L'INDIVIDUAZIONE
Quando qualcuno viene rapito, prima di tutto «devi capire esattamente dove si trova e chi sono i soggetti che lo hanno in mano, se appartengono a gruppi ideologici o a semplici banditi. Nella maggior parte sono banditi che passano gli ostaggi a gruppi ideologici. Parliamoci chiaro, “l'obiettivo Italia” è sempre appetitoso, noi abbiamo uno spirito di conservazione più marcato degli altri. Però questo spirito di conservazione ci costa eccome!». Non è soltanto un problema di riscatto. «Ci vuole una buona base, una rete, i canali, il gioco di squadra… Poi c'è la figura del negoziatore, che deve capire quanto è importante la leva ideologica o quella delinquenziale. Un negoziatore esperto conosce l'area, si affida al capo-rete che la gestisce, ha la capacità di muovere contatti in grado di valutare di volta in volta se il canale è giusto. La sua bravura si vede dall'appeal, dall'autorevolezza nei confronti dei soggetti a cui si rivolge. Dev'essere un mammasantissima. La dinamica è come quella mafiosa. Può essere un anziano, un predicatore, può esserci coincidenza tra negoziatore e capo-rete. Dipende dalla figura. Il segreto è il gioco di squadra, e poggia sulla rete. E la rete la costruisci nel tempo. La squadra è quella di Nicola Calipari». Sì, Calipari, ucciso nel 2005 a un posto di blocco americano a Baghdad mentre portava in salvo l'inviata del “Manifesto” appena liberata, Giuliana Sgrena.
LA RAPIDITÀ
E i tempi e segnali? «Ah, quelli. Sono soggettivi. Lì è tosta, devi fare una scelta. Sai quante persone si propongono? Centinaia. Vengono a dirti: sappiamo, ditemi, datemi… La bravura è capire il canale buono . C'è un solo modo per verificare se la strada è quella: la prova in vita». Nel caso di Greta e Vanessa, è arrivata dopo 5 mesi. Il video con la supplica al governo. «Anche in questo caso il silenzio è fondamentale, ma attenzione: se le due fossero state in mano ai neri, all'Isis, c'era poco da fare».
IL PERICOLO
I rischi per gli agenti sul campo arrivano dal contatto diretto. «Lì c'è un rischio fisico. Nella liberazione della Sgrena ci fu il contatto diretto. Quando il soggetto viene consegnato, un contatto c'è sempre e devi evitare di essere tu stesso sequestrato. E se non rischi tu, rischia l'intermediatore. Bisognerebbe dire alla gente: in quel sito non ci puoi andare, se vai e riesci a tornare, ti fai la galera. Ma sai quanti costi deve sostenere uno Stato per un'operazione del genere?». Non è solo un problema di riscatto. «C'è tutto un dispositivo da mettere sul campo per liberare una persona, con annessi e connessi. Anche il rischio di vita del nostro operatore ha un costo». Alla fine, però, quando l'ostaggio è libero, si festeggia. «L'ho fatto ogni volta. Ma sai perché? La rete che hai creato è affidabile. Un agente è bravo per il portafoglio che ha. E il portafoglio con contiene soldi. Contiene contatti”. Allora via con lo spumante. “Si stappa!”.