Gp Malesia, un anno dopo Sepang: tra Rossi e Marquez ancora il gelo

Rossi e Marquez
di Matteo Sorio
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Venerdì 28 Ottobre 2016, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 14:30

E alla fine si scambiarono un mezzo, glaciale segno di pace. È il protocollo. Stringetevi la mano, please, che i fotografi devono lavorare. Qui Sepang, un anno dopo. Valentino Rossi, il Dottore, e Marc Marquez, il Cabroncito. Li avesse visti Moravia, lì in conferenza, avrebbe aggiunto un capitolo ai suoi Indifferenti. Della serie: c'eravamo tanto odiati, e non è che il tempo abbia reso il materasso più soft. Lì, in conferenza, un anno dopo, il Cabroncito prova quasi a zuccherare: «L'episodio della scorsa stagione mi ha migliorato». Il Dottore gli strappa la bustina: «Io non credo di averne tratto particolari benefici». E brrr, che freddo che fa.

IL GELO
L'episodio, Sepang 2015, è quello che imbucò nel palinsesto delle moto, e dello sport, un lancio di piatti e posate in presa diretta. Era la vigilia del Gp, rush finale della stagione. Protestò pubblicamente, Valentino, che a Phillip Island il Cabroncito gli avesse corso contro per favorire Lorenzo. Poi, in gara, succedeva il finimondo, cioè il Dottore veniva a contatto col Cabroncito, quello finiva per terra e il risultato lo conosciamo: Rossi sanzionato, in fondo al gruppo a Valencia e tanti saluti al sogno di un'altra corona. Più che una gara, Sepang 2016 è una domanda: come va, ragazzi, ancora in aceto? Risponde, Marquez, che «naturalmente è cambiato tutto, però ultimamente le cose sono un po' migliorate, il rapporto è professionale, anche se i pareri su quell'episodio sono sempre gli stessi». La smorfia dell'altro: «Sono d'accordo». Sbagliamo, o fa sempre freddo?

I DUE
Il passato, a volte, viene a spargere pepe sul presente. E così: l'ultimo fotogramma sono Rossi e Marquez, seduti al tavolo del luogo del misfatto, come prima di quel Gp che li ha separati più di quanto non li separi l'età, 37 anni il Dottore e 23 il Cabroncito. Del pepe di Sepang 2015 si sente ancora l'odore. Di quel clima, un po' meno. Là c'era in ballo ancora tutto. Qui si corre per un titolo già consegnato allo spagnolo della Catalogna, il terzo acuto nella classe regina per Marquez, con Valentino che guarda al secondo posto, 24 punti di vantaggio su Lorenzo, come a una poltrona da tenere in caldo. Non c'è graduatoria che infiammi. Ma c'è la fiamma di quella vecchia storia tesa. Che ha fatto di Rossi & Marquez quasi un brand, un po' (alla lontana) come Bubka & Vigneron nel salto con l'asta, anche loro rivali e nessuno che s'impegnasse troppo per nasconderlo. Il fatto è che tra Dottore e Cabroncito c'è stato anche il tenero. C'era una volta un Marquez, ancora piccolo, che chiedeva a Rossi l'autografo, poi ripiegava il foglietto e in cameretta lo sistemava sull'altare degli idoli. C'era una volta pure un Marquez, diventato grande, che rapiva i cuori della MotoGp per come piegava, gomiti larghi, fategli sentire il profumo dell'asfalto, tanto che Rossi onorava l'acrobata, twittando una foto di sé in curva e domandando al ragazzo prodigio: «Vado bene così?». C'era una volta, non molto tempo fa. Poi, tra loro, il freddo di Sepang 2015.