Premier League,di scena il derby di
Manchester:la storia è cambiata
ora favorito è il City

Premier League,di scena il derby di Manchester:la storia è cambiata ora favorito è il City
di Benedetto Saccà
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Lunedì 24 Marzo 2014, 17:48 - Ultimo aggiornamento: 19:34
Chi mai lo avrebbe detto? O, meglio, chi mai lo avrebbe anche solo ipotizzato? Domani sera (ore 20.45, Fox Sports), del resto, la Premier League regalerà un derby di Manchester di certo inedito, visto che la squadra favorita e, soprattutto, l’unica impegnata nella corsa verso il titolo sarà soltanto il City di Pellegrini. Lontane, dunque, le stagioni, come la scorsa fra l’altro, segnate dal dominio dei Red Devils, dalla bravura di Ferguson, dai successi dello United utili per vincere i campionati.



Il tempo però è implacabile, si sa: stravolge la realtà, capovolge gli ordini costituiti, esalta gli ultimi e abbassa i primi, stupisce sempre per l’inesorabilità. I Citizens recitavano solo un ruolo cittadino secondario fino a pochi anni fa: dovevano condividere il palcoscenico con i cugini indiavolati quando non dovevano lasciar loro l’intera scena. E solo il campionato acciuffato da Mancini e Balotelli all’ultimo palpito del 2012 ha scacciato i fantasmi di un’inferiorità perfino imperante.



Bene, oggi tutto è cambiato, si diceva. D’accordo, il Manchester City è terzo nella Premier con un ritardo di sei punti rispetto al Chelsea, capolista, ma dovrà recuperare addirittura tre partite. È, insomma, potenzialmente primo. E, non va dimenticato, non ha neppure più il pensiero della Champions per la testa. Le prossime quattro gare diranno: d’altronde, la formazione di Pellegrini sarà opposta domani per l’appunto allo United, sabato all’Arsenal, il 5 aprile al Southampton e il 13 al Liverpool. Tutto o niente, ora si decide.



Viceversa, il Manchester Utd ancora campione d’Inghilterra alterna regolarmente pessime figure a prestazioni inappuntabili, sia pure sfoderate e confezionate grazie alle individualità, quasi mai sfruttando l’azione manovrata. Giggs, Rooney e van Persie sono formidabili, specie nelle sfide secche, nelle notti europee, ma certo non possono caricarsi l’intera squadra sulle spalle per tutte le 38 giornate del torneo. L’attaccante inglese, sabato, ha indovinato una traiettoria vincente da 53 (sic) metri e ha sopperito così all’indisponibilità del centravanti olandese, fermato per un mese da una distorsione al ginocchio. Un’assenza che di sicuro peserà.



I Red Devils, adesso, sono settimi in classifica: sono sì piombati nei quarti di Champions sulle ali della coppia Rooney più van Persie, eppure rischiano seriamente, per la verità, di non centrare un posto che valga l’Europa. Il tecnico Moyes avrà l’obbligo di limitare i danni, almeno per il finale della stagione: le risorse fisiche e mentali dovranno essere spese con accuratezza, distribuite fra la Champions e la Premier, perfino i sassi lo sanno. Il titolo è, però, volato al vento: un vento insolente e traditore, che ha beffardamente ribaltato gli equilibri della storia sportiva di una città. Chi mai lo avrebbe detto...
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