Nazionale, Tavecchio sul caso Lippi: «Non ho preso in giro nessuno. Chi al suo posto? Ora penso alla Spagna»

CARLO TAVECCHIO
di Ugo Trani
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Venerdì 24 Giugno 2016, 12:22 - Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 10:08

MONTPELLIER
«Non ho preso in giro nessuno la situazione era chiarissima dopo che ho dovuto prendere atto di una situazione e chiedere l'interpretazione. Capisco il rammarico ma la federazione ha il dovere di rispettare le norme». Carlo Tavecchio risponde a Marcello Lippi che, ieri, ha rinunciato alla carica di dg della Nazionale, essendo la sua figura incompatibile con quella del figlio Davide che fa il procuratore. «Mi sento preso in giro e mi faccio da parte perché non voglio che paghi mio figlio lavora seriamente da anni» ha chiarito a Il Messaggero l'eco azzurro, deluso per essere ancora in attesa di conoscere il parere della Corte Federale interpellata proprio dal presidente della Figc. Lo stesso Tavecchio, per chiudere la vicenda dal centro sportivo Bernard Gassett, ha chiarito l'iter seguito dalla Federcalcio: «Io il giorno dopo che è emersa la questione ho mandato la lettera alla corte federale, il giorno dopo». La presa di posizione di Lippi ha preso in contropiede la Federcalcio che non ha ancora individuato l'alternativa: «Un'altra figura al suo posto? Il mio problema è la Spagna non penso ad altro».
PRESIDENTE AMAREGGIATO Il presidente federale ha spiegato come si è mossa la Figc per risolvere il problema: «Sono stato sempre in contatto con Lippi. Sono sorti problemi giuridici e interpretativi di una norma che riguarda il figlio, sapete quanto io ho voluto questa scelta ma non ho avuto alternativa se non chiedere l'interpretazione autentica alla corte federale. La corte federale è composta da alti magistrati che hanno i loro tempi per la valutazione e la decisione. La corte federale ha istruito la pratica, il relatore ha approfondito e in questi giorni arriverà la pronuncia». Tavecchio è sembrato deluso: «Anche perché ho pregato Lippi di soprassedere. Di di valutare attentamente la questione. Ma oltre non posso andare».

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