Dunque Fabien Galthie, il ct francese più vincente di sempre, vicecampione del mondo nel 1995 e considerato il miglior mediano di mischia all time dei bleus (Dupont è ancora giovane) al 61’ è stato inquadrato con cinismo dalla regia: in quel momento il suo viso era più nero dei nerissimi e voluminosi occhiali che rappresentano il suo principale vezzo. Un volto terreo, impietrito: davanti ai suoi occhi si è spalancato un abisso.
A 19 minuti dalla fine del match all’Olimpico, i suoi invincibili ragazzi venivano messi sotto dall’Italia che rappresentava solo una formalità nel suo piano avvicinamento al secondo Grand Slam (tutte vittorie) consecutivo nel Torneo e al trionfo nei Mondiali in autunno.
Pochi minuti dopo la stessa regia ha pescato in campo il viso di Ange Capuzzo: gli azzurri, pur stremati da un match durissimo, stavano cercando la meta del controsorpasso e della vittoria e lui si era inventato una scaltra touche (rimessa laterale) “rapida” che sembrava riuscita e che lo stava facendo galoppare verso il Paradiso. Macché, un’inezia ha spinto l’arbitro inglesi Carley a fischiare, giustamente, va detto. Beh, Ange, è stato inquadrato mentre sorrideva sotto i baffi (che non ha) nonostante la disdetta: il volto felice di un 23enne che ama follemente giocare a rugby.