“American Hustle”: e il truffatore truffa se stesso

American Hustle
di Fabio Ferzetti
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Venerdì 27 Dicembre 2013, 18:49 - Ultimo aggiornamento: 31 Dicembre, 18:18
Nei film di David O. Russell tutto apparenza, seduzione, inganno. E al tempo stesso tutto è verità, conferma, rivelazione. Come se avere una vita migliore significasse inventarsela di sana pianta. Salvo scoprire che l’invenzione migliore è più vera del vero. E che perfino i truffatori professionisti, a forza di fingere, finiscono per diventare come si dipingono. Dunque: dove finisce la verità e dove l’inganno?



È il soggetto dell’irresistibile American Hustle-L’apparenza inganna, in uscita il 1° gennaio forte di 7 candidature ai Golden Globes. Ma funzionava così anche Il lato positivo, che catapultava personaggi borderline sul palcoscenico della follia. O The Fighter, che invece li faceva combattere sul ring e in famiglia. La vita è un palcoscenico, chi recita meglio trionfa e a volte prende pure l’Oscar (con 7 candidature agli attori e 2 statuette vinte, gli ultimi due film di Russell detengono un record). Il problema è che se sei davvero bravo non sai più chi stai prendendo in giro. Tutti quanti, il tuo partner, o magari te stesso?



«Il segreto delle persone è ciò che vogliono credere», sentenzia Amy Adams, ex-spogliarellista venuta dal nulla che per metà film si finge una nobile inglese e a un certo punto incontra l’uomo del suo destino. Un truffatore che di vero ha solo la panza, i peli e il riporto (un irriconoscibile Christian Bale), ma per il resto è il re del doppio gioco. Ingabbiato in una vita così falsa che farebbe di tutto per uscirne. Anche ingannare sua moglie (Jennifer Lawrence in versione oca bionda del New Jersey), finta svampita che se lo rigira come vuole. Ma non può impedirgli di avere per complice e amante Amy Adams.



Una così brava che presto alla coppia non basta più piazzare falsi d’arte aiutati da finti sceicchi. No, Bale e Adams cercano il colpo grosso. E il colpo grosso si presenta nelle vesti di Bradley Cooper, agente Fbi che li pizzica e propone uno scambio (siamo negli anni 70, il Watergate è storia recente): voi mi aiutate a incastrare un politico, io chiudo un occhio su di voi... Ma quell’agente tutto d’un pezzo in realtà è più fasullo (dunque vulnerabile) di loro. E tra politici double face, mafiosi che parlano arabo, sbirri coi bigodini, nulla andrà come previsto. In una girandola di trovate così vertiginosa da convincerci che nulla di ciò che vediamo esiste davvero. Tranne le vertigini appunto. E il divertimento.
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