Euro 2016, Spagna: la crisi che non c'è. Le Furie Rosse non perdono da due anni

Euro 2016, Spagna: la crisi che non c'è. Le Furie Rosse non perdono da due anni
di Alessandro Angeloni
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Venerdì 24 Giugno 2016, 09:27 - Ultimo aggiornamento: 14:31
MONTPELLIER Non fa male, non fa male. È il modo per auto-convincersi che la prossima avversaria dell'Italia non sia poi così forte da far tremare i polsi o da prenotare già l'aereo - come direbbe Buffon - per un celere rientro sul suolo patrio. La Spagna resta fortissima, diciamo pure che in questo momento mette in evidenza qualche problema di troppo e questo lascia speranze a Conte e alla sua Nazionale. Il problema è sempre proporzionato alla propria grandezza: se una squadra come quella delle Furie Rosse perde una gara si parla di crisi. E in Spagna - guardando i titoli dei giornali - si scatena il putiferio: l'Italia viene definita «una condanna», «una punizione», un'avversaria figlia «del pasticcio con la Croazia».
IL DATO CONTRO
Gli uomini di Del Bosque, in realtà, venivano da una impressionante serie positiva, perdendo l'ultima volta una gara ufficiale quasi due anni fa (9 ottobre 2014 contro la Slovacchia 2-1), mentre per andare a pescare l'insuccesso in un Europeo bisognava tornare al 2004, quando furono eliminati dal Portogallo (rete di Nuno Gomes). Per non parlar poi della solidità difensiva, che ha evitato alla Spagna di incassare gol nelle ultime dieci partite. E adesso? Cambiato tutto. Non si sente più dominante come quando vinceva due campionati Europei (Austria-Svizzera 2008 e Ucraina-Polonia 2012) e il Mondiale 2010. Nel 2012 l'Italia arriva in finale contro la formazione di Del Bosque e nessuno in Italia avrebbe scommesso sulla vittoria azzurra, stavolta qualcuno lo fa, perché la Spagna si mostra un po' meno convincente. O quantomeno vuole mostrarsi tale. La realtà poi è crudele e ci racconta un'altra storia, fatta di numeri pericolosi: i confronti contro gli azzurri in competizioni ufficiali (Conte ha giocato una volta in amichevole con la Spagna e ha pareggiato 1-1) sono tutti a vantaggio degli spagnoli. 1) Successo nell'Europeo 2008 (ai rigori a Vienna, errore decisivo di Di Natale). 2) Anno 2012, finale di Kiev, vittoria netta della Spagna per 4-0. 3) Nel 2013 in ConfCup in Brasile altra vittoria della formazione di Del Bosque e sempre ai calci di rigori. E tanti calciatori c'erano prima e ci sono oggi: da Fabregas a Iniesta, da Silva a Piqué e Sergio Ramoso più Busquets, fino a Casillas. E a proposito dell'ex portiere del Real Madrid, c'è una forte corrente di pensiero che lo rivorrebbe titolare al posto di De Gea. Del Bosque però assicura che vuole vincere o affondare con gli stessi che lo hanno portato agli ottavi. Per Casillas, a quanto pare, niente sfida con Buffon.
CRITICHE INTESTINE
Ciò che colpisce in questo periodo, al di là della sconfitta contro la Croazia, sono alcuni malumori interni poco gestibili e pericolosi. Una tensione apparente, forse. La parte madridista contesta il catalano Piquè per aver esibito il dito medio durante l'inno spagnolo. Le immagini chiariscono che si stava solo scrocchiando le dita, ma nel frattempo il popolo del web (che ormai pare sia diventato sovrano) lo aveva già condannato. Sembra rientrato, almeno ufficialmente, il problema Pedrito. Che dopo le esternazioni contro Del Bosque ha chiesto scusa.
RIPARTENZA E ALLARME
Dopo la giornata di riposo concessa martedì, la Spagna ha ripreso il lavoro in vista della sfida degli azzurri. E Del Bosque è tornato a parlare, tessendo prevedibilmente le lodi dell'Italia. «Quali sono i problemi della Spagna? Quando non abbiamo la palla soffriamo, quando ce l'abbiamo, va meglio. Ci sono cose sulle quali bisogna essere costanti e testardi, non è una questione di inflessibilità ma di avere un'idea in testa. L'Italia? Sono moderatamente ottimista, come sempre. Ha un'ottima difesa, ma anche buoni attaccanti, grandi ali e centrocampisti. Con De Rossi in quella posizione del campo si forma un quartetto difensivo mobile ed elastico. Ma l'Italia non è una squadra che gioca sulla difensiva. Rispetto al 2012 ha cambiato il centrocampo che, forse, ora è più diretto. Il tabellone maledetto? Il calcio non è come il tennis: siete sicuri che la Germania batterà la Slovacchia? Non c'è alcun risultato sicuro». No, come nessuno è più sicuro - cabala a parte - che la Spagna batta così facilmente l'Italia.