Il pareggio a dieci minuti firmato da Bardhi su calcio di punizione rovina la festa a Spalletti, che quasi cade pure lui davanti alla Macedonia del Nord come il suo predecessore Mancini un anno e mezzo fa. Lucio, al debutto, si salva in parte perché a Skopje esce solo un pari, che non pregiudica, ma un po’ lo complica, il cammino verso Euro 2024 (martedì si gioca a San Siro contro l’Ucraina e lì sì serve assolutamente la vittoria) ma lascia nella testa dei suoi calciatori molte incertezze, tante insicurezze, come in un recente passato.
Le occasioni sprecate
Perché l’Italia si è applicata molto, lo ha fatto seguendo i nuovi principi dell’allenatore, ma si nota come per tornare ad essere grandi serva tempo e non si può pretendere da Spalletti di risolvere i problemi con la bacchetta magica.
Il gol di Immobile
Di positivo c’è che la squadra ha ritrovato la continuità di Immobile, suo il gol del vantaggio/illusione e ha provato, in parte riuscendoci, a giocare un calcio propositivo. Questo ha portato la Macedonia a sfruttare le ripartenze e nel primo tempo l’Italia, pur creando, ha rischiato in più di un’occasione di prendere gol.
Stanchezza
Nella ripresa, qualcosa è cambiato nella testa dei giocatori azzurri, vittime anche della stanchezza. Non sono bastati gli ingressi di Zaniolo, Scalvini, Gnonto e Biraghi a dare freschezza, anzi, si è fatta molta confusione e Zaniolo ha commesso il fallo galeotto, quello che ha portato alla punizione del pari. La squadra si è abbassata troppo, ha subito il gioco della Macedonia.
Il pareggio
Il pareggio è stato inevitabile. E anche giusto. Contro l’Ucraina l’Italia avrà la possibilità di agganciare il secondo posto, che vorrebbe dire Euro 2024. A San Siro sì, conterà solo la vittoria per non finire in un altro dramma. E non lo auguriamo a Spalletti, che ha appena cominciato.