L'ltalia cede al Brasile la finale:
gli azzurri in corsa per il bronzo

L'ltalia cede al Brasile la finale: gli azzurri in corsa per il bronzo
di Piero Mei
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Sabato 19 Luglio 2014, 22:17 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 11:58
Il Brasile che s’era fatto piccolo piccolo contro l’Iran del venerd, la sera del sabato sembrava trasformato in quel Brasile che ci si aspetta sempre, quando non vince il calcolo della strada da scegliere, ma tocca giocarsela. S’è capito subito che voleva giocarsela e vincerla, e così ha fatto, qualificandosi perciò per la finale d’oro della World League della domenica fiorentina, mentre l’Italia andrà per il bronzo. Gli Stati Uniti avversari del Brasile, l’Iran dell’Italia: la prima semifinale era stata degli Usa per 3 a 0 (25-18, 25-22, 25-16). L’avvio del nostro match era stato dei peggiori: gli azzurri non ne imbroccavano una, i brasiliani invece tutte. E così il primo set se ne andava poveramente in appena 21 minuti e con un punteggio senza scampo: 25 a 11 per i verdeoro i cui fondamentali sembravano in maniera incolmabile dare frutti buoni rispetto ai timorosi frutti italiani. Ci stavano sempre sopra, i brasiliani, aggressivi e prepotenti.



E l’Italia a subire, anche chiamando un paio di challenge (cioè l’occhio magico) che si capiva senza possibilità positive ma tanto per allungare il brodo del set e non consegnarsi passivamente. Il secondo set partiva un po’ meglio: perfino un break azzurro, con l’Italia che andava avanti sul 9 a 5, ma presto il Brasile riacciuffava i fuggitivi e l’Italia si teneva su con qualche (pochi) errore altrui e qualche spunto d’orgoglio da parte nostra. Era poco, troppo poco per poter sperare in un rovesciamento delle posizioni e dunque del risultato. Erano piccoli lampi in un temporale tutto brasiliano e quando si cercava di fare di più, si strafaceva. E strafaceva bene l’Italia quando il Brasile saliva a quota 23 e gli azzurri erano a 17. Risalivano, fino al 24-23 per i sudamericani che al primo set ball si prendevano la frazione del match, 25 a 23 dunque il parziale.Il terzo set partiva con un errore azzurro in battuta, un bel muro, un altro errore di misura ancora servendo, una parallela vincente, una battuta lunga ed erano tre sbagli a seguire che andavano a far parte dei 17 errori totali al servizio. Bisognava venir su dal pozzo della disperazione.



Gli azzurri di quando in quando piantavano il chiodo dell’ascesa, ma brutalmente il Brasile li ributtava giù. Erano punti “cattivi” i loro, veloci, tagliati, arroganti perfino; i nostri più velleitari che altro.

Al time out dei 16 punti l’Italia era sotto di quattro. Per salire a 5 il brasiliano Lucarelli ci metteva uno straordinario ace. Poi avanti un punto per uno che raffreddava anche il calore e il colore del Nelson Mandela Forum e, se sarà, sarà bronzo. Che per quanto lo si possa lucidare luccca meno dell’oro. Ma mica devi essere per forza il più forte: è bello se lo sei ma può capitare che lo siano gli avversari e stavolta lo sono stati. E Zaytsev che ci salvò in un set contro gli Usa con quattro aces ha fatto rimbalzare la palla al centro delle rete sull’ultima battuta, quella del 25 a 20 per il Brasile.