FANTASIA AL POTERE
Per uno come lui non è stato facile rientrare in una Lazio che andava a mille all’ora. E, paradossalmente, tutto ciò ha complicato le cose un po’ per via del carattere, non proprio reattivo, un po’ perché Luis Alberto, Immobile e Milinkovic-Savic sembrano trovarsi a occhi chiusi in campo e intendersi a meraviglia. Inzaghi però crede tantissimo nel talento e nelle qualità di Felipe, tanto che, appena ha potuto, l’ha subito reinserito. La risposta però non è stata ancora quella attesa. Il tecnico parla spesso con lui per stimolarlo e pungolarlo sempre di più. Nella sua testa vorrebbe tanto tentare di costruire una squadra con più qualità possibile, anche perché riuscire a far coesistere il brasiliano o lo stesso Nani insieme a Luis Alberto dietro a Immobile sarebbe il sogno di qualsiasi allenatore. Inzaghi, anche per avere un’alternativa di classe in più e dargli un’ulteriore chance, gli avrebbe perfino prospettato l’idea di tornare a volte a fare il centrocampista esterno, come l’anno scorso, ma il calciatore non sembra convinto. Col Chievo ha fatto molto bene, a San Siro è andato a sprazzi, cominciando benissimo, ma arrancando venti minuti prima di essere sostituito.
REAGIRE O CADERE
E’ arrivato il momento di avere una reazione da calciatore importante qual è, senza deprimersi. Col Genoa, viste le assenze di Milinkovic-Savic e Lulic la tentazione di dargli un’altra opportunità insieme a Luis Alberto è tanta, ma allo stesso tempo complicata per via dell’equilibrio tattico. La Lazio e il suo allenatore credono moltissimo nella sua classe e pensano che Felipe Anderson possa rappresentare l’arma in più per questo finale di stagione. Tocca a lui, stavolta, avere il guizzo decisivo per aiutare i compagni a crescere ancora di più e prendere per mano la squadra. Un po’ come fece nel 2015 quando grazie a lui i biancocelesti sfiorarono il clamoroso sorpasso sulla Roma. Ecco da adesso fino a maggio serve quel Felipe lì.
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