Abi, lascia il dg Sabatini: «Separazione consensuale»

Il Comitato esecutivo dell’ente ha votato all’unanimità l’uscita del direttore generale

Abi, lascia il dg Sabatini: «Separazione consensuale»
di Rosario Dimito
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Giovedì 9 Maggio 2024, 09:29

Compromesso in Abi per favorire il ricompattamento fra Intesa Sp, Unicredit, Bpm, Mps e le altre banche sulla nomina del nuovo assetto di vertice che spiana la strada al sesto mandato di Antonio Patuelli. Ieri un Comitato esecutivo straordinario, ha approvato all’unanimità la proposta del Comitato di Presidenza, riunitosi venerdì scorso sulla «consensuale conclusione del rapporto di lavoro del Direttore generale Giovanni Sabatini e gli ha espresso un vivo ringraziamento per la serietà, l’impegno e la competenza nell’attività svolta dal 2009», si legge in una nota. L’esecutivo «ha dato incarico ad una società specializzata», dovrebbe essere Egon Zehnder, «di collaborare alla rapida selezione per la più tempestiva nomina del nuovo direttore generale dell’Abi».

Nel frattempo «la direzione generale dell’Abi sarà retta, per tutte le competenze e responsabilità statutarie, dal vicedirettore generale vicario, dottor Gianfranco Torriero». Sabatini, manager di grandi capacità tecniche, molto apprezzato sui mercati internazionali essendo stato presidente della federazione europea nei bienni 2016-2017 e 2018-2019, ha guidato Palazzo Altieri da metà luglio 2009 (presidente Corrado Faissola), dando un contributo specialistico al ruolo dell’associazione, combinandosi con la visione politico-strategica di Patuelli. Sabatini ha gestito dal punto di vista tecnico, gli effetti della crisi post Lehman, il tema del mercato dei capitali, la riforma di Basilea tanto per citare alcuni degli argomenti-chiave sui quali ha dato un contributo qualificato.

Purtroppo da oltre un anno, l’armonia in Abi era turbata dallo strappo di Intesa Sp avvenuto a febbraio 2023 quando fu ritirato il mandato di rappresentanza al Comitato affari sindacali e del lavoro (Casl) in conseguenza del diverbio, in sede Abi, fra Lando Sileoni, leader Fabi e Alfio Filosomi, responsabile affari istituzionali e sindacali di Ca’ de Sass: Messina ritenne che Sabatini avrebbe dovuto stigmatizzare l’attacco del sindacalista a un esponente del mondo bancario.

Intesa da allora ha partecipato in prima persona al tavolo negoziale Casl per il nuovo contratto, firmando l’accordo a novembre dell’aumento di 435 euro.

L’ESECUTIVO DEL 15

Ca’ de sass avrebbe voluto comunque un ricambio al vertice Abi in occasione della scadenza del mandato di Patuelli all’assemblea del 9 luglio. Sul banchiere di Ravenna, però si è coagulato un consenso quasi unanime delle altre grandi banche e Messina che va sottolineato, è un banchiere di sistema, dotato di senso di responsabilità e visione istituzionale, ha preso atto che insistere sul ricambio avrebbe significato spaccare l’Abi.

Nel pranzo con Andrea Orcel («siamo amici»), pur precisando di non aver fatto «nessun accordo», ha convenuto di non opporsi, quindi condividerla, la riconferma che maturerà in sede istituzionale, nella riunione dell’esecutivo di mercoledì 15: in quel contesto si procederà al giro di tavolo che dovrebbe formalizzare la proposta per il consiglio dell’associazione del 30 maggio. «Per noi Abi ha senso se è un’eccellenza europea», ha detto Messina che sarà parte dell’accordo comprendente la modifica statutaria per consentire ai vicepresidenti di «essere immediatamente rieleggibili» e aprire così le porte alla riconferma di Gian Maria Gros-Pietro e di Nicola Maione (vicario).

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