Internazionali, Muguruza: «Io favorita? Se lo dicono i bookmakers...»

Internazionali, Muguruza: «Io favorita? Se lo dicono i bookmakers...»
di Gianluca Cordella
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Lunedì 14 Maggio 2018, 10:42 - Ultimo aggiornamento: 10:43

Il 2018 di Garbine Muguruza, numero 3 del tennis femminile mondiale con un rapido passaggio anche sulla vetta della classifica Wta, finora è stato un saliscendi continuo, com’è ormai da quando s’è affacciata nel circuito. Pochi picchi - vittoria a Monterrey, finale a Doha - e molti passaggi a vuoto, a cominciare dall’eliminazione al secondo turno degli Australian Open per mano della modesta Su-Wei Hsieh, numero 88 del mondo venuta da Taipei. C’è stato anche qualche problema fisico di troppo, nel mezzo, ma ora le cose sembrano aver preso una piega migliore. O almeno così lascia pensare Garbine, che sfoggiando un sorriso solare ci spiega che «adesso tutto va per il verso giusto».
Davvero? A che punto è la sua condizione?
«Mi sento bene, giochiamo un torneo ricco di tradizione che mi piace molto e siamo sulla terra rossa: insomma è tutto positivo».
Lo sa che i bookmakers la indicano come principale indiziata per la vittoria finale?
«Mi fa piacere che mi considerino favorita. In fin dei conti è un privilegio quando pensano questo di te. E poi, se lo pensano loro, magari è vero...».
 



Nella sua carriera ha vinto relativamente poco, 6 tornei, ma fra questi ci sono 2 titoli dello Slam. Una percentuale di trofei “pesanti” impressionante.
«Sicuramente quando la posta in palio è molto alta riesco a rendere di più. Non so nemmeno io cosa mi succede di preciso ma è così. Ad ogni modo mi sembra una buona qualità, no?».
Il settimo sigillo può arrivare al Foro Italico?
«Speriamo. È un torneo che mi piace molto. Ormai vengo ogni anno e mi trovo sempre bene, sento l’affetto dei tifosi. Non c’è davvero nulla che non mi piaccia di questo torneo».
Nelle ultime due edizioni è arrivata in semifinale. Lo scorso anno è stata fermata da un infortunio, nel 2016 dall’exploit inatteso di Madison Keys. Pensa ancora a quell’occasione persa?
«Ogni tanto sì, ma sai, può succedere. In un torneo come questo tutte le partite sono difficili e tutte le giocatrici sono qui per dare il massimo. E questo è quello che conta, inutile stare a pensare al passato». 
Lo scorso anno, dopo il ko con la Mladenovic al Roland Garros, le sue lacrime in sala stampa hanno fatto il giro del mondo. 
«Era un momento difficile. Alla fine le persone sono ciò che sentono. Ci sono momenti in cui ti senti schiacciata dalla pressione e vorresti solo startene da sola, invece sei obbligata a stare tra la gente, magari perché c’è una conferenza. Se succede a me, davanti alla telecamere, fa il giro del mondo. Ma non è nulla di più di quello che molte persone vivono ogni giorno». 
Lei per cosa piange?
«Piango quando sono triste. Difficile vedermi piangere di felicità: la gioia mi fa sempre sorridere».
Da “Borg McEnroe” a “La battaglia dei sessi”, il cinema ha scoperto le storie di tennis. Se facessero un film su di lei che genere sarebbe?
«Sarebbe la storia di una ragazza sudamericana che è partita con poco e ce l’ha fatta. Sarebbe una storia di ispirazione». 
Com’è la sua vita oltre il tennis?
«Sinceramente, un po’ noiosa. Sono sempre in viaggio e quando non viaggio mi piace starmene a letto, passare tempo a casa mia – dove praticamente non ci sono mai – e stare con la mia famiglia. Non una vita così emozionante».
Quando sta sul letto di casa sua pensa anche a tornare numero 1 del mondo?
«Essere la migliore è sempre un mio obiettivo. Purtroppo però è anche il sogno di tutte le altre...».
 
 

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