Missili all'Ucraina, l’Italia frena: servono al G7. E Crosetto accusa i produttori di Samp-T: «Cinque anni per farne uno»

Borrell: «I Paesi svuotino i loro arsenali». Ma Roma ha bisogno dell’ombrello aereo

Missili all'Ucraina, l’Italia frena: servono al G7. E Crosetto accusa i produttori di Samp-T: «5 anni per farne uno»
di Francesco Bechis
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Venerdì 19 Aprile 2024, 07:54

Missili. Ne servono tanti, e subito, all’Ucraina per difendere le città dai bombardamenti russi. «Abbiamo i Patriot, abbiamo i sistemi antimissile, dobbiamo tirarli fuori dai magazzini e inviarli in Ucraina». È un appello ruvido, quello dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell dal G7 di Capri. Fa il paio con la richiesta di aiuto all’Italia lanciata lì, sull’isola al largo di Napoli, dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. «La priorità numero uno è la difesa aerea, sono i Patriot americani e il Samp/T, il sistema di difesa aerea franco-italiano», spiega l’inviato di Zelensky tra una pausa e l’altra del vertice dei grandi d’Occidente presieduto a Capri da Antonio Tajani. «Ci concentriamo su di loro per una semplice ragione: sono gli unici sistemi capaci di intercettare i missili balistici russi», rincara.

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L’APPELLO

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Ma non sarà possibile al momento assecondarne la richiesta. L’Italia ha già inviato in Ucraina una batteria di Samp-T, il sistema anti-missile a produzione italo-francese che crea uno “scudo” aereo intorno a obiettivi sensibili. E al momento si fermerà qui. Sono cinque le batterie attualmente a disposizione in Italia, più un’altra utilizzata per le esercitazioni. Non si muoveranno di un metro: servono a proteggere lo Stivale in occasione dei grandi summit internazionali attesi nei prossimi mesi. Su tutti, il G7 di Borgo Egnazia, il raduno dei leader occidentali, da Biden a Macron, nella località pugliese vicino a Bari, il prossimo 13 giugno. Spetta all’Italia, che ha la presidenza di turno, assicurare che non voli una mosca sopra i cieli pugliesi in quella due giorni attesa col fiato sospeso dalla premier Giorgia Meloni e tutto il governo. Un’altra batteria di Samp-T, spiegano fonti militari, è stata dispiegata per proteggere il summit dei ministri degli Esteri a Capri. E ancora, servirà il Samp-T per assicurare la protezione della passerella di leader mondiali attesa a Roma, anzi in Vaticano, in occasione del Giubileo 2025.

A marzo, la Difesa italiana ha ritirato la batteria posizionata al confine slovacco un anno fa, per liberare e inviare in Ucraina i Patriot americani dispiegati sul confine della Nato. Un rientro previsto, hanno spiegato da Roma. Ma il presidente slovacco (e filorusso) Robert Fico, irritato, ha dato un’altra versione: «Ne hanno bisogno in un altro posto». I grandi eventi remano contro Zelensky. Non solo in Italia: anche in Francia non c’è una batteria Samp-T che si possa ad oggi smobilitare, perché sono già dispiegate per le Olimpiadi di luglio e a protezione delle centrali nucleari. Un ombrello quasi infallibile - il raggio di azione è di cento chilometri, ma la precisione è massima nei primi venticinque - e per questo indispensabile per le città ucraine sotto tiro. La linea politica a Roma non è mai cambiata. Da Bruxelles, al Consiglio europeo, Meloni ha ribadito lo sforzo: «Faremo il possibile». Il nono pacchetto di aiuti militari è in fase di preparazione e conterrà anche equipaggiamento per la difesa aerea. Ma niente Samp-T.

LO SFOGO

C’è un altro problema: l’industria. Ieri il ministro della Difesa si è sfogato contro i produttori - in cima alla lista c’è Mbda, anche se non fa nomi - che vanno troppo a rilento. «Sono arrabbiato, l’Italia ha ordinato sistemi Samp-T due anni fa, l’industria che ha la commessa dice che li consegnerà fra tre anni: pensate si possa difendere il Paese con questi tempi?». L’allarme ha un antefatto. La pioggia di missili e droni iraniani contro Israele - abbattuti dal formidabile sistema Iron dome e dalla contraerea - ha fatto sussultare i Paesi Nato. «Se succede da noi, siamo pronti?», la domanda ricorrente tra i vertici militari. È una fase critica, per l’Ucraina e per l’Europa alle prese con i suoi limiti politici e industriali. Un ombrello solo non basta per tutti.

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