Lazio, Pioli è pronto ai saluti: la classifica è deludente e il gruppo non lo segue più

Lazio, Pioli è pronto ai saluti: la classifica è deludente e il gruppo non lo segue più
di Daniele Magliocchetti
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Martedì 9 Febbraio 2016, 09:13
Prima osannato, poi contestato e ancora esaltato. Ora, di nuovo contestato. Non c'è pace per Stefano Pioli, considerato uno dei principali responsabili del momento no della Lazio. Perché, oltre alla società, adesso anche i tifosi mettono sul banco degli imputati l'Uomo dei miracoli. Un classico. Per ora sono solo mugugni e critiche, generate dai risultati e, in parte, dalla mancanza di polso sul mercato, soprattutto quello di gennaio. L'onda del malcontento cresce e il credito acumulato dall'anno scorso potrebbe ora esaurirsi. Di certo, il tecnico arrivato da Parma, non gode più di stima incondizionata. È in difficoltà e lo si nota ogni volta che parla per giustificare un andamento tecnico troppo altalenante. Lo stesso Pioli, spesso dà la sensazione di non sapere cosa stia realmente succedendo alla squadra, che l'anno scorso ha sorpreso tutti. Ripetersi è sempre complicato, si sa, e un calo può capitare, ma rischiare di naufragare nell'anonimato, come dice l'attuale posizione in classifica, è intollerabile, vista la qualità della rosa a sua disposizione.
 
UN UOMO DIVERSO

La società ha commesso i suoi errori, ma il tecnico, che a parole si dice soddisfatto dell'organico, non ha ancora mai dato l'impressione di riuscire a cambiare rotta, come aveva invece fatto l'anno scorso. Pioli dà la forte sensazione di non riuscire a fare breccia nel gruppo, a infondere l'idea di un cambio di passo. Un anno fa, di questi tempi non guardava in faccia nessuno; andava diritto per la propria strada, cercando di puntare su una filosofia di gioco precisa, aiutando chi era in difficoltà, come Felipe Anderson o Biglia. Adesso, invece, dà forse retta a troppe persone, cerca di accontentare tutti (con qualche senatore che chiede di giocare), ottenendo risultati negativi. Alcune sue scelte, a volte sono incomprensibili. Come l'ultima, per esempio, che a Genova ha lasciato fuori Lulic e Keita, due tra i più in forma della squadra. Esclusioni fatte per dare spazio a giocatori che, in questo momento, non sono in formai. C'è poi il caso Morrison, calciatiore dal carattere spigoloso, ma che il Pioli dell'anno scorso avrebbe saputo gestire in modo opportuno.

LA SORPRESA
Pioli, giustamente, difende il suo lavoro, prepara le sfida di Verona di dopodomani e, soprattutto, la sfida europea con il Galatasaray. Crede ancora di poter risalire in classifica, rispedendo al mittente bilanci negativi prematuri. A fine anno, per sua stessa ammissione, il tecnico farà le proprie valutazioni. Una frase messa lì durante la conferenza di sabato scorso. Ma sono parole che potrebbero celare una mossa a sorpresa da parte del tecnico. Da non dimenticare che al suo arrivo nella capitale fu lo stesso Pioli a scommettere su se stesso riducendosi l'ingaggio e spiegando che si sarebbe guadagnato il rinnovo e l'aumento a obiettivo raggiunto. Così è stato. Da valutare, dunque, l'ipotesi che, nonostante Pioli abbia un contratto fino al 2017 con opzione per il 2018, se afine anno non dovesse esserci più sintonia con società e ambiente, non sia pronto a salutare tutti. Per Lotito non è in discussione, ma a Pioli potrebbe non bastare.