Rio 2016, pallanuoto: il Setterosa vale l'argento

Rio 2016, pallanuoto: il Setterosa vale l'argento
di Emiliano Bernardini
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Sabato 20 Agosto 2016, 10:06 - Ultimo aggiornamento: 14:44
dal nostro inviato
RIO DE JANEIRO Negli occhi ancora le prodezze di Zaytsev, il piccolo miracolo azzurro che ci porta in finale del torneo della pallavolo maschile, e subito gli Stati Uniti, sconfitti sul parquet, si prendono una rivincita in piscina. È loro il gradino più alto del podio della pallanuoto femminile. Finisce 12-5. Tra gli sport a squadre probabilmente questa era la medaglia su cui tutti puntavano. Ma - ti dicevano in confidenza - «l'oro è quasi impossibile. Le americane sono ingiocabili». E allora anche il «soltanto noi» motto delle nostre ragazze, pronunciato dalla capitana Tania Di Mario, lascia il posto ad un sincero «più brave loro». Le americane sono le Campionesse Mondiali in carica e non sono mai scese dal podio a Cinque Cerchi da quando la pallanuoto rosa è entrata nel programma dei Giochi. È stato bello pensare ad un bis di Atene 2004, di quel primo posto che Tania ha già assaporato, ma la realtà racconta di una finale impossibile, che tale è stata per il Setterosa. Resta comunque la soddisfazione di avere nuovamente una medaglia al collo a distanza di 12 anni. E va bene lo stesso se è d'argento.
LA GARA
E' subito in salita la partita delle nostre azzurre che prendono la rete di Mathewson alla prima avanzata delle statunitensi. Il pareggio della Radicchi è un lieto intermezzo tra le reti di Neuschl, Craig E Fischer che al termine del primo quarto fissano il punteggio sul 4-1. Peccato per i due gol presi nell'ultimo minuto perché le ragazze di Conti che subiscono, patiscono e non riescono a reagire alla loro maniera, non cambiando mai l'inerzia della finale. Il Setterosa è aggressivo, in difesa riesce a limitare le fortissime americane e addirittura vince il parziale del secondo quarto per 2-1. Le statunitensi costrette a giocare sul filo dei 30 secondi per la mancanza di sbocchi offensivi. Nella prima metà brilla Federica Radicchi che realizza una doppietta con tiri da lontano che ci permettono di non perdere contatto. Le azzurre giocano anche con un pubblico praticamente tutto a stelle e strisce che ad ogni occasione non manca di rimarcare la superiorità. Nel terzo però il setterosa cede di schianto. Non riesce mai a giocare col centroboa Aiello. E sui tiri da lontano, fenomenale la Johnson capace di parare anche un rigore alla Bianconi. Anche le americane tirano dalla distanza ma da molto meno lontano. Le ragazze di Conti sono costrette a difendere sempre più basse e a concedere conclusioni che le nostre avversarie spesso trasformano in gol. Il risultato non lascia spazio ad equivoci: 12-5.
LACRIME E ABBRACCI
Abbracci e lacrime tra le azzurre a bordo piscina mentre le nostre avversarie festeggiano giustamente dentro la vasca. Con quella di ieri salgono a 8 le vittorie a stelle e strisce negli ultimi 9 match. L'unica affermazione delle azzurre, poco più di un mese fa, 10-9 in World League. Sperava di riallacciare quel filo Tania Di Mario. Lei unica reduce delle Tigri che conquistarono Atene. Ieri è stata la sua ultima in vasca. Da oggi inizia una nuova vita. Nozze con il compagno Raffaele e incarico dirigenziale. «Abbiamo realizzato un'impresa memorabile e siamo felicissime. Sapevamo di incontrare la squadra più forte. Sono orgogliosissima di queste ragazze. Prima di entrare in acqua ho detto loro che questo non è la fine di tutto ma l'inizio di tutto e di guardare sempre avanti» rivela Tania. «Se ce l'avessero detto a inizio stagione che saremmo arrivati in finale alle Olimpiadi ci avrebbero preso per matti. Non si esce mai da una finale persa con il sorriso, ma quando metteranno al collo la medaglia olimpica, si illumineranno i volti di queste splendide ragazze. Le americane sono il punto d'arrivo, noi siamo stati molto bravi in questo torneo, ci siamo lasciati dietro squadre come Australia e Russia. È il coronamento di quattro anni di lavoro. Ci siamo guadagnati la medaglia d'argento, punto e basta» le parole del ct Conti alla sua duecentesima panchina azzurra. Grazie ragazze.