E prosegue. “Sono stati due anni e 4 mesi estremamente complessi e difficili anche per la concomitanza del “Giubileo ai tempi dell’Isis” come l’ho sempre definito. Un evento che ha visto la partecipazione di 21 milioni di pellegrini in un momento di particolare attenzione per l’allerta terrorismo”. In campo duemila uomini su base quotidiana per i flussi dedicati alle Basiliche e agli itinerari giubilari.
E poi un’altra grande sfida, quella di “alzare la percezione della sicurezza – aggiunge D'Angelo - e ritengo che il lavoro svolto sul territorio abbia fatto la differenza rispetto agli anni precedenti. Abbiamo rafforzato i servizi di prevenzione e controllo anche attraverso l’ingresso di 150 giovani agenti nel reparto volanti. Il risultato di questi interventi è il 14 per cento in meno dei reati in meno su Roma, rispetto alla media nazionale. Sono ormai dati consolidati ed è un grosso risultato per la nostra città”.
In calo anche i dati sulle manifestazioni con cortei che sono scesi da 169 nel 2014 a 69 nel 2016. “La mia storia legata alla questura di Roma è lunga. Io ho cominciato a lavorare in questa città ai tempi del terrorismo, delle Brigate Rosse e della Banda della Magliana. Un periodo storico particolare e quindi sono doppiamente contento di lasciare una grande squadra, che con il nuovo questore farà valere la sua capacità”.
E un appello ai cittadini romani e alle istituzioni. “Questa città deve essere amata un po’ di più da tutti. E tutti dobbiamo essere una squadra. Ghettizzarla ogni giorno è sbagliato”.
Un saluto affettuoso lo ha rivolto al neo Questore Guido Marino, a cui “consegno una grande squadra che, sono certo, sotto la sua guida, otterrà importanti successi. Per me sono stati due anni esaltanti e gli auguro di provare le stesse emozioni che ho provato io”.
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