. Due anni fa il Nobel per la Pace venne assegnato al Wfp, una notizia che raggiunse la romana Camilla Tinari mentre si trovava nele basi blindate dello Yemen. Poi la missione in Ucraina che in questi giorni ha portato la biologa capitolina (laurea con lode al New Jersey Institute of Technology)  con Master (Ucl di Londra) in Sviluppo sostenibile a imbarcarsi su gommoni e mezzi anfibi per raggiungere i villaggi restati isolati per colpa delle dalle alluvioni causate dall'esercito russo.   

 

Al Wfp la trentenne si occupa in particolare della catena della logistica, ovvero di ciò che serve per rimpiazzare  nell'Ucraina devastata le linee di rifornimento e di trasporto del cibo che i russi distruggono sistematicamente per fiaccare la resistenza dei civili, come racconta un lungo servizio della Bbc che riprende una missione nelle zone alluvionate di una squadra dell'agenzia dell'Onu di cui fa parte anche la romana. 

Paradossalmente Camilla Tinari si è trovata a portare acqua e cibo alle popolazioni delle zone da cui proveniva il grano e gli altri cereali che il Wfp acquistava per fronteggiare le carestie in Africa o nello stesso Yemen. Una canale di approvvigionamento ora spazzato via dall'invasione dell'Ucraina da parte dell'esercito di Mosca.

Una situazione che sta condizionando pesantemente non solo la vita degli ucraini, ma anche quella di centinaia di milioni di altre persone nel mondo.

"Sul granaio non solo d'Europa sono caduti prima missili e bombe, poi molti campi sono stati minati, altri inquinati e ora migliaia di ettari sono stati allagati. Qui, fino al febbraio di due anni fa, compravamo il grano per i nostri interventi nelle zone più povere del mondo, ora invece aiutiamo gli stessi agricoltori ucraini, una tragedia nella tragedia",  ha detto Matthew Hollingworth, direttore del Wfp in Ucraina, al capo dei corrispondenti di guerra della Bbc, Richard Gaisford, dopo avere aiutato Camilla Tinari e gli altri componenti della squadra a scaricare "cartoni" di acqua potabile e casse di cibo in un vilaggio a valle della diga di  Kakhovskaya. 

Qui la storia di Camilla Tinari e del Nobel per la Pace 2020 al Wfp

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