Un’Arca di Noè per la lucertola delle Eolie, oltre 100 esemplari al Bioparco di Roma per salvare una specie a rischio

Cruciale per la riuscita dell'impresa è l’utilizzo di avanzate tecniche di genetica sia per selezionare la popolazione di “rifondatori” della specie, sia per tutelare le altre specie comunque coinvolte dalle attività programmate

Un’Arca di Noè per la lucertola delle Eolie, oltre 100 esemplari al Bioparco di Roma per salvare una specie a rischio
di Valentina Arcovio
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Giovedì 18 Aprile 2024, 18:29 - Ultimo aggiornamento: 18:30

Sulle spalle di cento o forse centocinquanta lucertole dell'Eolie, selezionate in base al “peedegree”, pesa il futuro di un’intera specie. È ’infatti su questo gruppetto ristretto, un’élite selezionata tramite tecniche genetiche avanzate, che gli scienziati del progetto “Life Eolizard” puntano per salvare la lucertola Podarcis raffonei, endemica delle Eolie, dal rischio estinzione. Nel dettaglio gli scienziati hanno in programma di prelevare dalla natura alcuni esemplari di lucertola delle Eolie, metterli al sicuro al Bioparco di Roma e lasciare che si riproducano in cattività, per poi reinserirli in futuro in un ambiente dove potranno di nuovo svilupparsi. Insomma, si punta a creare per questi minuscoli esserini una vera e propria Arca di Noè. Il progetto, co-finanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea, e presentato questa mattina a Roma presso la Sala dei Lecci del Bioparco, è frutto di una grande collaborazione che vede coinvolte diverse istituzioni, tra cui l’Università degli Studi di Roma Tre, Triton ETS, l’Università degli Studi dell’Aquila, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), la Fondazione Bioparco di Roma. 

La selezione delle lucertole

Cruciale per la riuscita dell'impresa è l’utilizzo di avanzate tecniche di genetica sia per selezionare la popolazione di “rifondatori” della specie, sia per tutelare le altre specie comunque coinvolte dalle attività programmate. “Ogni passo del progetto per la salvaguardia della lucertola delle Eolie è guidato dal metodo scientifico e in particolare dalle evidenze della genetica, così da preservare questa specie in via di estinzione ma anche da contemperare la tutela delle altre specie coinvolte”, dichiara Daniele Salvi, professore Associato presso l’Università degli Studi dell'Aquila. “Innanzitutto per la selezione delle lucertole che verranno inviate al Bioparco di Roma. Dato che a Vulcano vi sono evidenze di ibridazione tra la lucertola delle Eolie e la lucertola campestre, è necessario selezionare esemplari – continua - che non siano ibridi. In secondo luogo, i nostri studi hanno confermato che Podarcis raffonei soffre di una bassissima diversità genetica, che rappresenta una delle maggiori minacce per la conservazione della specie. Sarà quindi necessario per la selezione dei fondatori della colonia che andremo a costituire artificialmente presso il Bioparco, e che poi verrà riportata in natura, impiegare un elevato numero di individui che siano rappresentativi della variabilità genetica della specie, così da salvaguardare il potenziale evolutivo della nuova popolazione che verrà rilasciata in due isolotti che costituiranno il Santuario della lucertola delle Eolie”. 

Il nuovo rifugio

Considerando che per preservare Podarcis raffonei è necessario che tali isolotti siano liberi da altre specie di lucertole, si è posto il problema del destino degli esemplari di lucertola campestre che verranno spostati per 'far spazio' alla lucertola delle Eolie. “Anche in questo caso – evidenzia Salvi – la genetica è stata essenziale per un processo decisionale scientificamente informato.

Non solo l’ampia diffusione della lucertola campestre in Italia e in quasi 300 isole del Mediterraneo ci conforta sul buono stato di conservazione di questa specie a confronto della Podarcis raffonei che rischia di scomparire, ma un’analisi genetica da noi condotta ci ha permesso di confermare che le lucertole campestri dei due isolotti appartengono alla stessa popolazione di Panarea, dalla quale sono stati probabilmente introdotti recentemente, e quindi vi si possono tranquillamente traslocare”. Essenziale sarà anche la fase di allevamento in cattività per la quale si sono preparate apposite strutture presso il Bioparco di Roma. “Stiamo lavorando a recinti particolari che possano ospitare in sicurezza la Podarcis raffonei in modo che possa svilupparsi e prepararsi al rientro in natura”, afferma Daniele Macale, operatore presso la Fondazione Bioparco di Roma. “Questi recinti sono stati realizzati, tenendo conto di una miriade di fattori, dalla necessità di evitare l’entrata dall’esterno di altre specie, a quella del contenimento di animali così piccoli, alla protezione degli stessi dagli uccelli, fino anche – prosegue - all’impedire un allagamento in occasione di una eventuale ‘bomba d’acqua’ di recente sempre più frequenti. Un lavoro delicato e che è ora in fase di completamento in attesa dell’arrivo degli esemplari della Podarcis raffonei”. 

Una settantina di coppie in “luna di miele”

L’arrivo degli esemplari al Bioparco è previsto, orientativamente, da maggio e si tratterà di circa “100/150 animali massimo – specifica Macale – quindi più o meno una settantina di coppie. Ma anche soltanto un centinaio di animali, quindi 50 maschi e 50 femmine sarebbe un bel risultato. Un risultato che consentirebbe – in ipotesi con 5 piccoli per femmina – di avere una prima nuova generazione, fino a un massimo di 250 esemplari che verrebbero rilasciati dopo un anno o più probabilmente un anno e mezzo in natura, così da garantire per la prima fase della loro vita le maggiori condizioni di sicurezza possibili. Da lì a seconda dell’età delle lucertole originarie, avremo generazioni successive ogni anno più o meno, fino a un massimo di cinque stagioni riproduttive, considerando che la vita media di questi animali è di quattro/cinque anni”. Per sensibilizzare il pubblico sul progetto verranno portate avanti nel corso dei prossimi mesi una serie di attività di informazione e di coinvolgimento, a partire da un concorso fotografico cui faranno seguito altri incontri di divulgazione, programmi per le scuole dell’arcipelago delle Eolie e perfino realizzazione di fumetti dedicati alla salvaguardia della Podarcis raffonei. “In particolare – conclude Eleonora Ledda, communication manager Triton ETS – il progetto verrà presentato alle comunità locali così che possano comprenderne l’importanza e siano opportunamente informate su quanto verrà fatto”.

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