Luca Parmitano tifa per Sergio Parisse: domani Italia-Sudafrica sarà trasmessa dai Mondiali di rugby del Giappone alla stazione spaziale Video

Luca Parmitano
di Paolo Ricci Bitti
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Giovedì 3 Ottobre 2019, 17:18 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 18:16

dal nostro inviato
SHIZUOKA Il rugby continua a primeggiare nello spazio battendo un record dopo l'altro, forte anche del fatto che i gallesi sostengono che sia il gioco più praticato in Paradiso, amato lassù al punto che Dio non avrebbe gradito il tetto piazzato sull'allora Millennium Stadium di Cardiff perché gli avrebbe impedito di vedere le partite dei prediletto Galles, già terra di Re Artù e Mago Merlino.

Appena un po' più basso, a 400 chilometri di altezza dalla Terra, riecco un appassionato di rugby con i fiocchi, il catanese Luca Parmitano, astronauta dell'Agenzia spaziale europea e primo italiano a comandare la stazione  spaziale impegnato da due mesi nella missione Beyond (Oltre). Beh, talmente appassionato che domani venerdì 4 ottobre alle 11.45 potra vedere la diretta tv (Rai2) della partita Italia-Sudafrica dall'Ecopa Stadium di Shizuoka, match clou della giornata della coppa del mondo ospitata per la prima volta in Giappone. 



Mai un match di rugby è stato trasmesso fin sulla stazione spaziale che del resto fino a pochi mesi fa ospitava l'astronauta americana Anne McClain, che vanta due presenze con la nazionale di rugby Usa, unico caso, fra i poco meno di 600 fra uomini e donne che dal 1961 a oggi hanno staccato così tanto l'ombra da terra. E proprio il primo uomo nello spazio, Yurji Gagarin, grande appassionato di palla ovale, aiutò a metà degli anni Sessanta l’amico pilota collaudatore Vladimir Ilyushin, figlio dell’ingegner Sergei, pilastro dell’aeronautica russa, a fondare la federugby dell’Unione sovietica. E il rugby, come voleva Gagarin, è tutt’ora lo sport principale dell’Accademia aeronautica di Mosca fucina di tanti cosmonauti.
 


Non basta ancora perché il rugby vanta il maggior numero di citazioni fra gli sport collegati alla storia ventennale della stazione spaziale a bordo della quale i cosmonauti  diedero persino vita a una partita "senza peso" nel 2013. E nel novembre di quello stesso anno proprio Parmitano durante la missione Volare diede il calcio d'inizio dalla stazione spaziale al test match di Torino fra Italia e Australia: grazie alla collaborazione fra Esa, Agenzia spaziale italiana, Federugby Grandi Eventi e Il Messaggero venne allestito un collegamento tra l'Iss e lo stadio con le immagini dall'astronave in orbita trasmesse sui maxischermi dello stadio. 

Spazio, Parmitano saluta gli azzurri del rugby

Oggi, poi, i comandanti della stazione spaziale e della nazionale di rugby, insomma Luca Parmitano e il capitano Sergio Parisse, si sono scambiati i saluti.

Spazio, Parmitano saluta gli azzurri del rugby - Video​
 
“Siamo felici di sapere che anche Luca, dallo spazio, avrà la possibilità di seguire una partita tanto importante per noi e di sostenerci in diretta - ha detto Parisse - E’ una sensazione incredibile sapere che il test-match di venerdì attraverserà lo spazio per raggiungere la stazione internazionale, il nostro sport e la Coppa del Mondo sono davvero senza confini” ha aggiunto il numero otto dell’Italia che domani scenderà in campo nella sua centoquarantaduesima partita internazionale, diventando il secondo atleta più presente di sempre in test-match dietro all’ex capitano della Nuova Zelanda Richie McCaw.

La prima maglia da rugby “spaziale” ad Artena: dalla missione in orbita dell’astronauta Luca Parmitano al Museo “Fango e sudore”


Infine, la maglia della Nazionale Italiana Rugby indossata dall'astronauta in orbita nel 2013 è stata donata da Parmitano e da  Asi ed Esa nel marzo scorso – a margine del test match del Sei Nazioni Italia Francia, all'Olimpico di Roma -  al Museo del Rugby Italiano con sede ad Artena, consegnata dai rappresentanti dell'Asi al Presidente della Fondazione Corrado Mattoccia, alla presenza del Presidente della FIR, Alfredo Gavazzi. Museo del rugby "Fango e Sudore" che sta ottenendo un grande successo proprio qui in Giappone durante i Mondiali grazie a un allestimento temporaneo nella città di Toyota fino al 12 ottobre, giorno di Italia-Nuova Zelanda. 

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