Il gigante Milinkovic è un esempio di lazialità

Il gigante Milinkovic è un esempio di lazialità
di Emiliano Bernardini
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Giovedì 2 Marzo 2017, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 16:52
Furbizia e cattiveria al servizio della vittoria: Milinkovic Savic. Sergej lo aveva promesso: «Voglio battere la Roma. E non andrò via finché non avrò vinto qualcosa con questa maglia». Intanto eccogli il derby. Il serbo è l'arma segreta della Lazio di Inzaghi. Ha giocato tra le linee andando a prendere il rinvio del portiere, per poi tenere alta la squadra. Un gigante, in tutti i sensi. Battaglia a centrocampo senza paura e senza esclusione di colpi, poi esce palla al piede in modo sontuoso. Ha piedi educati e raffinati. Una delizia per gli occhi vederlo giocare. Armonioso seppur dinoccolato. Ogni tocco i laziali lo accompagnano con la voce. Gli è bastato giocarne uno di derby, quello di andata in campionato, per capire come si affrontano certe gare.
  Ha incarnato alla perfezione lo spirito guerriero che i tifosi chiedevano. Inzaghi si spella i palmi delle mani. Fondamentale il suo ruolo in campo: metà trequartista, metà centrocampista aggiunto. Non si è fermato mai. Da manuale del calcio i suoi movimenti sul gol: ruba palla, la protegge, la serve ad Anderson e poi di butta dentro e col destro buca Alisson. Segna e indica la sua faccia, come a dire questo è il volto della Milinkocrazia.
AMULETO
Da tatticamente indecifrabile a tatticamente imprescindibile, che sia 4-3-3 o 3-5-2. Perché Sergej è persino un talismano: quando segna o azzecca il filtrante, la Lazio vince. E' successo addirittura 10 volte su 10 sino ad ora. Due volte con l'Atalanta, due col Pescara, ma anche a Udine e a Palermo. Poi a Genova con la Samp, all'Olimpico con la Fiorentina (2 assist) e in Coppa Italia ancora col Genoa ai quarti e ora in semifinale. C'è sempre lui a smistare palloni, a baccagliare con i romanisti e poi a servire assist al bacio. Non lascia la Lazio. Anzi, Milinkovic raddoppia. Non solo negli anni di contratto (presto sino al 2022). Ecco il gol nel derby, la Lazio non lo vinceva dallo storico 26 maggio. E ora inizia un nuovo giro per triplicare il bottino della scorsa stagione. Tre centri fra campionato e coppa (2 in Europa League) in 35 presenze nella sua prima annata biancoceleste. Alla seconda è già a quota 6 (4 in A e 2 in Coppa Italia) in 25 partite. All'Olimpico Sergej mette il turbo e porta ancora fortuna: segna e la Lazio vince come sempre. Alla prima giornata a Bergamo, proprio con un assist era cominciata la sua scalata alla titolarità. Milinkovic doveva essere il primo rincalzo in mediana, oggi è il punto fermo della Lazio. E naufragar è dolce in questo mare biancoceleste.