Roma, la difesa a tre è l'idea per salvare il mercato

Roma, la difesa a tre è l'idea per salvare il mercato
di Stefano Carina
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Martedì 14 Aprile 2020, 09:30
Premessa d’obbligo: immaginare alcuni calciatori ancora a Roma nella prossima stagione è realmente difficile. Tra chi ha fatto il suo tempo, altri ai quali sarà cercata una sistemazione per abbassare il monte-ingaggi, senza contare quelli che non rientrano più nei piani di Fonseca, la lista è lunga. Dodici, considerando qualche elemento in prestito in campionati minori, il numero lievita ancora. Eppure, tra un mercato estivo che presenta grandi incognite, un bilancio che - al netto della spalmatura di tre mensilità nei prossimi esercizi finanziari e della rinuncia allo stipendio di marzo da parte dei calciatori - chiuderà in forte perdita, una rosa che inevitabilmente si deprezzerà (il Cies valuta un -28% nei principali 5 tornei europei) diminuendo il margine di guadagno sulle plusvalenze delle cessioni programmate e una liquidità che sarà minore rispetto agli anni scorsi, qualcosa potrebbe cambiare in corsa. Anche alla luce delle parole di Fonseca al “Romanista” sulla difesa a tre: «Una volta la si interpretava in maniera difensiva, oggi invece la si utilizza anche in modo offensivo. Qui in Italia si usa bene e io penso di saperla utilizzare. Se vogliamo sfruttare le linee laterali è una buona idea».

IL PARADOSSO 
Un’apertura tattica che potrebbe addirittura rivalutare la rosa, qualora le prossime operazioni in entrata dovessero essere, gioco-forza, limitate. Potrà infatti sembrare assurdo ma già adesso la Roma ha più calciatori adatti a giocare con il 3-5-2 che con il 4-2-3-1. A partire dai laterali difensivi: Peres e Spinazzola, ad esempio, sono esplosi con Ventura e Gasperini proprio come quinti in una linea a 5. Ma anche Florenzi e Karsdorp, ora in prestito ma di ritorno in estate, più che terzini sono uomini che amano coprire tutta la fascia. Capitolo centrali: Kolarov come terzino ormai va in difficoltà quando viene attaccato nell’uno contro uno. Diverso sarebbe riproporlo centrale, posizione nella quale è già stato utilizzato nel Manchester City e con la quale allungherebbe la carriera. Discorso simile per Fazio: ormai vulnerabile a quattro, potrebbe ritrovare slancio (magari alternandolo a Cetin) difendendo a tre. Che poi, è il modulo con il quale è esploso Mancini a Bergamo (e con il quale s’è formato Ibanez) che invece, nel 4-2-3-1, sta palesando qualche lacuna. Ma non finisce qui. Perché il 3-5-2 potrebbe rilanciare anche Schick. Non più centravanti, non più trequartista, non più falso nueve ma semplicemente seconda punta, il suo ruolo naturale vicino a Dzeko. Che tra l’altro, quando ha avuto un partner con cui duettare (Grafite al Wolfsburg, Aguero al City e Salah alla Roma) se n’è sempre giovato. Un modulo che potrebbe anche fare a meno del trequartista (altrimenti spazio al 3-4-1-2), senza rinunciare alla qualità in mezzo con Pellegrini e Zaniolo intermedi e uno tra Veretout, Cristante, Diawara o Villar ad alternarsi nel ruolo di play/mediano. Aspettando l’arrivo di un regista di ruolo. 
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