Ciclismo, Reverberi: «Noi professional senza calendario. Se non ripartiamo tante squadre chiuderanno»

Il manager Roberto Reverberi
di Francesca Monzone
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Venerdì 8 Maggio 2020, 23:00
Il ciclismo mondiale è in crisi, ma se chiarezza è stata fatta con il calendario world tour, ancora nulla è stato stabilito per le squadre professional e continental, che rappresentato un settore importante di questo sport. A far luce su questa situazione è Roberto Reverberi, genaral manager e direttore sportivo della Bardiani-CSF-Faizanè, squadra italiana che ha scoperto e fatto crescere tanti giovani talenti.
Quante gare siete riusciti a fare in questa stagione?
“Siamo riusciti a fare 2 ritiri e poi abbiamo corso in Argentina a gennaio e Colombia, poi due corse in Spagna e abbiamo finito con il Laigueglia”.
L’Uci principalmente si è occupata del Tour de France e poi degli altri giri e classiche, voi avete avuto proposte per un nuovo calendario?
“Siamo in contatto con l’Uci ma ad oggi non abbiamo notizie riguardo il nostro calendario. Sappiamo che ci sono delle gare che sono state rimandate e altre che sono state annullate, ma di fatto in mano non abbiamo nessuna ipotesi o una bozza su come ripartire”. 
Che proposte vi aspettate?
“Per noi è fondamentale correre un certo numero di mesi per salvare la stagione. Sono stato io a fare la proposta di correre fino a novembre, proprio per avere più mesi di attività a disposizione. Se non ci fanno correre le squadre come la nostra chiudono, anche noi abbiamo bisogno di dare un riscontro agli sponsor”.
Cosa pensa del Fatto che l’Uci ha dato precedenza al Tour de France nel nuovo calendario?
“La Federazione Internazionale ha cercato immediatamente di trovare una data per il Tour de France e poi di costruirci intorno un calendario. Questo però è quello che hanno voluto le squadre, sono state loro a spingere in questa direzione, perchè il Tour è il terzo evento più seguito al mondo e le squadre vogliono la loro vetrina. Il Tour si corre ogni anno e non ogni 4 anni come un mondiale di calcio e far correre il Tour vuol dire avere meno problemi con gli sponsor”.
Quanti giovani avete a  fine contratto?
“Noi abbiamo circa 7 corridori a fine contratto, per alcuni vorremmo fare un nuovo contratto e dargli una ulteriore possibilità, ma se non ripartiamo sarà impossibile e saranno tutti giovani che si ritroveranno senza squadra”.
Che organico ha la sua squadra?
"Attualmente abbiamo 20 corridori e con il resto del personale arriviamo a 40 elementi, che per una squadra professional che non ha diritto di partecipazione al world tour sono troppi. Noi ci troviamo così ad avere 3 gruppi in giro per il mondo e i costi sono diventati troppo elevati. L’idea sarebbe quella di poter avere degli organici ridotti per ottimizzare i costi e tenerci sulla qualità piuttosto che sulla quantità”. 
Qual è la cosa che oggi la spaventa di più?
"La nostra paura più grande è quella di non poter ricominciare. Non voglio dire che il ciclismo finirà, ma se non ripartiamo c’è tanta gente che si ritroverà senza lavoro. Spesso si sentono tifosi dire che sarebbe meglio bloccare tutto e ripartire nel 2021, m non capiscono che ci sono persone nel ciclismo che devono mantenere le famiglie a casa”.
I vostri sponsor come stanno reagendo a queste difficoltà? 
“Siamo tutti in difficoltà, sponsor e lavoratori. Gli sponsor per avere visibilità vogliono vedere le maglie con il nome correre e in più hanno i problemi con le produzioni. La gente deve capire che uno sponsor in una situazione come questa, pensa prima ai problemi aziendali e solo dopo alla squadra di ciclismo o di un altro sport. Se le aziende non riprendono la produzione e la vendita finisce veramente tutto”.
Voi siete l’unico team in Italia che fa riferimento all’Inps, che tipo di contributi avete ottenuto?
“Siamo riusciti ad avere la cassa integrazione in deroga per tre mesi, ma ci sono dei ritardi”. 
Come vive oggi la sua squadra?
"Viviamo nell’incertezza perché non sappiamo nulla e non riusciamo a fare previsioni. Oggi i dati relativi ai contagi del coronavirus sono buoni, ma tra un mese? Nessuno di noi sa leggere il futuro. Noi siamo una squadra che non ha dei budget importantissimi e abbiamo contratti che ci coprono sia per il 2021 che per il 2022, ma ci sono squadre grandi nel world tour, che una situazione del genere non possono tenerla e nell’ambiante già si parla di team che potrebbero chiudere”.
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