Lazio, Biglia accende la luce del centrocampo di Inzaghi

Foto TEDESCHI
di Alberto Abbate
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Giovedì 1 Dicembre 2016, 10:47
In mediana stat virtus. In quella biancoceleste c'è la tigna di Milinkovic, i polmoni di Parolo, il ritorno di Biglia in buca. Fra una sponda e l'altra, non solo del Tevere, riecco Lucas in regia per un finale diverso di questo derby. Non ne ha ancora vinto uno, il capitano, da quando è sbarcato a Roma. Ciak, si ricomincia ora a girare. L'argentino non è più in tilt ai box, dopo il rodaggio con Sassuolo, Napoli, Brasile e Colombia con la Selecciòn, è tornato a guidare il centrocampo contro Genoa e Palermo. In netta crescita, Biglia, può davvero essere la luce del match. Ha accecato i rosanero a pranzo con 81 passaggi, 9 palle recuperate, 4 anticipi e ben 3 occasioni create, esattamente quante bomber Immobile. Sinora in risalto più l'aggressività biancoceleste (21,1 tackle a partita) rispetto alla manovra, ma con Lucas appena la metà delle volte (7 su 14) in campo. Così ecco spiegato il possesso inferiore a quello giallorosso (49,3 a 56), ma il dato è in discesa. Anche perché finalmente c'è un altro coinvolto: 85 palloni (meno solo dei 107 di Biglia) toccati a Palermo, 60 passaggi riusciti, Milinkovic doppia la sua media (30.8 a partita) in 90'.

 
IL MESSAGGIO
Sms dal Barbera alla Roma: aggrappatevi agli dei se volete raggiungere Sergej. Ormai sa far tutto. E, se salta, 5 volte su 5 diventa imprendibile. Forse il suo ruolo, nemmeno Milinkovic-Savic lo sa. Ma ora è questa la sua forza. È semplicemente ovunque. Biglia si abbassa a prender palla, Parolo gli fa da schermo, il serbo è a destra, anzi sinistra, in mezzo o addirittura sulla trequarti. E nel finale di Palermo in difesa. Cross in area e chi lo prende? Milinkovic. Un altro tiro? Ancora Milinkovic. Rimpallo in area? Spazza Milinkovic. Qualcuno gli indicava la via del basket: lui è un cestista perché è in tutte le fasi del gioco. Non tiene la palla più di due secondi, usa il fisico per stoppare o scapocciare come pivot. Facesse domenica un canestro in più, tutto lo stadio andrebbe giù. Lo ha promesso un mese fa in patria: «L'anno scorso mi sono mangiato i gomiti per esser rimasto fuori nelle sfide contro la più grande rivale. Spero di giocare e segnare nel derby». Laziale serio. E pensare che a luglio aveva meditato l'adulterio: c'era un'offerta del Napoli da 15 milioni rifiutata dalla Lazio. Poi sedutasi a tavolino con Simoncino per la rivalutazione di un talento, tenuto da lui in panchina nelle ultime sette giornate: «Inzaghi non mi utilizzava perché avevo appena recuperato da un infortunio e aveva trovato l'equilibrio e i risultati con un'altra squadra. Quest'anno è tutto diverso. Il mister ha trovato il sistema per inserirmi al meglio e un posto nell'undici titolare. Io penso d'aver risposto bene». Un centro col Pescara, un altro a Palermo, domenica non starà un attimo fermo.

CORSA
Dodicimila chilometri percorsi solo sulla passeggiata di Mondello. Ne aveva fatti altrettanto Parolo col Genoa come un gemello. E' nella corsa a centrocampo, gol subiti a parte (14 a 16), che la Lazio batte la Roma in queste 14 giornate stampo: oltre 107mila chilometri percorsi contro i 104mila giallorossi. Parolo è ossigeno puro per la Lazio e nelle formazioni d'Inzaghi non paga mai dazio: a 31 anni, fresco di rinnovo, 1234' in campo, nessuno come lui non è mai sazio. Quattordici volte su quattordici titolare, domenica 5 tackle riusciti e il 95% di precisione per divorarsi tutta la torta: «Il derby può essere la ciliegina di questo percorso per capire chi siamo». Questo non era il centrocampo del 26 maggio, Marco, Milinkovic e Biglia per la prima volta si meritano un assaggio.
 
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