ZIKA E OLTRE
La zika, la zanzara che porta il male, e forse anche porta male, ha già convinto alla rinuncia parecchi candidati alla medaglia: qualcuno l'ha usata come scusa perché non gli importa ancora dei Giochi, come i miliardari del golf. L'organizzazione, per quanto faccia buon viso a cattivi Giochi, sta combattendo con gli ultimi adempimenti: è probabile che il Cio sia stato costretto a intervenire più d'una volta, i trasporti non sono ancora ad hoc, il disinquinamento delle venues viene definito sommario, si temono i disordini che già conquistarono le piazze brasiliane durante il mondiale di calcio e oggi la situazione economica è ulteriormente peggiorata, altro che zero virgola.
VENTI DI GUERRA
Ma questa vicenda del doping è decisamente più pesante e pericolosa: gli americani, che del doping nello sport professionistico in casa loro non si occupano, hanno chiesto la messa al bando della Russia tutta, un rigurgito di maccartismo; i russi, che hanno la coda di paglia nello sport dai tempi dei tempi, quando spacciavano per donzelle i soldati dell'Armata Rossa (le famose sorelle Press si sussurrava fossero fratelli), propongono la testa di qualche alto dirigente.
NON COLPIRE NEL MUCCHIO
E il Cio, in mezzo a questa guerra che è anche di potere, cerca la soluzione che salvi capre, cavoli e olimpismo. Perché dovrebbero essere esclusi dalle Olimpiadi tutti i russi? Anche i non colpevoli? Anche i rappresentanti di sport che con il doping hanno poco a che fare? Summum jus summa iniuria dicevano gli antichi maestri del diritto, nati in quel di Roma. Certo assistere a un ministro dello sport squalificato per doping è una vicenda imbarazzante. Ma lo sarebbe anche assistere ai Giochi proibiti agli innocenti, se ce n'è.E poi questa giustizia presciolosa: c'è da chiedersi come mai i casi Schwazer e Russia, con tutte le differenze del caso, siano stati tirati fuori proprio ora, proprio alla vigilia dei Giochi.