La realtà del Leicester è particolare. «Il monte ingaggi non supera i 70 milioni. Qui c'è il salary-cup e più di tanto non possiamo spendere. L'anno scorso la squadra si è salvata, più anni stai in Premier e più puoi spendere. Avevamo un monte ingaggi basso perché era salita da poco dalla serie B», spiega Ranieri. «Questa è una squadra che si è salvata l'anno scorso facendo le ultime 5-6 partite da disperati, avevano un altro sistema di gioco e mi sono accorto che bisognava cambiare qualcosa. Io cambierò ma doverete dare sempre tutto, da disperati fate cose magnifiche e vi voglio vedere sempre disperati, gli ho detto». L'allenatore testaccino si sta togliendo delle belle rivincite, anche se non vuol usare questo termine. «Nel nostro mondo siamo subito pronti a dare delle etichette, non ero infastidito dallo scetticismo, ma dal pressapochismo. Ho scelto di andare ad allenare la Grecia perché avevo voglia di conoscere come si allena una nazionale, con la Grecia ho detto perché no, andiamo a vedere e a fare questa esperienza. Ma come può un allenatore, dove c'era da cambiare tutto, farlo con sole 4 partite giocate e senza amichevoli. Li allenavo tre giorni prima della gara, abbiamo perso su rigore 1-0 la prima non li vedo più per mesi, poi altra partita, e così via. Come può in questo modo un allenatore che deve ricostruire una squadra, vincere? Ho fatto male la scelta non il lavoro. Lì è una situazione drammatica, sono al terzo allenatore e continuano a perdere».
Secondo Ranieri la cosa importante in un club è avere programmazione. «L'importante è che tu abbia una società alle spalle, una seria programmazione. In Italia ci sono più difficoltà perché quando le cose vanno male, sembra che va male tutto. Qui i giocatori sono più sereni, l'ambiente è diverso, si vive lo sport a 360 gradi. Noi quando una squadra va male o la contestiamo o si chiama sotto la Curva, qui amano lo sport e ti battono le mani anche se sei l'ultima in classifica, basta che ti impegni». Ora il Leicester, dopo la vittoria sul Manchester City è atteso da un altro scontro al vertice con l'Arsenal. «Molti scrivono che se passiamo l'esame Arsenal è fatta, ma non è così. Come noi creiamo la vita difficile agli altri, gli altri lo faranno a noi. Le ultime tre partite di Premier sono con Everton, Manchester United e Chelsea, c'è da spingere». Poi sul presidente del club, Ranieri aggiunge: «è una persona eccezionale, è lui che mette positività, non vuol sapere nulla, mette il budget e viene a vedere le partite. Il 20 ottobre è la mia festa e lui prima della partita si è presentato con due carrelli con la torta e tutti a cantare “Happy Birthday” e il tutto prima della partita, pensate se accadesse in Italia...».
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