Lazio, il futuro è adesso: il sesto posto
vuol dire Europa e rifondazione squadra

Lazio, il futuro è adesso: il sesto posto vuol dire Europa e rifondazione squadra
di Alberto Abbate
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Mercoledì 5 Marzo 2014, 10:01 - Ultimo aggiornamento: 16:11
Del domani dev’esserci certezza. L’Europa s’avvicina e pianifica il futuro. È già il momento di sbandierare qualche mossa per placare questo galoppante malcontento. La Lazio è a due punti del sesto posto, domenica pregherà per il pari nello scontro diretto fra Parma e Verona: un pari al Bentegodi può significare subito sorpasso biancoceleste. Con un doppio passo contro l’Atalanta, nel deserto dell’Olimpico: ai botteghini procede a rilento la vendita (mille biglietti). Eppure su radio, forum e web, parecchi laziali tergiversano sull’invito della Nord: «Noi vogliamo comunque andare all’Olimpico». A cinque giorni dalla sfida, si respira un altro caos. Calmo Lotito, s’è persino messo a dieta. Non può divorarsi la plusvalenza di 16,88 milioni delle cessioni d’Hernanes e Floccari. Non solo non “libera la Lazio”, non può nemmeno liberare il portafoglio. Perché, se è vero che dal bilancio semestrale emergono 21 milioni nelle tasche, bisogna sottrarne 7,6 in “sospeso” verso “intermediari”, 6,42 di stipendi arretrati (ottobre-dicembre 2013), 4,327 di premi (da pagare entro aprile 2014) e 2,371 di premi individuali (entro settembre 2014). In cassa rimangono le briciole.



MIRO E DJORDJEVIC

Il banchetto non è così conviviale. Sul tavolo ci sono pure i rinnovi. Klose ha già dato la sua disponibilità a restare a Roma, ma Lotito lo ha quasi “provocato” con un’offerta al ribasso da 1,5 milioni. Il tedesco è parecchio innervosito: «Ma troveremo una soluzione», assicura il presidente. La prossima settimana, nuovo incontro. Quando dovrebbe finalmente arrivare anche la firma di Djordjevic (dal Nantes a parametro zero) sul contratto biancoceleste. Era impossibile anticipare il suo sbarco a gennaio con un conguaglio: non c’era il posto da extracomunitario, che potrebbe presto essere “liberato” da Keita, in attesa imminente del passaporto.



IN USCITA

Attacco sistemato? In realtà servirebbe comunque un altro vero vice-Klose, ma la Lazio punta su Perea e Keita. La priorità restano due centrali di spessore in difesa. Niente parametri zero, stavolta bisognerà investire, eccome. E quindi considerare un’altra cessione eccellente. Nonostante il riscatto immediato a Firenze, Marchetti rimane il “sacrificio” - a 12-15 milioni - più intelligente: la Lazio ha già il sostituto, Berisha è pronto e rodato. Davanti a lui ci vogliono due certezze, gli attempati Biava e Dias - a cui la società è disposta a rinnovare per un anno ancora - dovranno eventualmente accomodarsi in panchina. In difesa, Radu a parte, si chiede una rifondazione totale. Chissà che fine farà Cana, ultimo eroe di Firenze: «Con Reja è scomparso dal campo», accusa il papà Agim. Per il goriziano è una riserva. Così sarà.



IL PROGETTO

Il futuro è Reja, inattaccabile con la qualificazione in mano. Secondo salvataggio in corsa, Edy merita riconoscenza e applausi. Lotito gli ha riservato un anno e mezzo di contratto, pure un eventuale ruolo di direttore tecnico. Il “vecchio” cellulare recuperato ieri in questura (l'aveva preso “indebitamente” un tassista romanista, incastrato dalle telefonate della moglie) potrebbe servirgli a giugno, ma lui si vede ancora allenatore della Lazio. Perfetto per saldare e ricostruire un gruppo, “antico” sul lancio dei giovani. Per vincere, il mister mette al primo posto l’esperienza. La pretende dal prossimo mercato, sta lavorando col diesse Tare e Lotito per risanare il rapporto con la tifoseria. Che da cinque giorni si fomenta sui 5,75 milioni biancocelesti incassati da altre aziende del presidente. “Parti correlate” del bilancio e di una contestazione che prosegue all'infinito. E ora invoca Abete: «Libera la Lazio». Questo è un altro progetto.

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