Pyeongchang, video e polizia: la sicurezza è soft

Pyeongchang, video e polizia: la sicurezza è soft
di Redazione Sport
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 7 Febbraio 2018, 12:57
Un sistema di sicurezza non invasivo e apparentemente 'soft' per vigilare sui Giochi di Pyeongchang. Visitando i luoghi olimpici la sensazione è di estrema tranquillità: polizia presente ma discreta, nessuno spiegamento di mezzi militari, controlli rapidi con i metal detector all'ingresso degli edifici sensibili. La scelta degli organizzatori è di non trasmettere l'impressione di un paese 'blindatò per un appuntamento di rilievo internazionale. Un paese in cui il rischio terrorismo è molto basso, la situazione politica interna è stabile, non esistono attriti di ordine religioso. L'unica zona di cautela è rappresentata dalla area di confine con la Repubblica Popolare Democratica di Corea, una fascia tra i 5 e i 20 chilometri che è sconsigliata e nella quale si possono trovare ancora campi minati. Ma si trova a un centinaio di chilometri dal teatro olimpico. Nella regione di Pyeongchang le giacche giallo fosforescente della polizia oppure le mimetiche ci sono ma non si notano. La prima cosa che balza agli occhi è che nessuno porta armi con sé, nè pistole nè mitra di ordinanza, al massimo uno sfollagente.
L'accesso al Villaggio Olimpico è gestito dai militari con un sistema elettronico per i controlli sulle identità, raggi x per le borse e metal detector per i visitatori. Quanto accade all'interno è tenuto sotto controllo dalla videosorveglianza. Al Main press center (Mpc) di Alpensia giovanissimi poliziotti presidiano l'ingresso, dove i controlli sono affidati ai volontari. L'atmosfera è rilassata. Poco più in là, davanti all'International Broadcast Centre (Ibc), spunta un mezzo blindato nero dei reparti speciali (Swat) della Korean national police, per vigilare su incrocio particolarmente trafficato. Passeggiando in strada non si sentono sirene. «La scelta - spiega Kim, uno delle migliaia di volontari - è stata di non militarizzare le città e di affidarsi piuttosto alla videosorveglianza. La Corea è un paese tranquillo e sicuro, questa è l'immagine che vogliamo dare al mondo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA