Dorothea, cosa prova stando al centro dell'attenzione?
«Gareggiare in casa è difficile, perché ci sono tanti impegni extra sportivi, ma quando senti l'incitamento della gente sul percorso è stupendo».
Come sta fisicamente?
«Sugli sci non sono al top, ma sono positiva perché in Corea lo sarò. Ora sono all'85% del potenziale».
I suoi programmi a breve termine?
«Un paio di giorni a casa per riposarmi. Sono distrutta, faccio fatica a fare le scale. Nove gare in tre settimane sono massacranti. Ora relax e lavatrici da stendere».
E poi?
«Raduno in Svizzera a Lenzerheide. Lavoreremo soprattutto sulla velocità e sugli scatti».
Ormai è la più veloce al poligono.
«Sì, perché sono sicura. L'anno scorso non ero mentalmente stabile, quest'anno sono più rilassata e tranquilla».
È fiduciosa per i Giochi?
«Innanzitutto spero di non ammalarmi, il rischio c'è quando gareggi all'aria aperta d'inverno. A Pyeongchang ci saranno condizioni particolari. La pista è su un campo da golf, perciò se fa caldo la neve sarà lenta. Confido nel freddo».
Rispetto a Soi 2014 cosa è cambiato nell'approccio all'appuntamento olimpico?
«Quattro anni fa non ero mai salita sul podio, perciò non c'erano aspettative su di me, ero lontana dalle prime. In Russia fu un'esperienza nuova, la sola partecipazione fu una medaglia. Ora le pressioni sono maggiori».
In cosa è cresciuta in questo quadriennio?
«Ho acquisito consapevolezza dei miei mezzi. Quando sto bene la fiducia aumenta».
Quanto è importante per lei suo marito?
«Tantissimo, la sua presenza mi dà calma e sicurezza. Durante la stagione siamo lontani, ma a casa in Val di Fiemme viviamo felicemente. È anche un ottimo cuoco, perciò non mi dedico ai fornelli».
Il suo piatto preferito?
«Adoro il filetto del mio Stefano, ma mangio di tutto. Sono ghiotta di cioccolato, ma non posso esagerare».
Si sente una leader?
«In squadra sono quella che ha fatto più podi, ma siamo tutte forti e ci spingiamo l'una con l'altra. A Pyeongchang possiamo salire sul podio in tutte le gare, ma occhio anche ai maschi che se sparano bene sono tra i primi».
Quale oggetto non mancherà nella valigia per la Corea?
«Il telefono, lo strumento per essere in contatto con la famiglia».
E un libro?
«Non sono una grande lettrice, preferisco chiacchierare con le compagne e seguire i Social. Penso siano quattro anni che non leggo un libro».
E i commenti sulla sua bellezza li legge?
«Neanche quelli, per non distrarmi».
Quante lettere riceve in un anno?
«Non le conto più. Ma risponderò a tutti a fine stagione, prima delle vacanze. Mi piace scrivere di persona ai tifosi».
Tra i suoi ammiratori ci sono anche italiani?
«A scrivermi sono principalmente russi e tedeschi, ma da qualche anno ricevo anche messaggi dall'Italia».
Nel tempo libero cosa fa?
«Tra allenamenti, massaggi, stretching e tiro a secco, mi rimangono solo poche ore per pensare a me stessa».
Si diletta ancora con l'uncinetto?
«Ho dovuto smettere per un'infiammazione al tendine del pollice. Per fortuna c'è la mia compagna Nicole Gontier che con i ferri sta facendo i guanti tricolore per tutte noi».
Ha già pensato al colore da sfoggiare alle Olimpiadi?
«Sarò un'armonia di blu, tra occhiali, orecchini e guanti».
Cosa promette agli italiani?
«Di dare tutta me stessa. Desidero che il biathlon sia più conosciuto. È uno sport imprevedibile che mette insieme due esercizi molto diversi. Seguiteci alle Olimpiadi e vi divertirete».
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