Mara Venier: «Al Messaggero c'è la storia d'Italia». Ermal Meta improvvisa Modugno alla chitarra

Mara Venier: «Al Messaggero c'è la storia d'Italia. Con Sordi e Proietti grande amicizia, durante il Covid ho condotto "Domenica In" morta di paura»
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Sabato 16 Dicembre 2023, 14:22 - Ultimo aggiornamento: 22:11

Mara Venier è stata ospite al Messaggero per la festa dei 145 anni. Un viaggio tra le prime pagine storiche del giornale e tra i capitoli della vita della conduttrice di Domenica In. Che ha rivissuto la sua vita, appunto, e la sua carriera, attraverso le pagine che le ha mostrato il vicedirettore Alvaro Moretti. 

«Che emozione vedere queste prime pagine storiche, mio marito Nicola mi racconta sempre del periodo magico e affascinante delle rotative (il nonno di Nicola Carraro era Angelo Rizzoli, ndr) e mi sembra di tornare a quell'atmosfera lì. È un vero e proprio bagno sulla nostra vita, molto emozionante».

Da Alfredino e Aldo Moro all'11 settembre

«Quando è stato ritrovato Moro era a pochi metri da casa mia, ma non ho avuto il coraggio di andare.

Ho seguito le vicende dalla tv - ha raccontato Mara -. Alfredino? Mi ricordo quella sera e quei momenti, la sofferenza della famiglia, è stato il figlio di tutta Italia. E che belli i Mondiali del 1982 - dice guardando la prima pagina dopo la vittoria azzurra - ricordo che andammo tutti in piazza Navona a fare festa dopo la finale».

Poi si passa all'11 settembre 2001 e all'attentato a New York che ha cambiato l'Occidente. «Ero dal mio ortopedico Di Giacomo per fare un controllo, accompagnata da mio marito. Mentre eravamo seduti, lui accende il computer e sbianca. Io dovevo fare i controlli, Di Giacomo ci guarda e dopo che ci ha fatto vedere siamo rimasti immobilizzati. Quel giorno ha cambiato la nostra storia».

Il rapporto con Alberto Sordi, Gigi Proietti e i Papi

«Con Alberto Sordi eravamo molto amici, era venuto al Giffoni quando non facevo Domenica In, dove poi è venuto. Mi ha invitato a cena a casa sua, ero stata alla festa per i suoi 80 anni. Avevamo un bel legame, credo mi abbia voluto bene. Scherzava molto con me, mi prendeva molto in giro. Sono stata molto fortunata, ho incontrato persone meravigliose: Mastroianni, Sordi, erano persone meravigliose perché erano dei grandi. Erano star ma umili e normali. I Papi? Ho amato molto Wojtyla, Francesco è come un nonnino: ci siamo incontrati 2-3 volte e parlare con lui non ti mette soggezione, ti parla come se fosse uno di famiglia. Gli ho parlato della sciatica, c'è un rapporto molto carino». Poi alla prima pagina dedicata al Covid, Mara Venier quasi si commuove: «Mi chiesero di condurre in pieno lockdown: fu una scelta difficile, ma alla fine decisi di andare in onda. Lo dovevo al pubblico, dovevo ridare qualcosa indietro a chi già mi aveva dimostrato tanto negli anni. E morta di paura sono andata in onda. Per strada ancora mi dicono “grazie per la compagnia in quei momenti”. Con Gigi Proietti avevamo una grande amicizia, lui era grande amico di Arbore. Cene, feste... Renzo ha sofferto molto quando se n'è andato, erano molto legati».

Ermal Meta: «Non amo la Trap è un genere che non mi comunica nulla»

Alle 15.00 l'arrivo in redazione di Ermal Meta, l'artista che ha vinto Sanremo 2018 in coppia con Fabrizio Moro con il brano Non mi avete fatto niente. Intervistato dal giornalista Andrea Andrei, Meta ha parlato della sua ultima canzone "Male più non fare". Il cantante ha annunciato un nuovo disco per il 2024: «Probabilmente in primavera, vorrei portarlo in giro per l'Italia questa estate». E tornare a Sanremo? «Chissà» chiude con un sorriso. Al termine dell'intervista il cantante si è esibito in una cover improvvisata dei Radiohead (il suo gruppo preferito sin dai tempi del liceo ndr). 

 Sanremo 2018 in coppia con Fabrizio Moro con il brano 

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