Caso Osaka: «Ci sono le regole del gioco, ma averla punita per aver denunciato il suo malessere non aiuta»

Caso Osaka: «Ci sono le regole del gioco, ma averla punita per aver denunciato il suo malessere non aiuta»
di Romolo Buffoni
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Venerdì 4 Giugno 2021, 07:30

Professor Walter Bernucci, lei è uno psicologo psicoterapeuta che ha lavorato con gli sportivi avendo fatto il consulente per la Figc, come può un’atleta di livello mondiale come la Osaka soffrire fino a questo punto il confronto con i media?
«Sono giovani sottoposti a tensioni continue, costretti a essere performanti al massimo. Non a caso si è pronunciato Hamilton, che ha 35 anni e da tanto tempo sopporta tutto questo».
Qual è il pericolo avvertito dalla tennista?
«Vede, se in campo il “colpo” dipende dal suo braccio, dal suo talento, nel confronto con la stampa le parole vengono affidate e rappresentate da altri. Non si ha il controllo e ci si può sentire impreparati. Ma mi faccia precisare una cosa».
Prego.
«Ognuno di noi ha il suo vissuto e una sua storia che andrebbero indagati per poter dare, dal mio punto di osservazione, un giudizio professionale».
Ok. Come “situazione tipo” quindi cosa può essersi rotto nella Osaka?
«Innanzi tutto è una tennista, quindi sport individuale. Non ha una squadra sulla quale “spalmare” certe tensioni, determinate ansie. Non è sola chiaramente, ha un team che la supporta, ma in sala stampa va lei e la seduzione dei media può diventare difficile da gestire. La Osaka ha trovato nel sottrarsi la soluzione al problema».
La multa, ovvero l’atto sanzionatorio, che effetto può aver avuto?
«Ci sono le “regole del gioco”, d’accordo ma la multa può solo aggravare il disagio.

Perché la Osaka ammettendo la sua fragilità ha chiesto un aiuto e la punizione non può essere tale».

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