Roma, Di Francesco: «Schick può partire titolare. Voglio prestazioni importanti»

Roma, Di Francesco: «Schick può partire titolare. Voglio prestazioni importanti»
di Gianluca Lengua
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Sabato 24 Febbraio 2018, 14:06 - Ultimo aggiornamento: 16:09

Domani sera in campionato la Roma affronterà il Milan, un test probante per permettere alla Roma di restare salda al terzo posto. La sconfitta sul campo dello Shakhtar costringerà Di Francesco a fare alcuni cambi di formazione: « Io alleno la Roma, l’importante non è il singolo, ma l’obiettivo finale. A prescindere dal modulo, l’aspetto mentale fa la differenza. Nainggolan? Tornerà ad essere quello che conosciamo». Ecco le parole del tecnico in conferenza stampa. 

Il periodo. «I periodi sono sempre delicati. Adesso le partite sono sempre meno, in campionato dobbiamo tenere il terzo posto e cercare di passare il turno con lo Shakhtar». 

Il Milan. «Ha un’ottima squadra e un’ottima rosa. Gattuso ha sfruttato le qualità al meglio ha un ottimo calcio. Esalta le caratteristiche dei calciatori che ha».

Schick e Dzeko. «I giocatori sono tutti pronti perché si sono tutti allenati. Le scelte le farò stasera odomani e Schick potrebbe giocare dall’inizio. È’ nella normale turnazione che ho fatto, non di senatori, che qualcuno di nuovo potrebbe giocare. Schick si è allenato con grande continuità e potrebbe partire titolare».

I discorsi alla squadra. «Sono uscite tante cose non vere, dopo le partite non parlo mai con la squadra. Ho fatto due chiacchiere con i dirigenti a cena. Nel dopo partita non ho parlato con i calciatori perché volevo vedere alcune cose, ho parlato con la squadra ieri. In Champions abbiamo la possibilità di passare il turno e ritornare ad avere la forza, la continuità per rimanere in partita per maggior tempo. Poi se c’è qualcosa di personale, rimane personale». 

Nainggolan. «Mi avete massacrato dicendomi che doveva giocare più avanti. E’ una questione di aspetto mentale, deve ritrovare la forza e determinazione che ha, al di là del sistema di gioco. Avrei voluto che facesse dieci gol da trequartista e darvi ragione, l’importante è sempre la Roma. Io alleno la Roma, l’importante non è il singolo, ma l’obiettivo finale. A prescindere dal modulo, l’aspetto mentale fa la differenza. Nainggolan tornerà ad essere quello che conosciamo».

L’aspetto mentale. «Passa attraverso molte cose: regole, progettazione, continuità. Quello dello scudetto era un gruppo che ha giocato insieme diversi anni e ha creato coesione totale. Non si può paragonare, sono mondi diversi. C’era meno abitudine a condividere le cose, ma questo è relativo».

Il 4-3-3. «Le caratteristiche dei giocatori sono alla base dei sistemi di gioco. Si può tornare al vecchio modulo, la capacità della squadra è avere la forza di farli entrambi. L’interpretazione dei moduli nella gara è fondamentale: nel primo tempo il 4-2-3-1 è stato interpretato benissimo, mentre nel secondo tempo meno. Quello che mi fa arrabbiare è la mancanza della ricerca rispetto a quello che avevamo preparato, credo che sia un aspetto mentale. Io alleno in un certo modo, cerco continuità e in queste cose dobbiamo migliorare».

Schick e Defrel. «Sono pronti a giocare con e al posto di Dzeko. Li abbiamo già provati. Spesso mi viene chiesto di Schick quando la squadra perde non quando vince, lui è un giocatore forte e importante come Dzeko. Entrambi possono essere il centravanti. Defrel può giocare dietro la punta, lui è più un jolly è possibile che giochi uno o l’altro».

I media che affondano la Roma. «Non ho sentito le dichiarazioni di Pallotta e non ascolto le radio. Nel mio lavoro devo avere equilibrio».

Girandola allenatori. «Allenare una grande squadra non è mai facile. Ero consapevole di trovare questo ambiente di gioie, ma anche di difficoltà. Non mi piace quando si tirano somme e bilanci troppo presto. Arriviamo a fine stagione per dare dei responsi. Se ci sono stati 14 allenatori da Capello in poi, vuol dire che qualche problema c’è stato, io sono contento di affrontare questa avventura, anche con momenti di incazzatura. Io, però, sono me stesso e coerente sempre, sia fuori che all’interno dello spogliatoio. E continuerò ad esserlo con pregi e difetti». 

Nainggolan e Florenzi. «Il fatto che Radja abbiamo avuto in questo periodo un problema al polpaccio era risaputo. Il match analysis dell’ultima gara ha detto che quella di Nainggolan è stata la miglior performance fisica. Lui è in crescita dal punto di vista fisico, come è in crescita tutta la squadra». 

La continuità. «Cerco di stimolare la squadra costantemente all’attenzione, la linea difensiva è scappata benissimo per tutto il primo tempo delloShakhtar. Nell’attimo in cui hai avuto meno attenzione ti hanno fatto male. L’attenzione è alla base per avere continuità durante la gara, tutti volevamo un risultato positivo. Abbiamo la capacità di leccarci le ferite e farne tesoro per il ritorno e in campionato. Io parlo di attenzione e continuità durante la partita, il nostro obiettivo è allenarla».

El Shaarawy in tribuna. «Ho preferito Cengiz. Più che il pedigree contano le condizioni psicofisiche dei calciatori. Stephan ci ha portato agli ottavi, ho scelto di metterlo in tribuna perché non lo vedevo sia fisicamente che mentalmente. Dovevo portare tre difensori, due centrocampista e davanti avevo come primo attaccante Schick e Defrel che è un jolly. Con Stephan ho parlato, è un ragazzo di grande intelligenza e deve ritrovarsi è una scelta che a me dispiace, l’ho fatta e non devo nascondermi». 

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