Lazio, Candreva degradato dai compagni:
Biglia capitano e l'attaccante si sente tradito

Lazio, Candreva degradato dai compagni: Biglia capitano e l'attaccante si sente tradito
di Alberto Abbate
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Venerdì 31 Luglio 2015, 06:34 - Ultimo aggiornamento: 10:28
“Mr SSLazio” è Biglia, al braccio ora porta la fascia della discordia. La decisione sul nuovo capitano biancoceleste, tormentone dell'ultimo mese di ritiro, fa emergere le prime crepe nello spogliatoio. Ha scelto Pioli, ma qualcosa non torna a Candreva. Lotito e Tare gli avevano promesso di farne una bandiera in sede di rinnovo la scorsa estate. Non solo. Il primo giorno di ritiro ad Auronzo, lo stesso allenatore aveva rispettato le previsioni, optando per l'esterno capitano. E allora, cosa è successo in queste settimane per arrivare all'annuncio di Biglia? Solo una mossa per dimostrare l'importanza di Lucas e convincerlo a restare a Roma? C'era stato un confronto fra Pioli e i giocatori all'inizio del ritiro sulle Dolomiti, sembrava tutto fatto per Antonio capitano. Ma nei giorni successivi tutto era tornato in discussione. Perché? La faccia e l'autorità “debole” dell'esterno alla presentazione al Palaroller lo spiegano. Candreva sul palco suggeriva ai compagni un coro finale per Mauri, ma solo Marchetti rispondeva all'iniziativa. Alla fine si leggeva dal labbiale: «Lasciamo perdere». Quindi Antonio sfilava via piuttosto infastidito e col broncio. La sera dopo Candreva non c'era alla cena organizzata dalla squadra, per il riacutizzarsi di uno stato febbrile. Ma l'eco di un coro lo raggiungeva sin dentro la stanza dell'hotel Auronzo: «C'è solo un capitano, un capitano». Un motivetto intonato dai giocatori a favore dell' “anziano” Radu. Che aveva pure dato il benestare per mollare la fascia a favore d'Antonio, ma: «Solo perché è romano», aveva bisbigliato Stefan lontano dai microfoni. Insomma lo spogliatoio non è mai stato stretto intorno a Candreva. Ed è questo il vero motivo che ha fatto tergiversare i piani alti della Lazio sino a virare sul bicipite di Biglia. Che non ha mostrato i muscoli per ottenere quella fascia, ma ha solo sfruttato lo scarso consenso del gruppo per Antonio capitano.

LE MINACCE
C'è un po' di gelo, ma passerà. Il rifiuto di diventare “secondo” è un conato d'orgoglio, Candreva si sente ferito: «Se non posso fare il capitano, non posso fare nemmeno il vice di Biglia». Non ha parlato Antonio pubblicamente, ma la voce dell'agente Pastorello e le minacce d'addio (fra le righe) per la delusione hanno fatto risentire Lotito e Tare. Antonio sa che la promessa della fascia non è stata mantenuta per ragioni “forzate” dallo spogliatoio. Un leader, quindi un capitano, dev'essere riconosciuto non dai tifosi (che lo avevano già incoronato), ma dai compagni. Il loro silenzio a un suo “ordine” al Palaroller equivale a dissenso.