Il caso Gavillucci scuote gli arbitri

Il caso Gavillucci scuote gli arbitri
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Venerdì 25 Gennaio 2019, 09:30
Dismesso a giugno dalla Can-A, Claudio Gavillucci (36 anni) da mercoledì scorso è di nuovo un direttore di gara del massimo campionato di calcio. A deciderlo è stata la Corte Federale d’Appello, chiamata a pronunciarsi sul ricorso presentato dall’arbitro di Latina, dismesso dal Comitato Nazionale Aia per “motivate ragioni tecniche”. Il collegio presieduto da Sergio Santoro ha annullato «il Comunicato Ufficiale dell’Aia nella sola parte in cui comunica la dismissione del signor Claudio Gavillucci dalla Can A, deliberata in pari data dal Comitato Nazionale e, per l’effetto, annulla il provvedimento con il quale l’Aia ha disposto la predetta dismissione». 
LA PRIMA VOLTA
Un provvedimento che ha profondamente scosso il mondo arbitrale, che mai si era trovato davanti ad una situazione simile. Ora sarà interessante leggere le motivazioni che hanno portato alla pronuncia, che introduce come elemento nuovo la connotazione pubblicistica dell’Aia e con essa il dovere a rispettare la legge sulla trasparenza negli atti amministrativi. Proprio l’assenza di chiarezza nei giudizi dei direttori di gara è stato uno dei punti su cui si è fondato il ricorso presentato da Gavilucci, che ha denunciato la non corretta applicazione del regolamento, una non chiara e intellegibile valutazione dell’operato dell’arbitro, la mancata comunicazione della graduatoria di fine anno. «La nostra battaglia – commenta Gianluca Ciotti che insieme a Leonardo Guidi, peraltro un ex arbitro, ha assistito legalmente Gavillucci – l’avevamo in parte già vinta nel momento in cui, in questa stagione, per la prima volta in assoluto, gli arbitri hanno ricevuto copia dei referti con i voti, avendo così una idea della loro valutazione».
I TRIBUNALI
La vicenda Gavillucci era iniziata nel luglio scorso, quando l’arbitro di Latina aveva presentato ricorso contro la dismissione dalla Can A. Ricorso bocciato dal Tribunale Federale, a sua volta smentito dalla Corte Federale d’Appello che ad agosto aveva ravvisato nel primo procedimento «il difetto di contraddittorio nei confronti di almeno uno dei contro interessati». Sulla base di questo pronunciamento Gavillucci è stato reintegro nei quadri arbitrali e il 13 ottobre è andato a dirigere la gara del campionato Allievi fascia B, Vis Sezze-Tor de’ Cenci. Un ritorno che fece clamore, lui che vanta 135 partite arbitrate tra serie A (50), serie B (74) e Coppa Italia (11) e che nel maggio scorso aveva interrotto Sampdoria-Napoli per cori razzisti. 
Ieri il presidente dell’Aia Marcello Nicchi ha annunciato che «in attesa di conoscerne le motivazioni, non può che esprimere rispetto verso tale pronuncia, pur non condividendola, riservandosi ogni impugnazione». Che significherà, probabilmente, un ricorso al Collegio di Garanzia: «Ho qualche perplessità che questo ricorso si faccia», la replica dell’avvocato Ciotti. «L’Aia è una componente della Federazione e il ricorso contro una pronuncia del Tribunale Federale significherebbe porsi fuori da se stessi». L’attesa, dunque, è quella di sapere quando Claudio Gavilucci sarà convocazione per il raduno della Can A. «Ci aspettiamo che Nicchi applichi la sentenza, altrimenti siamo pronti a presentare una diffida per la sua immediata applicazione». 
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