Gatlin super, corre i 100 in 9"75
Emozioni con Pichardo e Lavillenie

Gatlin super, corre i 100 in 9"75 Emozioni con Pichardo e Lavillenie
di Carlo Santi
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Giovedì 4 Giugno 2015, 22:45 - Ultimo aggiornamento: 23:20
Justin Gatlin è il re di Roma. Lo sprinter statunitense ha vinto i 100 metri del Golden Gala, 9”75 per lui, un solo centesimo in più rispetto al suo primato personale ottenuto appena venti giorni fa. Meetin di grande livello, buon pubblico: un solo neo: pochi e non di qualità gli atleti italiani. Nessuno come lui, come Justin Gatlin, almeno fino a quando non tornerà lo splendente Bolt. Gatlin a Roma ha già vinto quattro volte (tre di fila) e stasera è apparso davvero di un altro pianeta, irresistibile e imprendibile per tutti. Appena lasciati i blocchi per correre e dato potenza al motore, il divario con gli altri è stato nettissimo. Il secondo e il terzo, il francese Jimmy Vicaut e Michael Rodgers, americano come lui, tutti e due accreditati di 9”98, gli hanno reso più di due metri. Un’enormità.

Era atteso Pedro Pablo Pichardo nel salto triplo. Il cubano, che presto sarà il primatista del mondo della gara della quale adesso è il padrone, ha vinto la gara con 17.96, misura ottenuta al secondo tentativo. Al terzo si è disunito, ha avuto qualche problema che gli ha fatto rinunciare alla quarta e quinta prova. Ha provato l’ultimo salto, ha cominciato la rincorsa ma si è fermato. In ogni caso un risultato brillantissimo il suo.

Brillante è stato anche Renaud Lavillenie era ha emozionato il numeroso pubblico dell’Olimpico con tre balzi a 6.01 dopo aver vinto la gara con 5.91, performance che nell’84 qui aveva superato il connazionale Vigneron ed era record del mondo durato poco perché, subito dopo, Sergey Bubka si è arrampicato a 5.94. Tre tentativi falliti da Renaud al termine di una grande prova che ha visto il brasiliano Braz secondo con 5.86.

Delusione per la prima uscita all’aperto di Alessia Trost che non è riuscita a superare 1.90. Due salti per cominciare, 1.80 e 1.85, e poi il tonfo a 1.90 con una rincorsa da rivedere. A vincere, con il primo 2.00 della stagione, è stata la spagnola Ruth Beitia davanti a Blanka Vlasic (1.97).

Alessia Trost ha deluso ma hanno deluso gli altri (pochi) italiani in gara. Libania Grenot nel giro di pista è finita ottava con 51”72 nella gara vinta dalla statunitense Francena McCorory con 50”36. Nei 200 metri vinti a sorpresa dal greco Tsakonas con 20”09 davanti al transalpino Lemaitre (20”28) e al britannico Adamn (20”32) i nostri Desalu e Marani hanno chiuso in ottava e nona posizione ma con 21”42 e 21”44. E’ un po’ troppo. Meglio ha fatto Giordano Benedetti negli 800 metri, ottavo con 1’45”07 nella gara vinta da Aman con 1’43”56 davanti ad Amos staccato di 24 centesimi.

Il Golden Gala ha applaudito altri cinque mezzofondisti che hanno corso i 5000 in meno di 13’: adesso nella storia del meeting romano siamo a quota 71. A vincere è stato l’etiope Yomif Kejelcha con 12’58”39 ed è curioso come il suo risultato sia identico al tempo realizzato qui, nel luglio dell’87, da Said Aouita: quella volta il marocchino è stato il primo ad abbattere il muro dei 13’. Una gara davvero storica.

Shelly-Ann Fraser-Pryce è stata bloccata in riscaldamento. A vincere i 200 metri è stata la californiana Jeneba Tarmoh con 22”77. L’attesa prova dei 100 ostacoli, gara degna di una finale olimpica, ha perso le protagoniste: Sally Pearson è finita contro la quarta barriera ruzzolando sulla pista e facendosi male al polso sinistro, una lussazione che l’ha costretta al pronto soccorso del Gemelli. Out anche Brianna Rollins. La statunitense Sharika Nelvis ha battuto tutte con 12”52.

Il russo Sergey Shubenkov ha vinto i 110 ostacoli con 13”23, nel peso il gigante tedesco che si è allenato negli States, David Storl, ha vinto con 21.46 mentre nel lancio del giavellotto il ceco Vitezslav Vesely ha lanciato a 88.14 e ha superato il keniano Julius Yego, l’unico campione del suo Paese che si distingue in una gara non di mezzofondo o fondo, con 87.71.
Mezzofondo sempre brillante a Roma, e non solo con gli uomini. L’olandese (di passaporto) Sifan Hassan ha vinto i 1500 in 3’58”68 davanti alla statunitense Jenny Simpson (3’59”31) e all’etiope Dawit Seyaum (3’59”76).

I MASTER PROTAGONISTI
Numerose gare in apertura del meeting per i master, un bel segnale per chi ama l’atletica che può avere una bella vetrina. Si sono disputate gare di 200 metri maschili e femminili (il migliore è stato Mauro Graziano con 23”17 e Maria Ruggeri con 26”60) e 800 (Emanuela Baggiolini ha corso in 2’14”95 e Giuseppe Poli in 2’00”16) e poi le staffette 4x100 con la nazionale azzurra (Giancarlo D’Oro, Alfonso Di Fe, Roberto Barontini e Paolo Mazzocconi capaci di correre in 44”65 mentre la tra le donne successo del quartetto della Trieste Atletica (Betina Prenz, Elisabetta Dodi, Alessandra Grasso e Paola Capitanio) con 54”86 e con la Romatletica Footworks (Anna Sanna, Anna Micheletti, Loredana Turreni, Tiziana Stanziani) che ha corso in 58”48 nuovo primato italiano di categoria.
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