Lazio, adrenalina, tattica e filosofia. Così Bielsa ha conquistato Lotito

Marcelo Bielsa
di Alberto Abbate
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Venerdì 1 Luglio 2016, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 15:21
LA STRATEGIA
ROMA Come si cambia per ricominciare. Dodici anni dopo, la metamorfosi è certificata: mai si era visto Lotito così soggiogato. Ha accettato ogni locura di Bielsa, lo è andato a supplicare a Rosario, si è svenato (oltre i tre milioni) pur di trascinarlo a Formello. Comunque andrà la storia con Marcelo, segnerà la svolta di un'era. Nessuna garanzia di successo, ma c'è già una scossa vera nell'assuefazione biancoceleste. Bielsa è innanzitutto uno spot riuscito. Non a caso il suo faccione già campeggia sulla copertina di Lazio Style, sia pure in mancanza dell'ufficialità. Perché persino questa suspense, quest'attesa del messia Marcelo è già una flebo d'adrenalina. Probabilmente nessun altro allenatore, a parte i top Emery o Klopp, Conte o Mourinho ovviamente, avrebbe suscitato una simile apoteosi d'euforia in un ambiente così depresso. Eccolo il primo di almeno 10 motivi che hanno spinto Lotito a volere Bielsa. Solo e soltanto Bielsa. Non Ventura, non Prandelli. Perché sul biglietto da visita dell'argentino c'è pure scritto offensivista, impositore di gioco, showman. Almeno a livello filosofico, sarà pure contento Tare, troppo spesso ingerente nelle scelte tecniche. Adesso dovrà farsi da parte, Bielsa è dittatore del campo e a Lotito sta più che bene.
SPOCCHIA E CHAMPAGNE
Il «Loco» riassume tutto. Ma Bielsa non è pazzo, è uomo, maschio, snob, spocchioso, è sergente. Dopo la tragica fine di Pioli (ora a un passo dalla Samp, con un risparmio di 2 milioni lordi per la Lazio), Lotito cercava proprio uno così. Nessun contatto con la stampa, allenamenti a porte chiuse, pugno duro nello spogliatoio. Nessuno può ribellarsi allo sguardo severo dell'ex ct dell'Argentina. Uno che ha trasformato bidoni in gazzelle (valuterà pure i 14 prestiti rientranti in ritiro), comprimari in star del Cile. Pensate a Isla e Medel o a mezzo Olimpique (spunta pure del portiere Mandanda, con Marchetti risondato dalla Juve come vice-Buffon), ora quasi filiale biancoceleste sul mercato. Perché tutti vogliono tornare da Bielsa: dai proseliti nei Paesi baschi, profondo Nord della Spagna, alle vedove di Marsiglia, profondo Sud della Francia. Ora Marcelo sbarca a Roma, profondo centro del mondo e riparte dall'ottavo posto. Nessun viaggio in prima classe, per le turbolenze basterà una poltrona vibro-massaggiante?
CARISMA E RICHIESTE
Caput Bielsa, lui è il maestro. Un santone-psicologo, che cercherà subito l'alchimia con la squadra ad Auronzo per far applicare il suo 4-3-3 o il famoso 3-3-1-3. Il suo carisma a livello internazionale invece, nelle intenzioni di Lotito, farà da calamita sul mercato. Tare ha cambiato i piani in funzione delle sue indicazioni, ma forse ha dimenticato di rivelargli il budget biancoceleste. Perché altrimenti Bielsa non avrebbe chiesto Jemerson e Rodrigo Caio (rispettivamente, 15 e 12 milioni) per la difesa, Thauvin (15) come sostituto di Candreva, Baba (15) al posto dello svincolato Adriano (comunque tenuto in considerazione), per non parlare di Slimani, mister 30 milioni, per il dopo-Klose. La Lazio sta cercando di prendergli al massimo Immobile in prestito, Sampaoli di strappargli Ben Yedder del Tolosa (accessibile a 9 milioni) a Siviglia. Magari però il fascino di Marcelo riuscirà ad attrarre finalmente un main sponsor e nuovi importanti introiti per il mercato, spettri ormai da 12 anni. Ma in fondo il primo colpo sarebbe riuscire a ficcare Biglia in buca a Formello e non in Barca. Bielsa monitorerà anche il settore giovanile, riecco Bollini (oggi la firma sul triennale) in Primavera. Come si torna per amore.