Sei Nazioni, azzurri a testa alta, l'Inghilterra soffre fino a 10 minuti dal termine: 36-15

Sei Nazioni, azzurri a testa alta, l'Inghilterra soffre fino a 10 minuti dal termine: 36-15
di Paolo Ricci Bitti
4 Minuti di Lettura
Domenica 26 Febbraio 2017, 15:43 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 14:33

dal nostro inviato
LONDRA Il giorno in cui gli italiani insegnano il rugby agli inglesi e a casa loro, dove il rugby è stato inventato - è arrivato ed è stata una somma soddisfazione vedere i maestri, i padroni del gioco, e il loro guru nippo-australiano battere in testa senza più coordinate, senza più bussole o navigatori per quasi tutto il match in cui avrebbero invece dovuto disporre degli azzurri come manichini per una vetrina. Certo, è finita 36-15, ovvero sei mete a due, ovvero Italia ancora battuta e non di poco, ma al the gli azzurri erano incredibilmente davanti 5-10 e a dieci minuti dalla fine il tabellone dell'ammutolita Fortezza di Twickenham, sferzata dal vento gelido e sgretolata azione dopo azione dai geniali genieri italiani, diceva 22-15, insomma azzurri ancora in partita.

Altro che mareggiata senza speranze per l'Italia: il Times aveva sostenuto che solo una vittoria con uno scarto di almeno 68 punti avrebbe potuto essere considerata soddisfacente per una squadra che non perde da 16 (adesso 17) match, di cui 15 (adesso 16) con la firma di Eddie Jones.

Invece Parisse e compagni hanno eseguito alla perfezione un diabolico piano di gioco messo a punto in settimana dallo staff tecnico: l'idea è del sudafricano campione del mondo Brendan Venter, specialista della difesa (in questi giorni di vigilia lodato in maniera sperticata proprio da Jones) e il ct irlandese Conor O'Shea l'ha disegnata sulla mappa del prato di Twickenham con l'aiuto dell'inglese campione del mondo Mike Catt (addetto ai trequarti) e di Giampiero De Carli, specialista della mischia.

Abbiate pazienza per le prossime righe: evitando di lottare per i palloni a terra durante ogni ruck (termine neozelandese maschile che indica l'azione di mettere l'ovale al suolo una volta che si è stati placcati), gli azzurri hanno impedito che si definisse la linea del fuorigioco e così hanno potuto ogni volta invadere il campo inglese per bloccare le linee dei passaggi del mediano avversario.

Beh, pare l'uovo di Colombo e lo è. Fatto sta che i colossali inglesi della mischia e anche i cervelli i brillantissimi cervelli Farrell e Ford non hanno più capito nulla assillando l'arbitro francese Poite che alla fine è persino sbottato (lo si è sentito benissimo grazie alle radioline a disposizione dei tifosi): «Scusate - ha detto più volte al capitano inglese Hartley che sembrava davanti a una lavagna con un'equazione di ventesimo grado - ma io faccio l'arbitro, non l'allenatore: se non capite le regole rivolgetevi al vostro tecnico». Roba che non si era mai sentita, neppure da quella sagoma dell'arbitro Nigel Owens. Non che fosse facile giocare con questa tattica parecchio rischiosa: serviva rigore, coraggio e disciplina e Parisse & Co. hanno dimostrato quanto fossero infondati i discorsi sul valore dell'Italia nel mondo del Sei Nazioni.

SENZA CERTEZZE
Con questo stratagemma gli azzurri hanno tolto ogni munizione all'invincibile armata inglese che vagava disorientata sul prato senza mai riuscire, nei primi 23 minuti (un'eternità), ad affacciarsi nella metà campo italiana. Poi Cole ha aperto le marcature (5-0) ma poco dopo Allan, che aveva ciccato (maledizione) due penalty potabili, ha infilato una magnifico drop (5-3). Poi ha spedito sul palo la palla che è però rimbalzata sulle braccia del lesto Venditti (come era accaduto due anni fa contro la Scozia): la fortuna aiuta gli audaci e gli intelligenti. E così all'intervallo azzurri avanti 5-10. Epperò adesso vedremo nella ripresa che gli inglesi si rifaranno con gli interessi. Macché: lo stato confusionale è durato altri 30 minuti in cui Campagnaro ha risposto con una meta imperiale in slalom (tre rivali superati) a quelle di Care, Daly e Nowell: 22-15, Italia ancora agganciata. Solo negli ultimi 10 minuti la quinta e la sesta meta inglesi hanno dilatato il punteggio, ma ormai gli azzurri avevano conquistato il loro obbiettivo: uscire a testa alta da Twickenham



IL TABELLINO
INGHILTERRA: Brown; May (16'st Nowell), Tèo (36'st Slade), Farrell, Daly; Ford, Care (12'st Youngs); Hughes (32'st Clifford), Haskell (32'st Wood), Itoje; Lawes, Launchbury; Cole (32'st Sinckler), Hartley (16'st George), Marler (16'st Vunipola M.). Allenatore: Jones. ITALIA: Padovani; Bisegni (12'st Benvenuti), Campagnaro, McLean, Venditti; Allan (22'st Canna), Gori (35'pt Bronzini); Parisse, Favaro (18'st Mbandà), Steyn; Van Schalkwyk, Fuser (31'st Biagi); Cittadini (12'st Ceccarelli), Gega (33'st D'Apice), Lovotti (18'st Rizzo). Allenatore: ÒShea.
ARBITRO: Poite (Francia).
MARCATORI: p.t. 25' m. Cole (5-0); 33' drop Allan (5-3); 40' m. Venditti tr. Allan (5-10); s.t. 4' m. Care (10-10); 7' m. Daly tr. Farrell (17-10); 21' m. Campagnaro (17-15); 30' m. Nowell (22-15); 33' m. Tèo tr. Farrell (29-15); 39' m. Nowell tr. Farrell (36-15).
NOTE: primo tempo 5-10. Calciatori: Allan (Italia) 1/4; Farrell (Inghilterra) 3/7; Padovani (Italia) 0/1. Punti conquistati in classifica: Inghilterra 5; Italia 0. Man of the match: Launchbury (Inghilterra).



 

© RIPRODUZIONE RISERVATA