Euro 2016, il bilancio di Tavecchio: «Abbiamo ritrovato la Nazionale»

Tavecchio e Conte
di Ugo Trani
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Domenica 3 Luglio 2016, 15:23
Finisce l'Europeo dell'Italia, inizia la campagna elettorale del presidente federale Tavecchio. Ventura da settembre sarà in panchina al posto di Conte e ad inizio 2017 si eleggerà il nuovo capo della Figc. Nel giorno della partenza, ecco il bilancio dì questo biennio che, anche per i successi contro il Belgio e la Spagna, sembra aver permesso al nostro calcio di riprendere quota. «E' comunque un giorno di mestizia e di tristezza per il nostro Paese. Anche per la barbarie nel Bangladesh». Il numero uno della Federcalcio ricordagli italiani torturati a Dacca prima di tirare le somme dell'avventura in Francia e soprattutto della gestione Conte.

CANCELLATO IL BRASILE «Ricordiamoci da dove veniamo. Da Mangaratiba, cioè da una situazione drammatica. Di disastro totale, con la federazione assente. Va fatta un'analisi politica. La Nazionale era smarrita, senza un centro di comando federale, senza una strategia per recuperare il rango che spetta all'Italia. Da lì abbiamo trovato una persona splendida un condottiero come Conte. Che ha costruito tutto con razionalità scientifica. Pure a Bordeaux ho visto che la Nazionale tedesca aveva difficoltà ad entrare nella nostra organizzazione, nonostante le nostre truppe non fossero al massimo. Abbiamo visto che per un nonnulla non abbiamo vinto. E ora è da questo ko che partiamo, da qui vogliamo essere l' Italia. Il sentiero è tracciato dobbiamo solo proseguire nel cammino. Questa spedizione ha avuto conti economici perfetti, non abbiamo sperperato, abbiamo dimostrato che non spediamo invano i soldi. Pubblici e privati. Oggi non è giorno in cui dobbiamo piangere perché non ci fermiamo. Siamo tristi, ma pronti a ricominciare: la qualificazione Mondiale non è di poco conto. ma adesso è evidente che non siamo un prodotto che si compra che poco, siamo un prodotto che costa».

CT CONTRO I CLUB «Sono stato lasciato solo in questo biennio». L'accusa di Conte scatena anche Tavcecchio: «A lui non è stato impedito di lavorare da forze estranee ed enormi. Quando è stato chiamato a guidare la Nazionale avevamo fatto un disegno. Una star di questa portata ciò che conta sono i compensi. All'epoca feci uno sforzo immane per entrare in concorrenza, ci fu di aiuto la Puma, con i più grandi club europei. Sapevo che sarebbe stato difficile trattenerlo». Ammette che il Ct non è stato aiutato dalle società: «Chi è stato nelle norma lo rispettiamo, ma avremmo gradito altro atteggiamento e ne terremo conto. I piaceri li fa chi ha piacere di farli... Il carro federale è stato potenziato, diventerà un grande carro, costruiremo in casa il futuro con le nostre forze. Noi vediamo che sul carro sono rimasti in tanti».

ATTACCO FRONTALE «Ogni mattina che piove a Roma è colpa di Tavecchio. Ma io sto qui, anche a dispetto di qualcuno. E «Darò il mio contributo finché potrò, disinteressato e senza compensi. La scelta di Conte è stata fondamentale, si sapeva che era il meglio sulla piazza, il difficile era recuperare le forze economiche. E' impensabile disperdere quello che si è. Adesso le fondamenta ci sono, il gruppo è impensabile che possa disperdersi: abbiamo incaricato Ventura che fa parte della stessa corrente di pensiero. Sulla mia candidatura, ora c'è un sistema di controllo, abbiamo risolto problemi che da vent'anni erano fermi. Se la Lega di A vuole collaborare, bene; altrimenti si scioglierà il grande Moloch: ma ricordino, senza la tessera della Figc non si gioca a calcio. Capiamo che ci sono i diritti tv, ma abbiamo diritto di pretendere attenzione. E non inventino storie che se un calciatore gioca il mercoledì, la domenica è finito. Si dice così dice quando non si vuole andare incontro alla Federcalcio».

ARRIVEDERCI PIU' CHE ADDIO «Conte nei due giorni prima della partita è quasi mistico, ha in testa solo alla partita.
Non ho né la voglia nè la capacità di dire i suoi difetti. Mi auguro che torni in Nazionale e non è detto che torni anche presto».
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