Rugby, l'Italia torna alla vittoria, Stati Uniti ko 20-24 in California, ma che fatica

Rugby, l'Italia torna alla vittoria, Stati Uniti ko 20-24 in California, ma che fatica
di Paolo Ricci Bitti
8 Minuti di Lettura
Domenica 19 Giugno 2016, 00:40 - Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 15:38
Dopo il devastante Inno di Mameli in slow motion, allo stadio Avaya a San José inizia con qualche minuto di ritardo il test match tra Stati Uniti quando in Italia sono da poco passate le 3. Sì, alla fine l'Italia tornerà alla vittoria sopo 6 ko consecutivi e questo è quello che conta più di tutto, ma che fatica questo 20-24, che ansia per gli azzurri nel caldo pomeriggio di San José e che angoscia per chi in Italia ha visto nascere l'alba cavandosi gli occhi sul computer faticando poi a prendere sonno.

Al 4' gioco fermo per il durissimo scontro fra Ngwenya e Sarto che aveva raccolto al volo un up'nder. L'ala americana resta a lungo a terra e viene quindi sostituito con Te'o così come l'azzurro, che pare comunque meno provato, a cui subentra Venditti.
Italia imprecisa: sprecate due touche nei 22 Usa e poi McLean calcia direttamente oltre la linea di pallone morto. Dalla mischia seguente sui nostri 40 metri il penalty contro la prima linea italiana che MacGinty trasforma. Sarà una lunga notte di Luna quasi piena, si capisce subito, con questo dannato collegamento Internet che saltella e si blocca di tanto in tanto. No, anzi, macché, mica colpa della Rete, è proprio il gioco degli azzurri che è spezzettato.
11' 3-0 c.p Mac Ginty
14' 3-3 c.p. Canna pareggia grazie a un penalty per placcaggio senza palla, ma dove sono gli azzurri che hanno tenuto testa ai Pumas? Mistero.

Non andiamo da nessuna parte, disuniti, confusi, nonostante il dominio nelle fasi chiuse. Disastro totale al 20', roba che si fa fatica a ricordare in un altro match anche tornando indietro di decenni: Gori calcia per se stesso sui 40 metri e non ci arriva anche perché ha poco sostegno. Sul contrattacco Canna si trova solo contro i due, anzi tre americani e allunga disperatamente il braccio sinistro per intercettare l'ovale mentre con il destro prova a chiudere un mezzo placcaggio su Holder. Il pallone, in effetti, schizza indietro. Poteva bastare il giallo per avanti volontario e forse anche meno perché il gesto è stato molto fluido ma incredibilmente l'arbitro sudafricano Van der Westhuizen consulta il tmo Hughes e  decide per una meta tecnica, oltre al giallo per Canna. Viene insomma piazzato, quel gesto di Canna, al massimo nella scala dell'anti-gioco per non aver permesso agli Usa di segnare una meta (che in realtà Holder si è bellamente mangiato perché aveva tutto il tempo di scaricare nel 2 contro 1).

20' 10-3 meta tecnica trasforma MacGinty

Francamente è un'esagerazione, ma è vero che l'Italia paga una prova sfilacciata, opaca, fa e disfa. Poco dopo Campagnaro (Campagnaro!) vola sulla sinistra per poi passare al noto fantasma della touche nonostante avesse sostegno. Eppure le Aquile giocano solo l'Abc ovale sbagliando anche più di un pallone: basterebbe ragionare un po' di più sul possesso. L'Italia è 14a nel ranking mondiale e gli Stati Uniti 17i, l'Italia è nel Sei Nazioni: la differenza - che, senza ombra di dubbio, c'è - si deve vedere. 

30' 10-8 meta - finalmente - del tallonatore Gega su carrettino da penaltouche. McLean, con Canna ancora ingiallito, sbaglia l'angolata trasformazione. 
Con un uomo in meno non abbiamo preso punti e anzi abbiamo segnato: bene, ma questo etichetta anche gli americani e le loro capacità. 

39' 10-11 calcio piazzato di Canna su crollo della mischia Usa. Per la prima volta siamo in vantaggio, ma intanto finisce il primo tempo pessimo dell'Italia che non vale nemmeno la metà di quella vista in Argentina. Sarà il caso che O'Shea alzi la voce negli spogliatoi. Solo negli ultimi 10 minuti Gori ha dato più ritmo alla manovra mettendo in difficoltà gli americani galvanizzati da un punteggio che mai avrebbero immaginato e dall'entusiasmo degli ottomila spettatori che urlano "Iu es e, Iu es e".

Lo stadio Avaya di San Josè è comunque mezzo vuoto più che mezzo pieno e l'audio che riecheggia dal campo grazie al microfono dell'arbitro è da effetti speciali: si sente tutto, anche il fssssss delle bombolette spray dei fisioterapisti. "Via di qui, fioi" incita il capitano Gori, "Bravi, raga', così" è il complimento per i piloni che hanno messo sotto la prima linea Usa.

43' 10-14 drop di Canna, ma è un bottino da Pirro perché il pack azzurro doveva segnare una meta da penaltouche. Però almeno sembra che la manovra azzurra si sia registrata: finora, oltre a Favaro, se l'è cavata bene il debuttante Mbandà in terza linea: ha un bell'impatto questo ragazzone. Nessun segnale, invece, dai trequarti. Campagnaro, la nostra briscola più pesante, perde persino la palla al contatto. E di nuovo ogni azzurro va per conto suo: Odiete impatta su Favaro. "Velo" e sul rovesciamento di fronte ci va bene che incassiamo solo un penalty.
49' 13-14 MacGilty

Riusciamo finalmente a infilare un po' di fasi con ordine e presto arrivano i frutti.

56' 13-21 ancora meta di Gega (non male una doppietta a questa età e con così pochi caps) da penaltouche, fortuna che l'hanno inventata. Canna trasforma.
Ecco, adesso, con il break in tasca, una squadra del rango dell'Italia dovrebbe salire in cattedra, distendersi, allungare e dare un po' di sollievo anche a noi che trepidiamo da casa mentre fuori albeggia e i figli che rientrano a casa ti guardano con somma commiserazione.
Stranamente, quando l'Italia segna non si odono urla e boati dagli altri appartamenti come avviene in questi giorni per un'altra nazionale. Epperò le strade sono deserte proprio come quando giocano gli altri azzurri.
Dopo un'ora, però, il nuovo ct O'Shea orchestra il cambio di mezza squadra: tutta la prima linea, una seconda, una terza (debuttante) e poco dopo anche il mediano di mischia: entrano insomma Panico, Fabiani, Ceccarelli, Bernabò, la matricola Negri e Palazzani. Invece di portare freschezza, il manipolo porta solo inesperienza. Forse la prossima volta O'Shea ci penserà un po' di più prima di fare queste rivoluzioni. Perdiamo il controllo della touche per lanci sbilenchi e la manovra, già stentata, rallenta ulteriormente. Risultato: una mezza sincope perché ci manca solo che l'Italia le prenda dagli Usa (mai accaduto) dopo una notte così e la birra che è diventata tiepida. Il mediano di apertura statunitense MacGinty, dopo averci provato tutta la partita, riesce a bucare  e la palla arriva a Lamborn che schiaccia a terra la palla nonostante l'assalto di McLean.

68' 20-21 meta Lamborn tra MacGilty.

Insomma, tutto di nuovo in ballo. Ma come è possibile? Con le unghie e con i denti (meno usato il cervello) teniamo tuttavia a distanza gli americani spiritati che credono nell'impresa e poco prima del fischio finale grattiamo pure un penalty.
79' 20-24 calcio piazzato di Canna.

Stremati, invece delle frasi di rito dei capitani, due considerazioni: l'unica nostra arma offensiva al momento è la penaltouche con relativa rolling maul. Un po' poco. I trequarti? Non pervenuti in fase di attacco, meglio in difesa perché gli americani, per quanto prevedibili, erano poderosi nelle loro cariche. 

Adesso a letto sperando che l'unico sonnifero avanzato (quella preziosa vittoria che mancava dallo scorso autunno e che gli azzurri giustamente festeggiano negli spogliatoi) faccia effetto. 


I COMMENTI
(da www.federugby.it)

“Sono contento per i ragazzi. La squadra ha saputo reagire alle difficoltà, la vittoria ci rende felici. Eravamo reduci da un viaggio lunghissimo dall’Argentina, avevamo in campo una squadra molto giovane: Mbandà e Negri all’esordio; Panico, Ceccarelli, Gega alle loro prime esperienze internazionali. La settimana scorsa avevamo giocato meglio, ma le circostanze erano diverse”.

 Conor O’Shea analizza la sua prima vittoria da Commissario Tecnico della Nazionale arrivata nella notte italiana contro gli USA a San Jose, in California: “Le trenta ore di viaggio da Santa Fe sono state un fattore, al pari del caldo – ha detto il tecnico irlandese – ma la squadra ha reagito nei momenti difficili, è sempre stata aggressiva come avevo chiesto. L’attitudine dopo il giallo a Canna è stata positiva. Mbandà ha fatto un’ottima partita, Favaro è stato un leader sul campo, i giovani stanno acquisendo velocemente esperienza. Ora abbiamo otto giorni per preparare il Canada. Miglioreremo”.

Capitan Edoardo Gori, a fine gara, ha elogiato i propri compagni per il successo: “E’ la prima vittoria di un nuovo percorso: è stato un successo sudato e per questo è ancora più bello. Abbiamo mostrato grande orgoglio, è stato questo a permetterci di portare a casa la partita. Ora dobbiamo lavorare duro per imporci contro il Canada: costruiremo una nuova vittoria lavorando duro in settimana a Toronto. Non vedo l’ora di scendere di nuovo in campo, lo spirito di questo gruppo è eccezionale”.

“La mischia e la touche oggi hanno fatto un gran lavoro – ha aggiunto Gori – e sono state determinanti per la vittoria. Dobbiamo essere più precisi in certe fasi del gioco, ma sono sicuro che miglioreremo dove è necessario in vista della prossima partita”.

Ornel Gega, autore delle due mete italiane, le sue prime due a livello internazionale, ha dichiarato: “Ho solo finalizzato il lavoro dei compagni, le mete sono merito del lavoro di squadra. E’ stata una vittoria sofferta, forse avremmo potuto gestire meglio questa partita e ci concentreremo sui nostri errori per migliorare. Siamo una squadra molto giovane, un gruppo che con un po’ di malizia ed esperienza potrà ottenere grandi risultati”.

Mike Catt, tecnico dei trequarti azzurri: “I ragazzi credono nel sistema difensivo e sono orgogliosi di giocare per l’Italia, questo è molto importante. C’è energia positiva in questa squadra, stiamo lavorando e miglioreremo partita dopo partita. Dobbiamo imparare a chiudere le partite quando ne abbiamo la possibilità, cosa che oggi non è accaduta, ma vincere serve a creare fiducia” ha concluso l’ex nazionale inglese.  


IL TABELLINO
San Jose, Avaya Stadium Test-Match
Stati Uniti v Italia 20-24 (10-11 p.t,)
Marcatori: p.t. 10’ cp. MacGinty (3-0); 15’ cp. Canna (3-3); 20’ m. tecnica Stati Uniti tr. MacGinty (10-3); 30’ m. Gega (10-8); 39’ cp. Canna (10-11); s.t. 3’ drop Canna (10-14); 10’ cp. MacGinty (13-14); 16’ m. Gega tr. Canna (13-21); 28’ m. Lamborn tr. MacGinty (20-21); 40’ cp. Canna (20-24)  
Stati Uniti: Holder; Ngwenya (4’ pt. Te’O), Palamo, Suniula, Scully; MacGinty, Augspurger; Dolan, Clever (cap), Durutalo; Peterson (22’ pt. Tomasin), Brakeley; Baumann (26’ st. Tarr), Hilterbrand (13’ st. Taufete’e), Lamositele (36’ st. MacLellan)
all. Mitchell
Italia: McLean; Sarto L. (4’ pt. Venditti), Campagnaro, Castello, Odiete; Canna, Gori (cap, 24’ st. Palazzani); Van Schalkwyk, Favaro, Mbandà (22’ st. Negri); Fuser, Geldenhuys (16’ st. Bernabò); Cittadini (16’ st. Ceccarelli), Gega (16’ st. Fabiani), Lovotti (20’ st. Panico)
all. O’Shea
arb. Van der Westhuizen (Sudafrica)
Calciatori: MacGinty (Stati Uniti) 4/4; Canna (Italia) 4/4; McLean (Italia) 0/1

Cartellini: 20’ pt. giallo Canna (Italia); 14’ st. giallo Dolan (Stati Uniti)

Man of the Match: Gori (Italia)
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