Fondo, Pellegrino: «Il futuro è dell'Italia: siamo giovani, dateci tempo»

Fondo, Pellegrino: «Il futuro è dell'Italia: siamo giovani, dateci tempo»
di Mario Nicoliello
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Lunedì 19 Febbraio 2018, 13:28
Come sono lontani i tempi di Lillehammer 1994 e Torino 2006, quando il quartetto azzurro del fondo esultava sul gradino più alto del podio. Nella 4x10 Km a tecnica mista l'Italia regge il passo dei primi nelle due frazioni in classico, poi arranca nelle retrovie, chiudendo settima. Oggi il nostro movimento non è all'altezza delle nazioni più forti, in squadra il fuoriclasse è uno solo: Federico Pellegrino, ieri schierato in quarta frazione.
Chicco, come ha interpretato la sua staffetta?
«Non potevo che partire forte per riprendere il finlandese, così da colmare insieme il buco sui fuggitivi. Quando ho raggiunto la mia preda mi sono reso conto che le mie gambe non giravano al massimo. Ho tenuto duro prima del transito di metà frazione, poi le gambe mi hanno lasciato a piedi».
È deluso della sua prestazione?
«Sì, perché la condizione fisica era più che buona, ma in gara mi sono mancati i muscoli. Se l'obiettivo fosse stato arrivare quinti avrei gestito diversamente le energie, però alle Olimpiadi contano solo le prime tre posizioni, quindi ho dovuto provare a osare».
Forse per lei 10 chilometri sono troppi?
«Non direi. So di avere buone qualità di resistenza, visti i risultati dei test estivi e delle gare sull'uomo in tecnica libera fatte in stagione».
Cosa manca oggi all'Italia?
«A livello di tecnici siamo messi bene. Se però guardiamo le prime squadre tutte hanno almeno un atleta nato negli Anni Ottanta, noi invece no. Siamo giovani, quindi fateci crescere».
Crede in una rinascita della 4x10 italiana?
«Tengo tantissimo alla staffetta, perciò questo diventerà il mio obiettivo del prossimo quadriennio».
Intende allungare la gittata?
«Mi sono già tolto tante soddisfazioni a livello personale nelle sprint individuali e a coppie. Credo molto nella staffetta e in futuro voglio gioire in questa gara».
Qui in Corea cosa è mancato alla staffetta azzurra?
«Le sei squadre che ci hanno preceduto sono più forti di noi. Eravamo outsider, ci credevamo. I miei tre compagni hanno dato tutto, io potevo fare di più. Lasciatemi triste per qualche ora, poi penserò alla team sprint».
A proposito della gara di mercoledì, pare che non sia più scontata la presenza di Dietmar Noeckler al suo fianco.
«Faremo una riunione domani (oggi, ndr) e in quella sede decideremo la formazione».
È preoccupato per il fatto che Noeckler sia in forse?
«Secondo me il dubbio non c'è. Didi è la conseguenza logica di un lungo percorso. Credo molto in lui e anche nel suo potenziale attuale. Lo vedo sciare tutti i giorni, so che sta bene. L'incidente di percorso nella 15 chilometri è ormai passato».
Conterà il suo parere nelle scelte dei tecnici?
«Alla luce delle mie sensazioni attuali devo pensare alle mie gambe, non a quelle degli altri. Mercoledì ci sarà da lottare, speriamo anche di divertirci».
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