Ronaldo e internet tv, battesimi a intermittenza

di Gianfranco Teotino
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Domenica 19 Agosto 2018, 00:21
Il calcio giusto nel momento sbagliato. Lo spettacolo più atteso riparte avvolto da un velo di tristezza e da quel groppo in gola che abbiamo avuto tutti durante i minuti di raccoglimento prima delle partite. E’ stata una serata di primi calci di buon livello, gradevole antipasto, arrivato però nel momento meno opportuno, a una stagione che si annuncia ricca di spunti e di emozioni.

Il primo protagonista non è Cristiano Ronaldo, un inizio decente il suo, però ci si aspettava di più, ma Carlo Ancelotti, che ha scacciato lo scetticismo che circondava il suo nuovo, anzi vecchio, Napoli. La Lazio ha deluso dopo un inizio incoraggiante: alla fine si è fermata contro un palo. Tutti si sono molto impegnati anche se nessuno, giustamente, voleva giocare nella giornata di lutto nazionale, neppure quelle televisioni spesso accusate di fare il bello e il cattivo tempo al di là del loro ruolo fondamentale nel tenere in piedi il sistema. Eppure, si è giocato. Per una decisione inspiegabile, e sostanzialmente inspiegata, della Lega di Serie A. Nel silenzio del Coni. Con il dissenso, appena accennato e poi mezzo rimangiato, di un commissario della Federcalcio sempre più debole e solo.

Tant’è. Pur senza guida, il calcio va avanti lo stesso. Almeno il calcio dei ricchi, mentre quello dei poveri conta 39 club (professionistici) scomparsi negli ultimi cinque anni, un’enormità. I primi due anticipi hanno confermato le aspettative di un campionato migliore rispetto agli ultimi anni. Sì, la possibilità che la Juventus, impreziosita dall’arrivo del giocatore più forte del mondo, inanelli il suo ottavo scudetto consecutivo (numeri, questi, da terzo mondo calcistico) è concreta, ma non scontata. Lo si è visto subito. Non c’è nulla di già scritto. Alla sua prima uscita, sul campo di una delle formazioni meno attrezzate, il Chievo, a un quarto d’ora dalla fine stava perdendo. Ronaldo ha giocato benino, ma non ha segnato. Lasciando tutti un po’ delusi. Ci sta, aveva pochi giorni di preparazione alle spalle. I suoi compagni comunque ne hanno fatti tre.

Il Napoli c’è e ci sarà: questa è l’altra indicazione offerta dalla serata soprattutto ai nostalgici di Sarri. All’Olimpico ha vinto bene, di rimonta, migliorando di minuto in minuto, dopo un inizio timido. Per lunghi tratti ha giocato alla Sarri (65% di possesso palla). La presenza di Milik rende Insigne ancor più determinante. La Lazio è sembrata inferiore atleticamente, incapace di reagire, se non nel finale, al cambio di marcia degli avversari. Forse è soltanto ancora in rodaggio. Come Dazn, la piattaforma on line che vorrebbe cambiare il modo di guardare lo sport. I suoi nuovi abbonati, soprattutto nel secondo tempo, lo hanno visto sì in mondo nuovo: a singhiozzo.

Non è invece in rodaggio Ciro Immobile, che in quella che doveva essere la giornata di Cristiano Ronaldo ha segnato un gol alla Messi.
Sì, sarà un bel campionato. Meno male. La Serie A oggi è la scialuppa di salvataggio di una nave che sta affondando. Il calcio italiano esce da un’estate nera, nerissima, cominciata con uno dei Mondiali più belli di sempre caratterizzato però dall’incredibile assenza degli azzurri, continuata con il fallimento di società con storie gloriose alle spalle (Bari, Avellino e Cesena) e non ancora finita, in attesa di sapere se e quando cominceranno i campionati di Serie B e di Serie C, se domani i calciatori di questi due tornei decideranno uno sciopero magari ad oltranza, se la Serie B sarà davvero a diciannove come vogliono le società interessate a dividere in meno fette la tortina dei diritti televisivi o se verranno, con molto comodo, accolti i ricorsi dei club che ritengono di avere il diritto di essere ripescati.

Un caos generalizzato, dal quale però per fortuna la Serie A non sembra essere contagiata. Anzi, colte da improvviso benessere, le società italiane sono state protagoniste assolute del mercato internazionale della pedata. Hanno speso più di un miliardo, seconde soltanto alle inglesi. Non soltanto la Juventus: le prime cinque-sei squadre sono più forti o almeno non più deboli di un anno fa e l’arrivo di Ronaldo avrà benefici effetti per tutto il sistema. Il resto lo vedremo da oggi in poi. Con meno tristezza nei cuori.
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