llva, il salvataggio slitta a gennaio: il governo chiama Arcelor Mittal

Riunione dei ministri con l’ad di Invitalia e Bernabè, assente il rappresentante del gruppo franco-indiano

llva, il salvataggio slitta a gennaio: il governo chiama Arcelor Mittal
di Rosario Dimito
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Mercoledì 27 Dicembre 2023, 21:46

Il copione del salvataggio della ex Ilva non si smentisce e oggi il cda convocato per varare misure urgenti per il rafforzamento patrimoniale e garantire la continuità aziendale, dovrebbe aggiornarsi a gennaio: subito dopo Capodanno il governo ha convocato un vertice con gli azionisti ArcelorMittal e Invitalia, per prendere finalmente (si spera) una decisione che possa assicurare la continuità aziendale e il rilancio. Per questo motivo il cda odierno non sarà definitivo.

Il nuovo vertice ricalcherà quello svoltosi ieri, dopo pranzo, a Palazzo Chigi con i tre ministri competenti Adolfo Urso, Giancarlo Giorgetti, Raffaele Fitto, ospiti di Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, alla presenza di Franco Bernabè, presidente AdI e di Bernardo Mattarella, ad di Invitalia, socio con il 38% di Acciaierie d’Italia holding (AdI).

Avrebbe dovuto partecipare anche un esponente al massimo livello di Mittal, primo azionista con il 62%: il rappresentante ha giustificato la propria assenza per precedenti impegni. Sembra però che la mancata partecipazione non abbia alimentato le tensioni fra governo e Mittal a causa del suo comportamento discontinuo e poco rassicurante per la stabilità di AdI dove con varie scuse, da mesi si tira indietro dalle ricapitalizzazioni. 

Il piano industriale predisposto dall’ad Lucia Morselli prevedeva fosse finanziato con 1,320 miliardi di risorse pro quota dei soci. Ma nonostante la Morselli abbia redatto il piano a cinque anni, corredato di coperture, in una delle tanti riunioni di assemblea nelle scorse settimane, i rappresentanti di Mittal hanno bocciato la proposta. Quindi il socio franco-indiano in assemblea si è opposto a una delibera del cda votata anche dai suoi rappresentanti. 

LITE CONTINUA

L’ultima iniziativa di Arcelor frenata da Invitalia è stata la proposta di un aumento di capitale di 320 milioni necessari per le spese urgenti di fornitura. Va sottolineato che Mittal ha fatto la proposta ma non ha detto se avesse intenzione di mettere i soldi. In questo bailamme di incertezza, Invitalia non si è presentata all’ultimo cda e all’assemblea di venerdì 22, ha votato contro il mini-aumento perchè insufficiente. Con il sorgere di ipotesi di escludere dalla partita il primo socio visto che si mostra indifferente, con la possibilità che Invitalia assuma la maggioranza a tempo, utile per trovare un altro socio che potrebbe essere Arvedi. Infatti l’aumento da 320 milioni sarebbe stato versato entro il 31 gennaio 2024 al prezzo «di 1 euro ad azione», con «un diritto di prelazione a ciascun socio» ed è prevista «una delega al cda e all’ad per offrire a terzi entro il 15 marzo le eventuali quote non sottoscritte». Alla luce delle evoluzioni delle ultime ore, con il vertice del 2-3 gennaio, è possibile che questa formulazione possa essere riscritta, sempre che Mittal torni a occuparsi stabilmente della società che entro il 24 maggio dovrà acquistare gli impianti.
Ieri sera però fonti vicine ai legali di Mittal hanno fatto sapere che prima di versare la sua quota su 1,320 miliardi chiede sia determinato il valore ma che nessuno ha chiesto di farlo prima della verifica.

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