Si accese una luce 145 anni fa. Una luce sui fatti. Una luce di idee. Ed eccola, più accesa che mai, la luce che illumina, per ricordare la fondazione e tutta la storia del Messaggero, il palazzo di via del Tritone. E questo angolo della Capitale diventa non solo per un giorno, ma anche nei prossimi, e sempre alla stessa ora, le 17,01, luccicante come Times Square, rischiarante come un faro capace di orientare i romani e anche i molti turisti che passano sotto le finestre di questo pezzo di storia.
E tutti alzano lo sguardo alla celebre curva del nostro edificio, il direttore Massimo Martinelli la definisce come «la prua di una nave che entra nel centro storico di Roma», puntano i loro telefonini per fotografarla, ed entrano immediatamente in una sintonia culturale, che è anche un legame affettivo connaturato ai romani, con quello che stanno ammirando.
LE EMOZIONI
Non si fermano, a farsi trasportare nel passato e nel futuro da una testata che li contiene entrambi, solo persone legate al mito del giornale di carta. Ma anche giovani passanti - in motorino, occhi al cielo verso la M del Messaggero che sembra uscire dallo schermo per spaziare in libertà, la libertà di un giornale liberale - che trovano nella video-installazione di via del Tritone la biografia di questo protagonista dell’informazione che viene dall’800 e s’è lanciato nell’innovazione da XXI secolo con il coraggio e la capacità di unire la tradizione e il digitale in un reciproco rafforzamento. Il senso della festa dei 145 anni, fino al 16 dicembre, è proprio questo: la luce di ieri, quella di oggi e quella di domani e del vicendevole riconoscimento, al passo con i cambiamenti delle forme di fruizione delle notizie, tra i cittadini e il loro giornale.
Osserva Azzurra Caltagirone, ad del Messaggero: «Siamo un gruppo di persone affiatato che ogni giorno vuole informare nel modo più corretto possibile tutti i lettori e che soprattutto lo fa con una stella polare: dividere i fatti dalle opinioni. E in questo momento, dove siamo bombardati da fake news e siamo esposti a un populismo dove chi urla più forte ha ragione, è fondamentale tornare alle origini e fare informazione: sono i fatti che vogliamo e noi vogliamo raccontare quelli, poi ci sono le opinioni che si possono mettere a corollario».
Il rapporto con Roma è il cuore di questa storia: «È un rapporto profondo, viscerale», incalza Azzurra Caltagirone: «Siamo romani e parliamo a tutta l’Italia e siamo letti in tutta l’Italia, però siamo anche il giornale della Capitale e quest’evento che rappresenta il finale della celebrazione dei nostri 145 anni, lo abbiamo voluto condividere con la città e lo abbiamo fatto con un nuovo modo di fare comunicazione».
L’installazione visiva è stata progettata da Enel X, ottima la cura di Carlos Dodero, global architectural lighting, e osserva l’ad Francesca Gostinelli: «Credo che illuminare il palazzo del Messaggero sia un modo che rende visibile a tutti il valore della luce e della storia di una testata così importante. Noi siamo sempre a favore della cooperazione, e siamo felici che il Messaggero ci abbia scelti, perché dimostra che le partnership, anche a livello del tessuto urbano, sono fondamentali per mettere insieme delle eccellenze». E la storia continua.