Roma, Kolarov è scettico: «Difficile riprendere a maggio e finire entro il 30 giugno. Non sono ottimista»

Roma, Kolarov è scettico: «Difficile riprendere a maggio e finire entro il 30 giugno. Non sono ottimista»
di Gianluca Lengua
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Giovedì 19 Marzo 2020, 10:50 - Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 11:12
Ai tempi del coronavirus nulla è più incerto più del futuro. Anche se come Aleksandar Kolarov hai firmato un contratto per continuare a giocare a calcio fino al 2021 e magari proseguire la carriera nelle vesti di dirigente nello stesso club. Tutto questo, adesso, è diventato incertezza e ad ascoltare il terzino serbo i termini imposti dal governo per riprendere tutte le attività sono troppo ottimisti: «Francamente non so come si possa ricominciare a maggio e finire entro il 30 giugno. Lo spero, ma non sono molto ottimista», ha detto Kolarov a “sportklub”. Il difensore è rimasto molto colpito dall’emergenza sanitaria mondiale che ha scatenato una pandemia e con difficoltà vede la luce in fondo al tunnel: «Vorrei scendere in campo prima possibile, ma dobbiamo ragionare. Considerando l’Europa League, dovremmo giocare 17 o 18 partite in due mesi. Fisicamente lo sopporteremo in qualche modo, ma vista la situazione in Italia non so come possa succedere. Nessuno può saperlo o pianificare qualcosa, non si sa quanto tempo potrebbe richiedere. In Cina, hanno messo le cose sotto controllo per quattro mesi e il loro regime è molto più rigoroso che in qualsiasi altra parte d'Europa. Anche se mi piacerebbe che si iniziasse a giocare, sono pessimista al riguardo». Poi l’attacco a chi non rispetta le regole imposte nel decreto governativo: «Molte persone non hanno preso sul serio la situazione.Tutti dovrebbero essere responsabili non solo di se stessi, ma anche delle altre persone. Gli esperti stanno lavorando duramente per aiutare tutti noi. Se si dice che bisogna restare a casa, si resti a casa a casa. L'autodisciplina e il rimanere a casa possono risolvere questo problema. Se continuiamo così, non lo risolveremo. Un esempio è la Cina, il paese più popoloso del mondo, che è riuscito a contenere l'epidemia in quattro mesi.  Avremo bisogno di meno tempo se saremo disciplinati». 

IL TEMPO A CASA

Difficile trascorrere le giornate isolati a casa, anche per chi ha a disposizione una villa con giardino. Gli allenamenti, infatti, non possono avere la stessa intensità di quelli svolti nel centro sportivo anche se la Roma ha messo a disposizione di tutti i giocatori strumenti idonei a non restare indietro con la preparazione: «Comunichiamo costantemente con i preparatori e cinque giorni fa, ogni giocatore ha ricevuto un programma. Ci hanno portato le cyclette e anche alcune cose da mangiare, in modo da non dover uscire o uscire il meno possibile. Da programma dovremmo rivederci domenica, ma non credo succederà. Grazie a Dio nessuno della Roma ha il virus ma, se iniziassimo ad allenarci, probabilmente accadrebbe. È probabile che il ritorno allora venga ritardato di altri sette giorni. Ho degli allenamenti privati ​​e posso correre nel giardino, ma è molto difficile mantenere la forma fisica richiesta per il calcio. Quando ci riuniremo di nuovo dovremmo iniziare a giocare le partite, ma non so come sarà fattibile. Alcuni giocatori vivono in appartamenti e non hanno le condizioni per allenarsi normalmente. Quindi ci vorrà più tempo per entrare nel ritmo della competizione. Ma, onestamente, nessuno ci sta pensando in questo momento».
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