Apocalisse Coppola, "Megalopolis" è uno shock

In arrivo a Cannes, è già leggenda: 135 minuti di sesso e violenza, e gli Usa come l’antica Roma. Con Adam Driver

Apocalisse Coppola, "Megalopolis" è uno shock
di Gloria Satta
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Domenica 21 Aprile 2024, 09:02

New York distrutta da una catastrofe accidentale, la lotta tra l’architetto utopista Adam Driver, che vorrebbe ricostruire la città secondo un modello sostenibile, e il sindaco Giancarlo Esposito che si oppone, scene di sesso mai viste, tra cui un amplesso ultra-trasgressivo tra Shia LaBeouf e Nathalie Emmanuel, ma c’è anche una spettacolare erezione dell’85enne Jon Voight ricoverato in ospedale. E poi orge, droga, violenza a volontà al centro di un racconto distopico che, ispirandosi all’epopea dell’antica Roma, in 135 minuti stravolge le convenzioni narrative cinematografiche, mischiando il passato con il terrificante futuro dell’America. Mentre i distributori si tirano indietro convinti dell’«invendibilità» del progetto che, costato 120 milioni di dollari, ha avuto una tormentatissima gestazione quarantennale: Megalopolis, il nuovo film di Francis Ford Coppola, sarà lo choc del 77mo Festival di Cannes in programma dal 13 al 25 maggio.


LE REAZIONI
A 85 anni il regista del Padrino, uno dei pochissimi ad aver vinto due Palme d’oro (per La conversazione e Apocalypse Now) parteciperà in concorso il 17, sfidando illustri colleghi tra cui Paolo Sorrentino in lizza con Parthenope, Yorgos Lanthimos e il suo Kinds of Kindness, David Cronenberg con The Shroud. E il mondo del cinema, proprio come avvenne nel 1979 quando Apocalypse Now deflagrò sulla Croisette, si è già diviso: tra i pochi addetti ai lavori presenti alla proiezione super-segreta di Megalopolis su schermo Imax, avvenuta a Los Angeles tre settimane fa, i giudizi oscilanno tra «capolavoro» e «schifezza», «puro voyerismo» e «no, è una denuncia politica». Di certo Coppola, che ha dedicato la sua lunga carriera (benedetta da sei Oscar) a sfidare i rituali e il potere di Hollywood, anche questa volta ha voluto dire la sua con la massima libertà, accostando la storia degli Stati Uniti all’epopea dell’antica Roma proprio mentre si prospettano le combattutissime elezioni presidenziali.


«Credo nell’America», ha dichiarato il regista poco prima della proiezione di Los Angeles, «i nostri Fondatori presero in prestito la Costituzione, il diritto romano e il Senato per il loro rivoluzionario governo senza un re: la storia americana non avrebbe potuto svolgersi e avere successo senza la guida dell’insegnamento classico». È per questo che nel film, interamente finanziato dallo stesso Coppola dopo la vendita dei suoi vigneti californiani per 500 milioni, i protagonisti hanno pettinature e nomi ispirati all’iconografia dell’Urbe: Cesar è il personaggio interpretato da Driver, Cicero quello incarnato da Esposito, e si chiama Julia la figlia socialite del sindaco (Nathalie Emmanuel) con cui Cesar, tanto per complicarsi la vita, vive una rovente storia d’amore.

Completano il cast Dustin Hoffman barbuto, Laurence Fishburne e la sorella del regista, Talia Shire.


LE ORIGINI
Megalopolis viene da molto lontano. Francis aveva cominciato a scrivere la sceneggiatura nel 1983, poi la difficoltà di trovare un produttore aveva bloccato il progetto che, ripescato, avrebbe subito un’ulteriore interruzione nel 2001 dopo la tragedia dell’11 settembre: «Ho lasciato perdere. on avrei potuto girare un film sulla bontà dell'essere umano mentre imperversava il terrorismo», spiegò il maestro. Finalmente, sanati i debiti e ritrovata l’ispirazione, Coppola si è nuovamente messo al lavoro deciso a infondere nel kolossal «tutto quello che ho imparato nella mia lunga carriera, a cominciare dal teatro che scoprii a 16 anni».


LA PROMOZIONE
Ora che Megalopolis lo ha riportato sul set a tredici anni dallo sperimentale Twixt, il regista non si aspetta che il suo lavoro «venga capito da tutti, almeno non da subito». In attesa del responso di Cannes, continua la caccia al distributore americano, difficilissima anche alla luce dei costi dell’eventuale promozione, stimata intorno ai 100 milioni di dollari. Senza contare un ulteriore ostacolo: sarebbe impensabile la partecipazione di Dustin Hoffman e LaBeouf, accusati entrambi di molestie. Anche se i due attori si sono sempre proclamati innocenti. 

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