IN CONTROPIEDE
Una rassicurazione della quale Malagò si farà portavoce in giornata anche con il Premier Renzi (a margine del funerale di Michele Ferrero). Lotito, dunque, perde la delega alle riforme conferitagli da Tavecchio. Dribblato il pericoloso stallo nella Lega di Macalli e in attesa della chiamata di Palazzi per i due fascicoli che lo riguardano, il presidente biancoceleste cade quando pensava di averla fatta franca ancora una volta. Consapevole che non poteva essere certo il Coni a commissariarlo dalla carica di consigliere federale, ha sottovalutato sia l'eco mediatico della vicenda che il pericolo che poteva arrivare dall'esigenza della Figc di attuare le riforme. E' questa infatti la priorità di Tavecchio che aveva già capito come la delega a Lotito rischiasse di non essere più compatibile con alcuni consiglieri federali. In primis con il presidente della Lega Serie B, Andrea Abodi, che ieri ha definito i contenuti della telefonata Lotito-Iodice «una valutazione detta nel modo sbagliato, con criteri sbagliati e con un modello di calcio non condivisibile».
IL TAVOLO DEI BIG
Abodi, nonostante i modi da lord inglese, è stato chiaro con Tavecchio: sedersi allo stesso tavolo delle riforme con Lotito ancora reggente della delega conferitagli dalla Figc, era impossibile. Tavecchio voleva prendere tempo. Ma l'incontro con Malagò e Delrio ha cambiato le carte in tavola. Tra l'altro Lotito, ieri ha ricevuto una stoccata anche dall'amico Zamparini a Radio24: «Registrare è stato infame ma lui ha detto delle boiate, si crede onnipotente, soffre di delirio di onnipotenza. Prima di lui ne hanno sofferto Benito Mussolini e Bettino Craxi».
PARADOSSO
Ora che perderà la delega alle riforme, non va però dimenticato che Lotito rimarrà comunque il rappresentante della Lega di A. La traduzione può essere questa: c'è il serio rischio che togliergli il mandato possa diventare più una questione di forma verso l'esterno, accontentando così a livello politico-mediatico chi ne chiede l'immediato allontanamento, che nella pratica, dovendo fare sempre i conti con lui per la riforma dei campionati.