Rugby, a Marsiglia la Francia sbaglia di meno e batte l'Italia 34-17

Rugby, a Marsiglia la Francia sbaglia di meno e batte l'Italia 34-17
di Paolo Ricci Bitti
12 Minuti di Lettura
Venerdì 23 Febbraio 2018, 09:54 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 17:02

dal nostro inviato
MARSIGLIA Nella guerra di nervi a chi sbaglia di meno al Velodrome di Marsiglia vince alla fine la Francia che per 60 minuti (primo tempo 11-7) è stata arginata dagli azzurri con una difesa feroce. 
 



Poi però, a metà ripresa, sull’incoraggiante 14-10, la meta di Bonneval, con l’ultimo passaggio in sospetto in avanti chissà perché non esaminato alla moviola dall’arbitro inglese Barnes nonostante la richiesta del capitano Parisse, ha rotto l’equilibrio nel match fra le due squadre che finora avevano sempre perso. E gli azzurri sono precipitati in una nuova batosta, la 15a consecutiva, nuovo record: è finita 34-17, ovvero tre mete del bleus contro due degli azzurri (tecnica al 9’ e Minozzi, il più bravo, al 79’) che hanno gettato al vento quattro touche e un rinvio da metà campo. Troppo anche contro una Francia in crisi di identità ma dal tasso tecnico ancora superiore alla squadra di O’Shea che pure ha registrato i placcaggi senza però essere ancora in grado di trasformare in punti il possesso. 

“Potevano vincere? Non lo so – dice Parisse con il volto segnato dalla battaglia – ma di sicuro non abbiamo mai mollato: nessun calo fisico o psicologico. Solo un episodio che in match come questi decide tutto o quasi: al 60’, sul 14-10, palla nostra in attacco con la possibilità di segnare una meta o almeno un penalty. Invece perdiamo palla e sul fronte opposto marca Bonneval per il 21-10. Ma resto orgoglioso dei ragazzi che anche oltre alla sirena hanno lottato per non concedere la quarta meta”.  

Non sarà facile, tuttavia, cancellare la sensazione di un'occasione mancata, perché i bleus non sono certo usciti fra gli applausi: battere l'Italia era il compito minimo obbligatorio, per il resto tanti errori anche da parte loro e in fasi del gioco, come le manovre dei trequarti, che un tempo insegnavano al mondo. 

Per trequarti del match l’Italia ha finalmente tenuto testa agli avversari con una difesa aggressiva, capace di respingere tutte le cariche dei rinocerenti bleus che solo al 5’ sono riusciti a sfondare con Gabrillagues con un rolling maul da touche. (5-0). L’inizio di una toreada? Macché. Tenendo fede alle promesse, gli azzurri hanno chiuso a chiave la porta e persino sorpassando gli allibiti bleus già al 9’ con un terrificante carrettino. Disperati, i francesi hanno persino commesso un fallo di antigioco nel tentativo di evitare che Mbanda effettuate il toccato a terra. Così l’arbitro Barnes ha punito i padroni di casa con una meta tecnica: 5-7.

I Galli le hanno tentate tutte per di sfondare, per di più aiutati da ben quattro palle perse (due touche!) dagli azzurri, ma i placcaggi di Minozzi (magistrale quello sull’ala Grosso in fuga sull’out che pesa 30 kg più di lui), Negri e Castello li hanno sempre respinti. Tanto che invece di continuare a cercare il bersaglio grosso calciando i penalty in touche, i francesi si sono accontentati di raggranellare prima del the 6 punti con due piazzati al 27’ (8-7) e al 40’ (11-7). Una dimostrazione di rispetto guadagnata dagli italiani che alla fine hanno anche impedito ai francesi di segnare la meta del bonus. Magrissima consolazione, come quella che lasciano le parole del nuovo ct francese Brunel, ex allenatore degli azzurri, che ha riportato alla vittoria i galli dopo 8 ko e un pareggio.
"Ho visto buone cose in questa Italia, ottimi Negri e Minozzi. Dovete avere pazienza, ma siete sulla strada giusta".



Francia-Italia 34-17 (p.t. 11-7)

Marcatori. Francia: 3 m. 5’ Gabrillagues 60’ Bonneval 73’ Bastareaud; 5 c.p. 27’ 40’ 44’ 65’ 70’; 1 tr. Machenaud, 1 tr. Trinh-Duc. Italia: 2 m. 9’ tecnica, 79’ Minozzi; c.p. 49’ Allan, 1 tr. Canna.

Francia: Bonneval, Fall, Bastareaud, Doumayrou (67'  Fickou), Grosso, Beauxis (73' Trinh Duc), Machenaud (73' Couilloud), Tauleigne, Camara (57' Galletier), Lauret, Vahaamahina (67' Taofifenua), Gabrillagues, Slimani (73' Gomes), Guirado, Poirot (dal 61' Pellissier). All. Brunel
Italia: Minozzi, Benvenuti, Boni (62' Hayward), Castello, Bellini, Allan (73' Canna), Violi (48' Gori), Pairsse (cap.), Mbandà, Negri (73' Ruzza), Budd (55'  Biagi), Zanni, Ferrari (61'  Pasquali), Ghiraldini (69' Bigi), Lovotti (dal 57' Quaglio).

Terzo turno (dirette DMax): oggi alle 15.15 Irlanda-Galles, alle 17.45 Scozia-Inghilterra. Classifica: Irlanda e Inghilterra p. 9; Galles e Francia p. 6; Scozia p. 4; Italia p. 0.







Le formazioni
Francia: 15 Hugo Bonneval, 14 Benjamin Fall, 13 Mathieu Bastareaud, 12 Geoffrey Doumayrou, 11 Rémy Grosso, 10 Lionel Beauxis, 9 Maxime Machenaud, 8 Marco Tauleigne, 7 Yacouba Camara, 6 Wenceslas Lauret, 5 Sébastien Vahaamahina, 4 Paul Gabrillagues, 3 Rabah Slimani, 2 Guilhem Guirado (cap.), 1 Jefferson Poirot
A disp. 16 Adrien Pelissié, 17 Dany Priso, 18 Cedate Gomes Sa, 19 Romain Taofifenua, 20 Kélian Galletier, 21 Baptiste Couilloud, 22 François Trinh-Duc, 23 Gaël Fickou
All. Jacques Brunel

Italia: 15 Matteo Minozzi, 14 Tommaso Benvenuti, 13 Tommaso Boni, 12 Tommaso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Tommaso Allan, 9 Marcello Violi, 8 Sergio Parisse (cap.), 7 Maxime Mbanda, 6 Sebastian Negri, 5 Dean Budd, 4 Alessandro Zanni, 3 Simone Ferrari, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lovotti. A disp.  16 Luca Bigi, 17 Nicola Quaglio, 18 Tiziano Pasquali 19 George Biagi, 20 Federico Ruzza, 21 Edoardo Gori, 22 Carlo Canna, 23 Jayden Hayward
All. Conor O’Shea

Arbitro:  Wayne Barnes (Inghilterra)
TMO: David Grashoff (Inghilterra)

LA PRESENTAZIONE
MARSIGLIA I piedi degli azzurri che si allungano sul fondale di sabbia e l’acqua - dopo 14 ko consecutivi – già all’altezza della gola, con l’onda bleu che monta da dietro l’isolotto del castello di If nella rada assolata del porto di Marsiglia.

Italia all’ultima spiaggia nel terzo turno del Sei Nazioni che sfoggia una doppia novità? Tutto lo lascia credere ma non è proprio così perché in realtà sono gli avversari, i francesi, a temere di più questo match in cui, intanto, per la prima volta i Galli battagliano nel Torneo lontano da Parigi con gli azzurri che la prima volta vengono offerti, dal palcoscenico del magnificamente riammodernato Velodrome, in prima serata tv (Dmax dalle 21).

SHARE
Più che allo share, se si guardano i numeri, si ricorda che in caso di sconfitta (scontata per gli allibratori, e di almeno 12 punti) gli azzurri toccherebbero il punto più basso della loro avventura nel Torneo: lo sprofondo dei 15 match perduti di fila dopo i 14 attualmente e già raggiunti nel 2002. Ma all’epoca valeva l’ottima giustificazione assegnata agli ultimi arrivati nel torneo che ci ha accolto nel 2000, mentre le home unions se le suonano dal 1883.

E nemmeno consola ricordare che fra questi desolati record il primato peggiore spetta proprio alla Francia (18 ko di seguito) e alla Scozia (15), ma allora correvano rispettivamente gli anni Dieci e Cinquanta, ere geologiche fa.

RECORD
In realtà per gli azzurri i toni tragici, qui sotto il sole della Francia del sud, cuore del rugby gallico risparmiato dal Buran siberiano, sono parecchio fuori luogo, perché era già tutto annunciato, come accade da sempre, perché le 12 vittorie e il pareggio raggranellati dall’Italia in 19 anni e in 92 partite sono sempre arrivati contro il pronostico che quest’anno era logicamente impietoso contro la seconda e la terza squadra al mondo (Inghilterra e Irlanda) e che resta tale oggi a Marsiglia e anche per le prossime tappe contro Galles e Scozia.

Desolante? Chi continua ad accompagnare gli azzurri sa che la soddisfazione in vetta è proporzionale alla fatica del cammino e può, in attesa dell’ora di cena, mettere sui piatti della bilancia la serenità del gruppo azzurro, plasmato in un progetto a lunga gittata dal ct O’Shea, e la buriana che sconquassa su ogni versante il rugby francese, la cui nazionale mai così perdente è stata appena affidata in corsa (mai accaduto prima) all’ex ct azzurro, Jacques Brunel, tanto che saggiamente il nostro allenatore della mischia, Giampiero De Carli, ha provveduto a resettare i nomi di tutte le giocate del pack. Già. Amici amici, ma non si sa mai.
 

FACCE SCURE

E che differenza ieri fra i volti tirati dei francesi e quelli degli italiani durante il Captain’s run, l’ultimo allenamento prima del match. Che entusiasmo fra gli azzurri sul prato smeraldo del tempio dell’Om, del Velodrome, dalla copertura magnifica che ricorda, nelle sue ellissi, la smantellata pista per i ciclisti e le onde del Mediterraneo.

I guai dei bleus sono una caterva: vanno dal caso del presidente federale Laporte, al centro di un presunto caso di conflitti di interesse che ha mobilitato anche l’Eliseo, al comportamento disdicevole di otto giocatori della nazionale che sono stati scartati da Brunel dopo una notte di traverso sulle strade di Edimburgo, notte in cui, fra l’altro, non c’era proprio nulla da festeggiare. Tra i francesi in castigo anche l’ala Thomas, tre sfolgoranti mete da Tgv nei primi due match che però alla fine la Francia ha perso gettando nello sconforto una platea dal palato finissimo che osserva con fastidioso raccapriccio la banlieue della decima posizione nel ranking mondiale in cui sono precipitati i Galli. La popolarità del rugby è quindi calata, in questi ultimi mesi, del 30% nonostante la Francia abbia nel frattempo vinto, con l’aiuto anche dell’Italia, la gara per ospitare i mondiali del 2023.

AL PALO
E adesso Francia e Italia si trovano ancora al palo nel Torneo solo che, iniziano i distinguo, la prima è caduta sempre di misura (fatti 39 punti, subiti 47), mentre la seconda ha marcato 34 punti subendone l’enormità di 102. L’enorme pressione sulle spalle dei francesi non sembra insomma sufficiente a colmare l’oggettivo divario tecnico con rivali che su 40 match ce le hanno dato in 37 occasioni, con l’unica vittoria esterna da parte nostra che risale al paleozoico del 1997 nella gloriosa Grenoble.

INSULTI 
Spalle larghe come quelle del centro Bastareaud, in campo di nuovo dopo la purga di due turni dovuta a francamente rarissimi insulti omofobi captati dal microfono dell’arbitro (ovvero in diretta tv) e indirizzati, durante un match di Champions, a Sebastian Negri da Oleggio, flanker delle Zebre e della Nazionale. Toh, il grintoso ragazzone italiano cresciuto nello Zimbabwe e il cubico “Basta” questa sera si ritroveranno di fronte. Vedremo.

IL CONTE E LA SCHEGGIA
“Seb” Negri, da nobile casata di Novara, 23 anni, uno duro come la pietra sempre oltre la linea del vantaggio, è una delle novità più accattivanti di questa giovane nazionale. I media inglesi l’hanno eletto rivelazione insieme all’estremo Metteo Minozzi, 21 anni e 4 taglie in meno di Negri. Un tipetto padovano con gambe rapidissime tanto quanto la sfrontatezza in cui “copre” la difesa azzurra e la verve in attacco: in assoluto nessuno ha corso, palla in mano, nei primi due turni quanto lui.

Per il resto O’Shea ha cambiato poco la squadra, buttando dentro fin dall’inizio il veterano tallonatore Ghiraldini, che sta facendo bene a Tolosa in un club blasonato che ha un budget più alto di quello dell’intera federazione italiana, e il flanker Mbanda, ragazzone di impatto e di buone mani.


I francesi, l’hanno fatto capire, puntano a metterci sotto con la forza del pack: dopo i rovesci della gestione Noves, che non ha trovato quel gioco fantasioso e arioso qui da sempre prediletto, Brunel è tornato alle basi, un po’ come aveva fatto con noi italiani. Ma il suo capitale umano oggi schierato è di assoluta qualità nonostante i tanti rimpiazzi, comunque stelle del galactico campionato Top 14.

PLACCARE
Dunque, per gli azzurri, placcare, placcare e placcare. Poi Parisse e Co. hanno anche dimostrato di essere migliorati fisicamente e nella gestione del (poco) possesso, con una discreta regia di Allan e Violi e con la possibilità effettiva di allestire escursioni nella difesa altrui: ecco, sarebbe interessante testare la tenuta soprattutto psicologica dei francesi dopo aver messo qualche dubbio nel loro cervello. E nelle loro costole. Loro non sono, almeno non lo sono sempre, risoluti come gli anglosassoni che non perdono mai del tutto la testa.

PARISSE
“Non dobbiamo concedere mete facili – dice il capitano Parisse, star del campionato francese - Mai, soprattutto, nella prima parte del match in cui i Bleus, è facile prevederlo, faranno fuoco e fiamme”.

“Ghira”, il capitano Sergio Parisse e Alessandro Zanni, poi, sono gli unici superstiti della sciagurata spedizione azzurra alla coppa del mondo del 2007 proprio in Francia. Che anno quell’anno, che emozioni, che rimpianti, che sono poi, quest’ultimi, quelli che restano più incisi sulla pelle.

UNDICI ANNI FA A MARSIGLIA
Dal Paradiso all’Inferno: in apertura d’anno il Sei Nazioni migliore di sempre. Vittoria a Edimburgo e vittoria a Roma contro il Galles, quarto posto e l’inebriante sensazione che dopo poche edizioni avessimo già trovato la strada giusta nel Torneo più vecchio e affascinante del mondo. Per di più la Scozia, strabattuta a casa sua (le famose tre mete nei primi sei minuti), rappresentava anche il nostro ostacolo ai Mondiali sul cammino verso i quarti di finale, meta mai raggiunta, tutt’ora mai raggiunta.

GIUSEPPE D'AVANZO
La trascinante vigilia di quei mondiali ci regalò inoltre due pagine di Giuseppe D’Avanzo che ogni tanto vanno tirate fuori dalla cartellina dei ritagli più importanti: su Repubblica l’ex pilone napoletano scrisse che il rugby, con quel suo rispetto delle regole e degli avversari, con quel suo dovere e piacere di metterci sempre la faccia, con quel suo cementare amicizie che non finiscono mai, rappresenta ciò che dovrebbe essere la società italiana ma che la società italiana purtroppo non sarà mai o quasi mai, rispecchiandosi meglio in sport in cui va bene arrivare alla vittoria anche barando un po'. Scusate la sintesi, ma lunghi brani di quelle colonne sono stati felicemente letti anche il giorno in cui D’Avanzo è stato salutato per l’ultima volta dagli amici dopo aver passato troppo presto la palla nel 2011.

I MONDIALI AMARI
Ebbene al Velodrome di Marsiglia undici anni fa iniziano i Mondiali e si parte con la rullata da parte degli All Blacks (76-14) che fa un male terribile non tanto per il punteggio, ma per il fattaccio dell’Haka che venne ignorata dagli azzurri stretti in cerchio, facce al centro, nella loro metà campo. Come se potessimo permetterci di snobbare i neozelandesi che vanno invece guardati negli occhi mentre inscenano il potente rito tribale. Fu un’idea suicida, quell’atteggiamento irresponsabile, dell’allora ct, il pur espertissimo francese Berbizier, che i giocatori non ebbero la forza di respingere al mittente.

Poi due scialbe e doverose vittorie su Romania (sempre a Marsiglia) e Portogallo (a Parigi) e infine il match dei match contro gli scozzesi a Saint-Etienne. Dell’Italia arrembante di Edimburgo era però restato ben poco, ma ugualmente avemmo la possibilità di piazzare il non difficile calcio della vittoria e, mancato quello, di attaccare con l’ultimo pallone. Macché, gettato anche quello, e da un veterano senza macchie come Troncon che quel giorno chiudeva la sua leggendaria avventura in azzurro. Insomma, si poteva e si doveva vincere e invece perdemmo 18-16 con un’amarezza che travolse anche le migliaia di fedeli in trasferta con la nazionale: erano diventati tantissimi dopo quel Sei Nazioni travolgente. Quel giorno la nazionale di rugby gettò alle ortiche un bel po’ di seguito, soprattutto tifosi che si erano avvicinati da poco a queste epopee.


Francia-Italia alle 15, Velodrome, Marsiglia

Le formazioni
Francia: 15 Hugo Bonneval, 14 Benjamin Fall, 13 Mathieu Bastareaud, 12 Geoffrey Doumayrou, 11 Rémy Grosso, 10 Lionel Beauxis, 9 Maxime Machenaud, 8 Marco Tauleigne, 7 Yacouba Camara, 6 Wenceslas Lauret, 5 Sébastien Vahaamahina, 4 Paul Gabrillagues, 3 Rabah Slimani, 2 Guilhem Guirado (cap.), 1 Jefferson Poirot
A disp. 16 Adrien Pelissié, 17 Dany Priso, 18 Cedate Gomes Sa, 19 Romain Taofifenua, 20 Kélian Galletier, 21 Baptiste Couilloud, 22 François Trinh-Duc, 23 Gaël Fickou
All. Jacques Brunel

Italia: 15 Matteo Minozzi, 14 Tommaso Benvenuti, 13 Tommaso Boni, 12 Tommaso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Tommaso Allan, 9 Marcello Violi, 8 Sergio Parisse (cap.), 7 Maxime Mbanda, 6 Sebastian Negri, 5 Dean Budd, 4 Alessandro Zanni, 3 Simone Ferrari, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lovotti. A disp.  16 Luca Bigi, 17 Nicola Quaglio, 18 Tiziano Pasquali 19 George Biagi, 20 Federico Ruzza, 21 Edoardo Gori, 22 Carlo Canna, 23 Jayden Hayward

All. Conor O’Shea

Arbitro:  Wayne Barnes (Inghilterra)
TMO: David Grashoff (Inghilterra)

Il programma del terzo turno: oggi alle 21 Francia-Italia (Dmax dalle 20.20, in studio anche l’arbitro internazionale Maria Beatrice Benvenuti e l’azzurro Edoardo Padovani; sabato alle 15.15 Irlanda-Galles, alle 17.45 Scozia-Inghilterra

Classifica: Irlanda e Inghilterra p. 9; Galles p. 6; Scozia p. 4; Francia p. 2; Italia p. 0.

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