Nicchi o Trentalange, domani l'Aia sceglie tra presente e futuro

Nicchi o Trentalange, domani l'Aia sceglie tra presente e futuro
di Roberto Avantaggiato
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Sabato 13 Febbraio 2021, 19:50

Sarà una corsa all’ultimo voto quella di domani mattina a Fiumicino. In palio, la poltrona di presidente degli arbitri italiani, da 12 anni occupata da Marcello Nicchi.E che ora Alfredo Trentalange, ex suo compagno di squadra, reclama in nome un rinnovamento che, a dire il vero, tale non è del tutto. Ma, pur di mettere fine ad un’egemonia che a tanti non è piaciuta, anche proporre l’ex presidente del settore tecnico, accompagnatore dell’era Nicchi, va bene.

“La base vuole cambiare”, il refrain fatto circolare dalle sezioni. Cambiare toni, cambiare registro, cambiare metodi perche quelli del presidente uscente, dentro o fuori la squadra, non piace più. Finora, chi era contro poteva accomodarsi alla porta. D'altronde, l'ex arbitro toscano e fatto così: deciso, autoritario e anche poco incline ad accettare le critiche. Che negli ultimi anni non sono davvero mancate. A cominciare da quella di aver  politicizzato l’Aia, mettendo a disposizione il peso elettorale (2%) nelle elezioni federali. “Noi siamo un organo superpartes” il moto che caratterizzava gli arbitri quando arrivava il momento di votare. Poi, con l’elezione di Tavecchio qualcosa è cambiato: prima sposando una causa persa (Albertini) poi sostenendo lo stesso ex numero uno della Lnd, quando Tavecchio ha scoperto (e come lui altri...) che stare in via Allegri non è poi così male.

A contrastare la riconferma di Marcello Nicchi ci sarà Alfredo Trentalange, il cui carattere è all’opposto di quello del reggente. Anche quando arbitrava il fischietto torinese non amava mostrare i muscoli. Sapeva comunque farsi rispettare, ma senza digrignare denti o ingrossare la giugulare. I programmi presentati dai due candidati si specchiano in alcuni punti (i maligni usano invece il verbo copiare), segno evidente che entrambi sanno qual è il male che affligge l'Aia, che registra uno spaventoso -5.000 nel numero degli associati. Entrambi chiedono il limite ai mandati, maggiore trasparenza è una preparazione tecnica migliore. Passaggi che dovrebbero porre un argine alla fuga dei giovani fischietti, a dire il vero spaventato da violenza, difficoltà nei rimborsi e meritocrazia che non sempre prevale sulle logiche delle politiche sezionali.

La campagna elettorale è stata diversa, non più con quel porta a porta nelle sezioni che dava modo ai condidati di tastare il polso della situazione in prima persona.

Gli incontri ci sono stati, ma on line. Un metodo che Trentalange avrebbe voluto anche nelle votazioni, perché, ha sostenuto, "far spostare 400 persone da tutta Italia di questi tempi è quantomeno inopportuno”. Ma niente da fare. Nicchi ha risposto picche, appellandosi alle norme che consentono di svolgere assemblea in presenza e a quella della Figc (alla quale guarda ancora con interesse) che da par suo non rinuncerà alla presenza degli elettori, il prossimo 22 febbraio all'Hilton di Roma.

Avere gli elettori in presenza, oltretutto, non farà mancare il rito della "notte dei lunghi coltetti" (come la chiamano gli associati), ovvero l'ultimo assalto verbale per convincere questa o quell’altra parte a spostare il proprio voto, magari con qualche meeting notturno. Se la notte avrà portato consiglio lo sapremo dopo pranzo, sempre che non ci sia bisogno di un ballottaggio. Già perché se Nicchi ottenesse una maggioranza superiore al 50% ma inferiore al 55% si dovrebbe andare (nel giro di un’ora circa) ad una seconda votazione. A Trentalange, per vincere basterà invece solo la metà più uno dei voti (che sono meno di 330), traguardo che i bene informati dicono molto, ma molto vicino. Al Nord quattro regioni sembrano in mano al candidato torinese (il Veneto è in bilico); al Centro il Lazio ha spostato il suo della bilancia verso Trentalange, mentre l’Emilia Romagna resta caposaldo di Nicchi che invece vede spaccata la sua terra, la Toscana. Al Sud, infine, sono due le regioni (Calabria e Sicilia) che faranno da ago della bilancia per l'uno o l'altro candidato. I votanti sono 329, con 207 presidenti di sezione, 117 delegati e 5 arbitri benemeriti. Di cui, però, due hanno già datetto che non si saranno.

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