Rugby, Sei Nazioni, Galles micidiale, la nuova Italia asfaltata 42-0

Luca Bigi
di Paolo Ricci Bitti
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Sabato 1 Febbraio 2020, 01:20 - Ultimo aggiornamento: 21:15

dal nostro inviato
CARDIFF Tanti cambiamenti: allenatore, capitano, stile di gioco e persino la status degli avversari che nella notte della Brexit sono divenuti extracomunitari, ma alla fine l'Italia le busca sempre di brutto dal Galles che nel Sei Nazioni riparte come aveva finito l'anno scorso: dominando. Cinque mete a zero, zero assoluto per gli azzurri versione Franco Smith, neo ct, e Luca Bigi, neocapitano che non hanno raccattato sotto il tetto inutilmente chiuso del Principality Stadium nemmeno un misero penalty. Ventuno punti per tempo, con i 68.582 fedeli che dopo l'intervallo hanno cominciato persino ad annoiarsi perché il Galles a lungo non è riuscito a marcare così come l'Italia, troppo monotona nei suoi tentativi e priva - per scelta, per incapacità - di gioco al piede che potesse mettere qualche dubbio alla difesa dei rossi.
 



Galles insomma micidiale, Italia inizialmente velleitaria e anche intraprendente con la doppia regia di Allan e Canna, ma poi costretta a inseguire per tutto il primo tempo che arriva al the sul pesantissimo 21-0.

I Dragoni sono chirurgici nel bloccare le iniziative degli azzurri: hanno in Tipuric e Wainwright più tentacolari di un'idra nel fermare a terra i giocatori azzurri in avanzamento che pure dovrebbero essere meglio sostenuti. Il risultato è che l'Italia gioca e i gallesi segnano punti grazie ai penalty concessi a macchinetta dall'arbitro inglese Pearce che nel dubbio sceglie sempre i Dragoni. Al 14' siamo già sul 9-0 e si perdono nella memoria gli attacchi anche ben orchestrati dall'Italia che il nuovo ct Franco Smith ha ben allestito.

Bene il mediano di mischia Braley, ottime le terze linee Polledri, Negri e Steyn, ma poi il fuoco azzurro si spegne nell'attimo decisivo. La differenza scaturisce dalla classe sopraffina di stelle come Halfpenny e Biggar  che letalmente sfruttano ogni occasione: la prima meta di Josh Adams sboccia da un'azione in prima fase da touche al 18', la seconda da un gioco di prestigio di Biggar che poi infila anche l'angolatissima trasformazione. All'alba del 40' prima vera occasione azzurra da penaltouche: ci proviamo due volte, ma l'efficacia della manovra non c'è proprio. Fin troppo facile per il Galles. 

Non a caso il player of the match (non dice più man e chissà perché) è Justin Tipuric, oscuro demone distruttore delle iniziative azzurre, e non gli stellari e angelici Josh Adams e George North che segnano mete, ben tre il primo.

Il pronostico impietoso è stato rispettato, anzi di più, ma era lecito attendersi qualcosa di più dall'Italia in nuovo formato? Sì, e per quanto difficile da intravedere nella filigrana tutta gallese del match, a livello individuale molti azzurri sono stati persino bravi a partire delle terze linee, comprese le riserve come Giovanni Licata. Interessante l'esperimento con l'apertura Canna al centro dei trequarti, mentre Allan non arriva alla sufficienza. Minozzi resta un furetto, ma se non varia il gioco non può pretendere i bucare degli assi come i gallesi. Bene sia mischia sia touche dell'Italia con il debuttante Cannone che non ha mostrato esitazioni nel buttarsi nelle fauci dei Dragoni. Ma tante individualità, per quanto apprezzabili, non hanno mai fatto una squadra di rugby efficace se non si raccordano.

Il cammino di Franco Smith resta tutto in salita, dal fondo di 23 sconfitte consecutive.  

Galles-Italia 42-0
Marcatori: p.t. 3’ cp. Biggar (3-0); 10’ cp. Biggar (6-0); 15’ cp. Biggar (9-0); 18’ m. Adams (14-0); 30’ m. Adams tr. Biggar (21-0); s.t. 19’ m. Tompkins tr. Biggar (28-0); 36’ m. North tr. Halfpenny (35-0); 40’ m. Adams tr. Halfpenny (42-0)
Galles: Halfpenny; McNicholl (11’-21’ pt. Tompkins), North, Parkes (12’ st. Tompkins), Adams; Biggar (28’ st. Evans J.), Williams (20’ st. Webb); Faletau (12’ st. Moriarty), Tipuric, Wainwright; Jones A.W. (cap), Ball (15’ st. Hill); Lewis (20’ st. Brown), Owens (23’ st. Elias), Jones W. (15’ st. Evans R.)
all. Pivac
Italia: Minozzi; Sarto L. (16’ st. Hayward), Morisi, Canna, Bellini; Allan, Braley (30’ st. Palazzani); Steyn, Negri (16’ st. Licata), Polledri; Cannone N. (30’ st. Budd), Zanni (6’ st. Lazzaroni); Zilocchi (6’ st. Riccioni), Bigi (cap, 28’ st. Zani), Lovotti (6’ st. Fischetti)
all. Smith
arb. Pearce (Inghilterra)
Note: tetto del Principality Stadium chiuso, 68.582 spettatori. Debutto in Nazionale per Niccolò Cannone e Danilo Fischetti.
Calciatori: Biggar (Galles) 5/6; Halfpenny (Galles) 2/2
Guinness Player of the Match: Tipuric (Galles)


Arbitro Luke Pearce (Inghilterra)
TMO: James Leckie (Australia)

***

LA PRESENTAZIONE
CARDIFF Piove, il tetto del possente stadione è stato chiuso indispettendo Dio che non potrà vedere il rugby, il gioco più amato nel Regno dei Cieli e per di più oggi qui a Cardiff, qui al di là della Manica, non siamo più nell'Unione Europea dopo che nella notte è scattata definitivamente la Brexit. Ah, come il solito il pronostico è peggio della grandine per gli azzurri che per la 21ma volta si avventurano nel Sei Nazioni: contro il Galles (diretta DMax dalle 15.15), secondo i bookmaker, perderemo di almeno 20 punti.

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Eppure sopra agli azzurri il cielo è sereno, almeno nell'attitudine con cui l'assai rinnovato gruppo dell'Italia si appresta a sfidare i terribili Dragoni. Di più: non mancano persino le sorprese nel cilindro del neo ct dell’Italia, Franco Smith, per reggere l’urto del Galles campione in carica del Sei Nazioni .

È la 101ma partita dell’Italia nel Sei Nazioni quella di oggi al Principality Stadium contro i Dragoni, ma di già visto in realtà c’è solo l'annunciata sconfitta che porterà la striscia nera a quota  23, con l'ultima vittoria scritta sul marmo nel remoto 2015. Il resto, invece, è tutto nuovo a cominciare dal fatto che ieri sera gli azzurri sono andati a letto nell’Unione Europea e questa mattina si sono svegliati fuori di essa. The Championship, però, esiste da ben prima della Ue e della Brexit (primo match nel 1883) e continuerà ancora a fare da formidabile collante fra Regno Unito (Inghilterra, Scozia e Galles), Irlanda (un unica nazionale per tutta l’isola), Francia e Italia: una bella fetta di Europa, insomma, unita da mete e placcaggi. 



E poi l’Italia ha cambiato ct ingaggiando il sudafricano con ampio uso d’Italia, Franco Smith, e il capitano: dall’eterno Sergio Parisse, che tornerà in campo nell’ultimo turno il 14 marzo contro l’Inghilterra per salutare la maglia azzurra portata 138 volte, al tallonatore di Reggio Emilia, Luca Bigi. 

«Forza ragazzi, positivi!» ha detto proprio il nuovo condottiero, 27 anni, ragioniere e interprete, al drappello dei cronisti suiveurs dopo aver catechizzato a lungo nell’ultimo allenamento i compagni stretti a cerchio al centro del maestoso Principality Stadium con il tetto chiuso per la pioggia. «Certo che sarò emozionato fino al midollo giocando per la prima volta in questo tempio davanti ad almeno 69mila fedeli - ha detto ancora Bigi - ma in questi giorni mi hanno fatto molto piacere i messaggi di ex capitani quali Sergio, Troncon, Ghiraldini, Bortolami e anche quello dell’ex ct O’Shea. Il Galles è fortissimo, lo sappiamo, è campione in carica, ma state certi che ci faremo valere. Con Franco abbiamo anche preparato qualche sorpresa».



Ovvero la doppia regia (Allan e Canna) e qualche stratagemma in touche per fronteggiare le torri gallesi, le più forti del Torneo, che si troveranno di fronte il più veterano degli azzurri, Alessandro Zanni, 36 anni ieri, e il più giovane, la matricola Niccolò Cannone, 21 anni, un colosso dall’inaudito coraggio. Gli stessi Dragoni, inoltre, non nascondono di temere la freccia Minozzi, star nel campionato inglese.

«Puntiamo a dare unità e identità alla nazionale - ha aggiunto il ct Smith- I primi segnali, inquesto cammino di rinnovamento, sono convincenti». 



IL CALENDARIO
Primo turno (dirette DMax). Oggi alle 15.15 Galles-Italia, alle 17.45 Irlanda-Scozia; domani alle 16 Francia-Inghilterra


Paolo Ricci Bitti
 

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