Aru vola a Montecampione
Uran mantiene la maglia rosa

Aru vola a Montecampione Uran mantiene la maglia rosa
di Francesca Monzone
3 Minuti di Lettura
Domenica 25 Maggio 2014, 17:10 - Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 10:27
L'impresa di Fabio Aru, il primo sardo a vincere una tappa al Giro, una tappa bellissima, in salita, a Montecampione e, va detto, una tappa che potrebbe servire a questo ragazzo di quasi 24 anni che corre per l'Astana a mettere le mani sul Giro. Uran, sconfitto e quinto al traguardo con 42" di ritardo, rimane in maglia rosa, adesso con un vantaggio salito a 1'03" da Cadel Evans, con un incremento rispetto a ieri di 32". Alle spalle del vincitore si sono piazzati Duarte, Quintana e Rolland. Aru ha vinto da campione, scattando sulla salitona di Plas di Montecampione a 3 chilometri dal traguardo, un colpo da ko per tutti mentre dietro Uran ha cercato di saggiare le energie di Evans. Il colombiano è scattato mentre Cadel ha accusato qualche difficoltà. Uran non è riuscito a fare meglio facendo vedere che in salita adesso non è a suo agio. Martedì, nella tappa dopo il giorno di riposo di domani, con Gavia, Stelvio e Val Martello, capiremo cosa avverrà in vista di Trieste.



Le mani sul Giro per Fabio che ha compiuto davvero un'impresa (adesso è quarto in classifica generale a 2'24" da Uran) perché a Montecampione hanno vinto grandissimi come Bernard Hinault che ha poi vinto il Giro e come Marco Pantani. Il Pirata nel 1998 diede vita a una grande tappa duellando con Tonkov. «Sono contentissimo, devo ringraziare i miei compagni, che sono stati formidabili – ha detto Fabio in tivù subito dopo il traguardo – Ma ho ancora tanto da imparare e da crescere. E' tutto come prima».



Una tappa, la 15esima, assai lunga, 225 chilometri a Valdengo a Pals di Montecampione, con i primi 200 chilometri di pianura e poi lo strappo finale verso Plas di Montecampione, 19,350 chilometri con 1461 metri di dislivello. E nella lunga fase di avvicinamento alla salita abbiamo assistito a un vero e proprio trasferimento. Una fuga cominciata presto ma che è rientrata nel finale in questa tappa. Dopo quasi 30 chilometri la prima fuga con nove corridori, che sono stati Luca Paolini, Simon Geschke, André Cardoso, Damiano Cunego, Fabio Felline, Adam Hansen, Johan Le Bon, Maxime Bouet e Daniele Ratto, e hanno preso 1'40" di vantaggio. Pedalando verso Bergamo, ai fuggitivi si sono aggiunti Rodriguez, Barbini e Torres e il vantaggio dal gruppo è salito a 3'. Dietro, nessuno aveva voglia di muoversi e dopo i primi 60 chilometri il ritardo degli inseguitori è arrivato a 5' per salire ancora - 7'03" al centesimo chilometro - mentre la velocità era di 44,35 chilometri orari. Intanto il protagonista della prima settimana, Mitchell Docker, si è ritirato.



Primi movimenti dietro, nel gruppo, dove il treno della Omega, poi aiutato dagli uomini della Neri Sottoli, ha cercato di rientrare. Il vantaggio dei fuggitivi si è assottigliato, 6'20" a 50 chilometri dal traguardo e nelle vicinanze del km 200 è sceso a 3'57".



L'australiano Hansen ha cercato l'attacco, Arredondo, Cardoso, Bouet e anche Zardini hanno cercato il colpo ma il grande movimento mentre Uran, come abbiamo detto, ha provato l'allungo senza avere troppa benzina e la sua iniziativa si è persa. Poi la pedalata di Aru, a 3 chilometri dall'arrivo, una pedalata che ha infiammato le strade e acceso una luce sulla corsa rosa.



Domani, giorno di riposo a Ponte di Legno, poi martedì tappa numero 16, la Ponte di Legno-Val Martello, 139 chilometri (solo 20 di pianura) con il Gavia, lo Stelvio e la Cima Coppi, Val Martello.



Arrivo: 1. Fabio Aru (Astana) in 5h33'05"; 2. Duarte (Col) a 21"; 3. Quintana (Col) a 23"; 4. Rolland (Fra); 5. Uran (Col) a 42"; 6. Majka (Pol) a 57"; 7. Pellizotti a 1'08"; 8. Moreno (Spa); 9. Hesjedal (Can) a 1'13"; 10. Evans (Aus).



Classifica generale: 1. Uran; 2. Evans a 1'03"; 3. Majka a 1'50"; 4. Aru a 2'24"; 5. Quintana a 2'40"; 6. Pozzovivo a 2'42"; 7. Kelderman a 3'04"; 8. Rolland a 4'47"; 9. Kiserlovski 5'44"; 10 Poels 6'32".
© RIPRODUZIONE RISERVATA