La delusione inglese è la delusione di Owen Farrell, che papà Andy, bravo tecnico della difesa proprio dei Verdi, consolerà lontano da campi da gioco e telecamere.
Cambio dell'ultimo momento per i padroni di casa: Heaslip deve lasciare spazio a CJ Stander, inizialmente annunciato flanker, e O'Mahony è al posto di quest'ultimo. L'avvio irlandese è ferocia, ma anche gambe da mulinare ossessivamente. L'Inghilterra, subito alle corde, fa quel che può in difesa. Scintille a non finire e il primo a farne le spese è il capitano degli irish Best, costretto alla sostituzione temporanea. Sexton, nel frattempo, trasforma in oro un calcio assegnato sotto i pali e i padroni di casa, all'11', sono in vantaggio.
Ma quando, sette minuti dopo, Payne commette fallo in gioco aereo, consentendo a Farrell di pareggiare, è tutto da rifare per gli uomini di Schmidt. Tanto veleno allora per la squadra col Trifoglio sul petto; le due punizioni successive vengono calciate in touche e, sugli sviluppi della seconda, Henderson schiaccia a terra. Meta trasformata e 10-3. Le facce degli inglesi (per non parlare di quella del loro tecnico, Eddie Jones) sono tutte un programma. Non è la solita Inghilterra precisa e spavalda. Piuttosto commette errori su errori e fatica da matti ad arginare le folate avversarie. A proposito di folate: dall'altra parte, quel ritmo ossessivo consegna talvolta giocatori a debito di fiato. Ma la lucidità per mettere in pratica un piano di gioco perfetto non manca. È sempre lì.
Facce degli inglesi più bianche delle maglie sulle spalle anche dopo l'intervallo. La difesa in avanzamento funziona a sprazzi, soprattutto quando Hartley e compagni non commettono fallo. Mentre in attacco è una bella fatica a cercare di ritrovarsi in mano saponette. Il ritratto della frustrazione. Gli inglesi stringono i denti e alla prima occasione utile (capirai, un calcio da centrocampo...) non ci pensano due volte e mandano Farrell sulla piazzola: lui ringrazia per la fiducia e porta al -4 dei suoi. Destinatario delle maggiori “attenzioni” della difesa ospite è il povero Sexton, la mente, che da bravo punching ball non emette un fiato e si fa fischiare calci che trasforma in centimetri verso la gloria. Dunque 13-6, trasformato in 13-9 dalla pronta risposta inglese. Essendo esseri umani, è impossibile per i padroni di casa mantenere le forze dell'avvio di gara e allora, nell'ultimo quarto, nascondono palla con gli avanti. Sempre con gli avanti ottengono turnover pesantissimi. Spengono l'odiato XV della Rosa. Si chiama Dublino, ma per i rugbisti inglesi è semplicemente l'inferno.
IRLANDA-INGHILTERRA 13-9 (10-3)
Irlanda: Jared Payne; Keith Earls (41' Andrew Conway), Garry Ringrose, Robbie Henshaw, Simon Zebo; Jonathan Sexton, Kieran Marmion (69' Luke McGrath); CJ Stander, Sean O’Brien (66' Dan Leavy), Peter O’Mahony; Iain Henderson, Donnacha Ryan (65' Devin Toner); Tadgh Furlong (76' John Ryan), Rory Best (c) (9'-18' e 73' Niall Scannell), Jack McGrath (60' Cian Healy).
Allenatore: Joe Schmidt.
Non entrato: Paddy Jackson.
Inghilterra: Mike Brown; Anthony Watson, Jonathan Joseph (68' Jack Nowell), Owen Farrell, Elliot Daly; George Ford (63'-70' Ben Te’o), Ben Youngs (63' Danny Care); Billy Vunipola (63' Nathan Hughes), James Haskell (60' Tom Wood), Maro Itoje; Courtney Lawes, Joe Launchbury; Dan Cole (78' Kyle Sinckler), Dylan Hartley (c) (55' Jamie George), Joe Marler (41' Mako Vunipola).
Allenatore: Eddie Jones.
Arbitro: Jerome Garcès (Francia)
Marcatori: 11' cp Sexton (3-0), 18' cp Farrell (3-3), 24' m Henderson tr Sexton (10-3); 51' cp Farrell (10-6), 63' cp Sexton (13-6), 67' cp Farrell (13-9).
Note – Calci: Sexton 3/3; Farrell 3/3. Punti in classifica: Irlanda 4, Inghilterra 1.
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